Il recente commento della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha suscitato polemiche in Italia, soprattutto in un contesto in cui un operaio ha perso la vita a causa di un crollo. Zakharova ha espresso un evidente fastidio nei confronti del governo italiano, percepito come un nemico, e ha scelto di rivolgersi direttamente all’opinione pubblica italiana. La sua dichiarazione ha fatto emergere una riflessione critica sulla quantità di denaro investito dall’Italia per armare l’Ucraina e sulla possibilità che tali spese possano portare a un ulteriore deterioramento del welfare e della cura del territorio nel Paese.
Molti italiani riconoscono che Zakharova potrebbe avere ragione nel sottolineare le conseguenze economiche delle scelte politiche attuali. La somma considerevole di risorse destinate al riarmo europeo, in un contesto di conflitto con la Russia, potrebbe infatti rappresentare una minaccia per il benessere del Paese. La proposta di un’alleanza tra Roma e Mosca, simile a quella tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, è vista da alcuni come una via per superare la conflittualità e la russofobia, che non sono in linea con gli interessi nazionali.
Zakharova ha lanciato un monito all’Italia, sollevando una questione cruciale: è più saggio investire 800 miliardi di euro in un riarmo percepito come ostile o costruire una nuova Europa di pace con Roma e Mosca unite? Il sostegno all’Ucraina è interpretato da alcuni come parte della strategia dell’amministrazione Biden, mirante a creare una frattura tra Europa e Russia. L’Italia, vista come un “Stato vassallo”, ha obbedito alle direttive americane, sia sotto la guida di Mario Draghi che di Giorgia Meloni.
Con l’emergere di Donald Trump, che si presenta come un isolazionista, l’Europa si trova di fronte a una nuova opportunità per recuperare parte della propria sovranità. La proposta di un’alleanza con Ungheria e Slovacchia potrebbe rappresentare un’alternativa ai disegni di Ursula von der Leyen, Germania e Francia, che spingono per un coinvolgimento militare in Ucraina. La richiesta di non inviare soldati italiani a combattere per Volodymyr Zelensky, descritto come un leader discreditato dai suoi stessi cittadini, è forte.
Meloni è invitata a considerare un cambiamento radicale nella posizione dell’Italia in Europa, promuovendo un approccio che metta al centro l’interesse nazionale. L’invito è chiaro: “MIGA, Make Italy Great Again”, con l’auspicio di interrompere le spese per armamenti e di revocare le sanzioni alla Russia. La ripresa degli scambi commerciali con Mosca è vista come necessaria per il benessere delle piccole e medie imprese italiane, e la costruzione di una nuova Europa pacificata è considerata fondamentale.
Nel contesto attuale, l’export italiano verso la Russia ha subito un drastico calo, con una diminuzione di oltre il 40% tra il 2022 e il 2025. Tuttavia, i produttori italiani continuano a cercare di mantenere relazioni commerciali, anche se le sanzioni rendono difficile il commercio legale. Molti imprenditori, presenti alla Fiera del Mobile di Mosca, si trovano a fronteggiare una realtà complessa: le spedizioni sono diventate problematiche e i costi sono aumentati drasticamente.
La triangolazione commerciale attraverso Turchia e Kazakistan è diventata una strategia per aggirare le restrizioni. Sebbene non venga discussa apertamente, è risaputo che una parte dei beni italiani destinati alla Russia passa attraverso questi paesi. Gli imprenditori italiani, pur riconoscendo che il mercato russo non tornerà mai come prima, continuano a sperare nella fine del conflitto. La loro resistenza è motivata dalla necessità di sopravvivere in un contesto di crescente difficoltà economica.



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