La speranza di una tredicesima più leggera per molti lavoratori e pensionati italiani è svanita. Nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, non è stata prevista alcuna forma di detassazione né il bonus straordinario di 100 euro, già introdotto nel 2024. Pertanto, la gratifica natalizia di quest’anno sarà identica a quella del 2023: completamente tassata e priva di incrementi.
Secondo quanto riportato da Repubblica, non ci saranno “regali” fiscali per chi attendeva un incremento della tredicesima da spendere per le festività. Nelle settimane precedenti, il Ministero dell’Economia aveva esaminato due possibili soluzioni: un’esenzione totale dall’Irpef oppure un’aliquota agevolata al 10% sulla tredicesima, simile ai premi di produttività. Le simulazioni avrebbero potuto garantire aumenti netti compresi tra 270 e 1.200 euro, a seconda del reddito.
Tuttavia, il progetto ha incontrato difficoltà, principalmente legate alla questione delle coperture finanziarie. Il costo stimato per lo Stato era di circa 15 miliardi di euro, una cifra ritenuta eccessiva per una manovra da 18 miliardi già impegnata su Irpef, sanità e sostegno alle famiglie. La posizione del ministro Giorgetti ha prevalso, optando per evitare misure “spot” non finanziabili e mantenere i conti pubblici sotto controllo. Questa scelta ha rassicurato sia Bruxelles che i mercati, ma ha deluso coloro che attendevano un segnale concreto in merito all’aumento dei salari.
Nel governo, il malcontento di Forza Italia è palpabile, con Antonio Tajani che ha definito la detassazione “solo rimandata”, promettendo di riproporla nel prossimo anno. Anche il bonus di 100 euro per i redditi medio-bassi, introdotto nel 2024, non è stato rinnovato. Di conseguenza, per i dipendenti e i pensionati, la tredicesima rimarrà la consueta mensilità aggiuntiva, soggetta a Irpef e contributi previdenziali, pari al 9,19% del lordo. Le aliquote rimangono invariate: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila, e 43% oltre.
A rendere più pesante la busta paga di dicembre contribuisce anche l’assenza di detrazioni per lavoro e carichi familiari, già applicate durante l’anno. Di conseguenza, il netto della tredicesima risulta inferiore: un lavoratore con uno stipendio mensile di 1.700 euro riceverà circa 1.400 euro, lo stesso importo dello scorso Natale. Dietro a questa decisione c’è anche una prudenza politica: in un contesto di debito elevato e vincoli europei reintrodotti, annullare l’imposta avrebbe significato rinunciare a una quota significativa di gettito. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la misura sarebbe stata “popolare ma irresponsabile”.
Di conseguenza, ogni intervento simbolico sulle tredicesime rimane congelato. Eventuali novità potrebbero emergere solo in Parlamento, attraverso emendamenti al capitolo “adeguamento salariale”, ma al momento non sono in programma modifiche dirette. Pertanto, anche quest’anno non ci saranno sorprese in busta paga. La tredicesima del 2025 sarà completamente tassata, uguale a quella del 2023, e per molti italiani la delusione di Natale arriva con un mese di anticipo.



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