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La stoccata della deputata sovranista alla “Megera”: ecco il piano segreto per controllare i cellulari degli europei



Il meccanismo si ripete: si dichiara un’emergenza da affrontare con la massima priorità e si propongono strumenti per arginarla che, in ultima analisi, prevedono la limitazione dei diritti individuali. La Danimarca, durante il suo mandato di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, ha rilanciato il Regolamento per la rilevazione di materiale di abuso sessuale su minori. Per chiarire la natura del provvedimento, i critici lo hanno definito “Chat Control”.



L’obiettivo dichiarato è la tutela della sicurezza dei minori online, ma l’Europa ha proposto una verifica costante da parte delle autorità delle applicazioni di messaggistica, tramite un algoritmo. Il client-side scanning prevede la scansione preventiva e automatica di messaggi, video e foto direttamente sul dispositivo dell’utente, anticipando la crittografia end-to-end. Secondo i critici, il regolamento non solo istituirebbe un potenziale strumento di controllo delle chat per scopi non dichiarati, ma rappresenterebbe anche un rischio informatico. Pertanto, il nuovo strumento europeo, se attuato, minaccerebbe la privacy degli utenti, normalizzando una sorveglianza tecnologica in nome di nobili scopi.

Diciannove Stati membri su ventisette sarebbero favorevoli, tra cui l’Italia, sebbene con riserve. Il voto al Parlamento europeo era previsto per il 14 ottobre, ma un improvviso rifiuto ha bloccato l’iter.

Il progetto è stato rinviato a data da destinarsi a causa della mancata approvazione della Germania, che impedisce il raggiungimento della maggioranza necessaria. “Il monitoraggio ingiustificato delle chat deve essere un tabù in uno Stato di diritto”, ha dichiarato Stefanie Hubig, ministro federale della giustizia e della tutela dei consumatori della Germania. Anche il capogruppo della CDU, Jens Spahn, ha espresso il suo dissenso: “Sarebbe come aprire preventivamente tutte le lettere per verificare se contengano qualcosa di illegale”. La Germania, quindi, ha respinto il progetto. La questione è stata discussa anche nell’ultima plenaria del Parlamento europeo.

Oggi volete pieni poteri normativi per applicare la censura con il DSA, e domani il controllo del chat per sorvegliare le nostre conversazioni private. Mentre aspettiamo ancora gli SMS tra Bourla e Ursula“. Il j’accuse è di Virginie Joron, eurodeputata del Rassemblement National. “Come possono la Commissione e gli eroi macronisti osare parlare qui di sovranità europea? Macron ha ceduto i nostri dati sanitari a Microsoft. Bruxelles ha scelto Microsoft per la sua messaggistica interna e un fornitore americano per le sue assunzioni. Quest’anno Bruxelles ha scelto Amazon e Microsoft per il suo cloud e, in misura minore, OVH. Quindi smettete di predicare la preferenza europea, smettete di andare a Washington per ricevere l’acqua santa del Consiglio Atlantico o l’unzione di Soros. La verità è che, dopo la Brexit e Trump, avete paura del popolo, che non vota più per voi”.



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