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Fedez: “Ho perso la verginità con una prostituta. Lavoravo nel bar dei miei, sputavo nel caffè a un cliente”



Fedez ha recentemente pubblicato il suo libro intitolato “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra”, edito da Mondadori e disponibile dal 21 ottobre. In questo lavoro autobiografico, il rapper offre uno sguardo intimo sulla sua vita, toccando vari aspetti, dall’inizio della sua carriera musicale fino alla sua storia d’amore con Chiara Ferragni, ora conclusa. Tuttavia, è l’analisi della sua infanzia e adolescenza, trascorse nella periferia milanese, a catturare maggiormente l’attenzione. Fedez descrive un ambiente segnato da “microcriminalità, spaccio e non solo”, che ha influenzato profondamente la sua crescita.



Riflettendo sul suo passato, Fedez ricorda il trasferimento nella provincia milanese, precisamente tra Buccinasco, Corsico e Binasco, dopo aver completato le scuole medie. “Non è stata la scelta più brillante che si potesse fare: siamo andati a stare in una casa più grande ma completamente isolata”, racconta il rapper. L’isolamento della nuova abitazione, circondata solo da una cartiera e da “prostitute col bidone del fuoco”, ha segnato il suo percorso. È proprio da questo contesto che emerge il racconto della sua prima esperienza sessuale. “Non ricordo la mia prova volta e credo che sia perché ho perso la verginità con una prostituta di Binasco. Quindici euro per il primo rapporto orale, trenta per il resto”, confessa, rivelando un aspetto personale e controverso della sua vita.

Durante gli anni dell’adolescenza, mentre iniziava a dedicarsi alla musica e frequentava una scuola di recupero, Fedez ha anche lavorato nel bar dei suoi genitori. Questa decisione è stata presa da loro, in un momento difficile: “Io ero senza un soldo e con i miei genitori a un passo dal perdere la casa perché le rate del mutuo li stavano schiacciando. Una sera mi chiamano, sento quella voce che già sai che qualcosa non va, mi dicono: «Federico, svegliati, datti una mossa o la musica te la scordi».”

Tra i clienti abituali del bar, uno in particolare ha suscitato l’antipatia del rapper. Si trattava di un operaio di Copenaghen, noto per la sua maleducazione e per il modo arrogante di ordinare il caffè. “Chiedeva sempre un caffè macchiato” schioccando le dita, un gesto che irritava profondamente Fedez. Per vendicarsi di questo comportamento, il rapper ha deciso di adottare una strategia poco ortodossa: “Io preparavo una tazzina personalizzata per questo tizio, solo per lui, già sputata. Quando prendevo il latte prendevo anche la sua tazzina speciale e, come se niente fosse, con grande nonchalance gli facevo il caffè.”

Questi aneddoti, estratti dal libro, non solo offrono uno spaccato della vita di Fedez, ma evidenziano anche le difficoltà e le esperienze che hanno contribuito a formare il suo carattere e la sua personalità. La narrazione di momenti così intimi e talvolta imbarazzanti permette ai lettori di comprendere meglio le sfide che ha affrontato durante la sua crescita e come queste abbiano influenzato il suo percorso artistico.

Il libro di Fedez si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulle esperienze giovanili e sulle scelte che possono segnare il corso della vita. La sua storia, intrisa di sincerità e vulnerabilità, offre uno spunto di riflessione su come le origini e le esperienze personali possano plasmare un artista e il suo lavoro. Con una prosa diretta e senza filtri, Fedez invita i lettori a esplorare le complessità della sua vita, dall’infanzia agli alti e bassi della carriera musicale, fino alle relazioni personali.



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