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Lo sgarbo di Putin all’Italia: non riconosce l’ambasciatore nominato ad agosto, cresce la tensione diplomatica



Stefano Beltrame è stato indicato come nuovo ambasciatore italiano a Mosca da Antonio Tajani e Giorgia Meloni, ma la sua nomina ha sollevato preoccupazioni e polemiche, soprattutto in relazione ai legami percepiti con la Russia. Nonostante fosse considerato un ambasciatore “filorusso”, le autorità russe non sembrano gradire la sua nomina, ritardando il suo insediamento.



Ma chi è realmente Beltrame? Originario del Veneto, è un funzionario apprezzato dal Ministero degli Affari Esteri. La sua carriera diplomatica lo ha portato a lavorare in diverse regioni, inclusa l’Asia e l’Africa, dove ha ricoperto ruoli significativi come vice capo missione. Il suo profilo professionale ha preso slancio quando, sotto il mandato dell’ex ministra Emma Bonino, è stato nominato consigliere generale a Shanghai.

Nel 2003, Beltrame è stato assegnato a Teheran, per poi trasferirsi a Washington, dove ha servito come consigliere d’ambasciata. Riconosciuto per la sua competenza, è stato scelto da Luca Zaia come consigliere diplomatico, diventando noto come “l’amico di Zaia”. Successivamente, con l’arrivo di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno, Beltrame ha assunto il ruolo di consigliere diplomatico a Roma, guadagnandosi il soprannome di “l’amico di Salvini”. Attualmente, ricopre la posizione di consigliere diplomatico di Giancarlo Giorgetti, e continua a essere identificato come “l’amico di Giorgetti”.

Un episodio significativo nella carriera di Beltrame è avvenuto nell’ottobre del 2018, quando ha organizzato il viaggio di Salvini a Mosca. Questo evento ha scatenato il caso Metropol, in cui si è discusso di presunti legami tra membri della Lega e la Russia, inclusi sospetti di trattative per finanziamenti e compravendite di petrolio. Il caso ha coinvolto anche Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia, e ha portato a un’inchiesta giudiziaria che si è conclusa lo scorso anno con l’archiviazione.

Dopo la partenza di Cecilia Piccioni, ambasciatrice a Mosca e stimata da Tajani, che ha assunto un nuovo incarico come capo della Direzione generale per gli affari politici, Beltrame era inizialmente destinato a Buenos Aires. Tuttavia, Tajani ha deciso di prendere tempo riguardo alla sua nomina. Durante questo periodo, Marco Peronaci è stato nominato al posto di Mariangela Zappia a Washington, ma non è stata confermata la nomina di Beltrame. Giorgetti ha quindi chiesto chiarimenti a Tajani sulla situazione di Beltrame, il quale ha avuto un colloquio chiarificatore con il ministro.

Il 29 agosto, durante un Consiglio dei Ministri, Tajani ha proposto ufficialmente la nomina di Beltrame a Mosca. Il giorno seguente, i media hanno iniziato a riferire di lui come “l’uomo di Salvini” che si appresta a diventare ambasciatore a Mosca. Questa situazione ha sollevato interrogativi, e i quotidiani hanno chiesto a Meloni se la sua politica estera, favorevole all’Ucraina, fosse compatibile con la nomina di Beltrame.

Nonostante le critiche e le polemiche, Beltrame è descritto da alcuni come colui che ha solo la “colpa” di indossare scarpe marroni e di essere percepito come “l’uomo di Salvini“, il futuro ambasciatore che potrebbe essere gradito a Mosca. Mentre Peronaci ha già assunto la sua nuova posizione a Washington, Beltrame attende ancora il “gradimento” da parte della Russia.

Il ritardo nell’insediamento potrebbe essere interpretato come una reazione alle posizioni italiane sull’Ucraina, suggerendo che la Russia stia utilizzando questo tempo per rispondere al fermo sostegno di Meloni all’Ucraina. Si ipotizza che Beltrame, pur avendo legami con la Russia, sia attualmente trattenuto in Italia in attesa di sviluppi. La situazione continua a evolversi, e resta da vedere quale sarà il futuro diplomatico di Beltrame e come si risolveranno le tensioni tra Italia e Russia.

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