Durante la sua ospitata nel programma di Bruno Vespa, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto un’affermazione scioccante, rivelando di essere stata denunciata insieme al ministro Guido Crosetto, al ministro Antonio Tajani e all’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, alla Corte Penale Internazionale per “concorso in genocidio”. Meloni ha sottolineato che “non esiste un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere”, evidenziando la gravità della situazione e la degenerazione del dibattito politico in Italia.
Questa dichiarazione segna una rottura con la narrazione tradizionale e mette in luce un clima di crescente tensione e “imbarbarimento” del dibattito pubblico, secondo le parole della premier. Meloni ha denunciato le minacce di morte che ha ricevuto, affermando di non riuscire più a contarle: “Non faccio più nemmeno in tempo a segnalarle”. Ha puntato il dito contro coloro che accusano lei e il suo governo di avere “le mani sporche di sangue” o di essere “complici di un genocidio”, sottolineando l’importanza di un linguaggio politico responsabile.
In questo contesto, Meloni ha utilizzato il salotto di Vespa per chiarire la posizione dell’Italia nel conflitto mediorientale e per affrontare le critiche delle opposizioni. Ha descritto la denuncia come un episodio di inaudita gravità e una farsa giuridica, evidenziando un clima di esasperazione in cui le accuse infamanti vengono usate come arma politica.
Sul fronte internazionale, la premier ha ribadito il sostegno dell’Italia al piano di pace proposto da Donald Trump, definendolo “molto articolato” e capace di aprire “più di uno spiraglio”. Questo piano prevede il rilascio degli ostaggi, il graduale ritiro di Israele da Gaza, il fermo di nuovi insediamenti e il disarmo di Hamas, fino al riconoscimento dello Stato palestinese. Meloni ha osservato che c’è stata “una convergenza quasi totale” attorno a questo piano, anche da parte di Hamas, seppur con alcune riserve. Ha espresso dispiacere per il fatto che il Parlamento italiano non abbia votato all’unanimità a favore di questa iniziativa.
In merito alla recente Flotilla, Meloni ha messo in guardia contro le “bandierine” sventolate dalla sinistra, sottolineando il contributo concreto dell’Italia nel processo di mediazione. Ha ricordato che il governo italiano ha fornito 2.300 tonnellate di aiuti, ridimensionando l’operazione della Flotilla, che trasportava solo “circa 40 tonnellate d’aiuti”. “Non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo”, ha affermato, criticando l’atteggiamento di chi solleva questioni sul blocco navale, attivo dal 2009.
Riguardo allo sciopero generale del 3 ottobre, la premier ha mantenuto una posizione ferma, definendolo “pretestuoso” e sostenendo che la CGIL fosse più interessata a difendere la sinistra piuttosto che i lavoratori. Ha anche commentato le manifestazioni del 4 ottobre, affermando che “le violenze erano organizzate e preordinate”. Meloni ha messo in discussione l’idea di semplici infiltrati, osservando che uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre. “Quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva”, ha dichiarato.
Il suo messaggio finale è stato un appello alla responsabilità, denunciando il clima di attacco frontale e accuse infamanti che caratterizzano l’attuale panorama politico. Ha affrontato anche temi economici, parlando della manovra finanziaria e del bisogno di dare segnali al ceto medio, sottolineando che “dobbiamo concentrarci sui redditi più bassi” e che ci sono “diverse possibilità” per un taglio delle tasse.
In merito al tema del Quirinale, Meloni ha risposto alle affermazioni di Matteo Renzi, chiarendo che non aspira a tale carica: “Sto facendo il presidente del Consiglio, posso garantire che mi basta e avanza”. Ha anche discusso dell’importanza di una legge elettorale che tenga conto del premierato, affermando che “se si facesse la legge elettorale, sarei per una legge che vada bene anche per il premierato”.
Infine, la premier ha espresso la sua intenzione di portare avanti la riforma dell’autonomia differenziata e ha parlato della riforma della giustizia come un’opportunità storica per liberare la magistratura dai condizionamenti politici. Riguardo all’Europa, ha chiarito che non ha intenzione di avvicinarsi al PPE, ma mira a costruire una maggioranza di centrodestra a livello europeo.
Queste dichiarazioni di Giorgia Meloni nel programma di Bruno Vespa offrono uno spaccato significativo della situazione politica attuale in Italia, evidenziando le tensioni interne e le posizioni del governo riguardo ai principali temi di attualità.



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