A Castel d’Azzano, in provincia di Verona, tre carabinieri hanno perso la vita e venticinque persone sono rimaste ferite in seguito a un’esplosione provocata da tre occupanti di una casa destinata allo sgombero. I responsabili, i tre fratelli Raboni, hanno saturato l’abitazione di gas e fatto detonare tre bombole, causando la morte dei militari e numerosi feriti.
A pochi giorni dall’accaduto, il dibattito si concentra sulle parole di Ilaria Salis, europarlamentare Avs, che sui social ha commentato l’episodio con una riflessione che sta facendo discutere. Salis ha scritto: “All’origine di questi gesti disperati e terribili, c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale che genera sofferenza e disagio nelle fasce più povere della popolazione permette. E se la politica non si deciderà a dare risposte, sarà da considerare corresponsabile – insieme a quel capitalismo che ha trasformato il diritto alla casa in un bene speculativo – di ciò che di orribile accade. Avere un tetto sulla testa non può essere considerato un privilegio”.
Il pensiero dell’europarlamentare, che ha collegato la violenza della strage a dinamiche sociali profonde, ha suscitato un acceso confronto pubblico. Le sue parole hanno trovato spazio soprattutto tra chi si interroga sulle radici della disperazione che può portare a simili tragedie e su quanto il tema del diritto alla casa resti una questione aperta nel dibattito sociale. Intanto, le autorità valutano l’ipotesi di procedere per il reato di strage nei confronti dei responsabili.
La vicenda di Castel d’Azzano rinnova con forza il confronto nazionale sui temi dell’emergenza abitativa e delle politiche sociali, mentre il sacrificio dei tre carabinieri continua a scuotere la collettività.



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