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Antonietta Gargiulo: “Se penso a ciò che hanno vissuto le mie figlie, potrei morire”



In un’intervista toccante a Verissimo, Antonietta Gargiulo ha condiviso la sua dolorosa esperienza come unica sopravvissuta alla strage di Cisterna di Latina, avvenuta nel 2018. L’episodio, perpetrato dall’ex marito, il carabiniere Luigi Capasso, ha portato alla morte delle loro due figlie, Alessia e Martina, prima che lui stesso si togliesse la vita. Durante la conversazione con Silvia Toffanin, Gargiulo ha descritto il profondo impatto che questa tragedia ha avuto sulla sua vita.



“È stato complicato andare avanti perché la mia vita è stata distrutta in pochi minuti”, ha dichiarato Antonietta, spiegando quanto sia stato difficile affrontare il trauma e il dolore causati da quell’evento devastante. Ha rivelato di aver dovuto avvicinarsi alla sua storia lentamente, impiegando molto tempo per comprendere appieno ciò che era accaduto quel giorno fatale.

Gargiulo ha messo in luce come la violenza domestica possa manifestarsi in modi subdoli, iniziando spesso con parole e comportamenti aggressivi. “Lui ha iniziato con le parole, aggressive, io per lui non ero mai abbastanza”, ha spiegato, sottolineando quanto sia stato traumatizzante riconoscere la gravità della situazione. Ha paragonato la violenza a un terremoto, che “toglie la terra sotto i piedi”. La situazione è degenerata quando, dopo la nascita della loro prima figlia Alessia, Capasso ha minacciato di uccidere entrambi se la bambina non avesse smesso di piangere, un episodio che ha spinto Antonietta a denunciare il marito nel settembre 2017, dopo che lui si era presentato al suo lavoro con le bambine, minacciandole di morte.

Parlando delle sue figlie, Alessia e Martina, che hanno tragicamente perso la vita, Antonietta ha espresso il suo dolore profondo: “Io non posso pensare a quello che hanno provato le mie figlie quel giorno perché potrei morire”. Ha rivelato di aver scoperto, solo dopo due anni, che l’ultimo pensiero di Alessia era stato per lei. “Le mie figlie sono le persone che più mi hanno voluto bene al mondo”, ha aggiunto, evidenziando il legame indissolubile che la univa a loro.

Dopo aver ricevuto la notizia della morte delle bambine, Gargiulo ha descritto il suo stato di shock: “Quando mi hanno detto ‘le sue figlie sono morte’ è come se fosse entrato un gelo dentro di me, il nulla, una sensazione che non ho mai provato”. Ha trascorso giorni in uno stato di vuoto, paralizzata e incapace di reagire. Tuttavia, ha anche raccontato di aver avvertito una sorta di energia che la spingeva a vivere: “A un certo punto ho avuto la consapevolezza di poter dare la voce alle mie figlie che non potevano più parlare, ma anche dare voce a tutte le donne”.

Questa presa di coscienza ha segnato l’inizio di un percorso di rinascita per Antonietta Gargiulo. Ha deciso di rialzarsi e riprendersi la sua dignità, nonostante il dolore e la perdita. La sua testimonianza non è solo un racconto di sofferenza, ma anche un messaggio di speranza e resilienza per tutte le donne che vivono situazioni simili. Gargiulo ha scelto di utilizzare la sua esperienza per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza domestica e sull’importanza di dare voce a chi non può più farlo.

L’intervista ha suscitato una forte emozione nel pubblico, mettendo in luce la necessità di affrontare il tema della violenza di genere con serietà e urgenza. Antonietta Gargiulo rappresenta una figura di coraggio, che ha trovato la forza di raccontare la sua storia per onorare la memoria delle sue figlie e per aiutare altre donne a riconoscere i segnali della violenza. La sua testimonianza è un invito a non sottovalutare mai le parole e i comportamenti aggressivi, che possono preludere a situazioni tragiche.



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