La vicenda di Alex Bonucchi, un cittadino italiano di 30 anni, ha avuto un nuovo sviluppo dopo anni di battaglie legali da parte della sua famiglia. Barbara Degli Esposti, madre di Alex, ha ricevuto la notizia della condanna della società responsabile dell’hotel “Amsterdam” di Roùba, in Algeria, dove il giovane è tragicamente morto a causa di una folgorazione. “Ieri mattina mi ha chiamata il mio avvocato dicendomi: Barbara abbiamo vinto, la società è stata condannata. E io sono esplosa subito in un urlo di gioia”, ha dichiarato Barbara.
La famiglia Bonucchi ha lottato per quattro anni affinché venissero riconosciute le responsabilità legate alla morte di Alex, che si trovava in Algeria per lavoro. Inizialmente, il rappresentante dell’hotel era stato assolto, ma la Corte Suprema algerina ha successivamente annullato quella sentenza, ordinando la riapertura del caso. Ora, la società è stata condannata a pagare una multa di 200.000 dinari, equivalenti a circa 1.334 euro, e a risarcire i genitori di Alex con un totale di 8 milioni di dinari, circa 53.334 euro.
Nonostante la condanna, Barbara esprime un profondo rammarico per l’entità della pena: “Dopo la gioia iniziale per aver ottenuto finalmente una piccola vittoria ho capito che si è trattata di una vittoria a metà. La vita di mio figlio può valere meno di 1500 euro di multa? Voglio essere chiara, la mia non è una richiesta venale, nessuna cifra mi riporterà indietro mio figlio e non voglio diventare ricca a causa della sua morte. Questa cifra però mi sembra una presa in giro”. Inoltre, la condanna riguarda esclusivamente la società e non i proprietari o altri responsabili della struttura. Barbara ha chiesto ai suoi avvocati se in futuro sarà possibile agire anche contro persone fisiche, non solo contro una società, ma ha riconosciuto la complessità del caso: “Dovranno studiare molto perché è un caso complesso ma io non mollo”.
Un aspetto inquietante di questa vicenda è rappresentato dalla misteriosa scomparsa di due organi dal corpo di Alex. Dopo la sua morte, il corpo è stato restituito alla famiglia senza il cuore e il polmone destro. “Ho chiesto in tutti i modi che fine avessero fatto i due organi mancanti ma non ho mai ricevuto una vera risposta. Perché non ci sono? Cosa avrebbero potuto raccontare? Non smetterò mai di chiedere indietro quello che resta del corpo di mio figlio, è un mio diritto”, ha affermato con determinazione Barbara.
La condanna rappresenta un passo avanti nella lotta della famiglia Bonucchi per ottenere giustizia, ma il cammino è ancora lungo. La madre di Alex ha sottolineato che, sebbene ci sia stata una vittoria legale, il dolore per la perdita di suo figlio rimane incolmabile. La sua vita, piena di sogni e progetti, è stata spezzata in un tragico incidente, e la famiglia continua a cercare risposte.
Barbara ha anche espresso la sua intenzione di non arrendersi e di continuare a lottare per la verità. La sua determinazione è evidente nelle sue parole, mentre cerca di mantenere viva la memoria di Alex e di ottenere giustizia per lui. La battaglia legale ha messo in luce non solo la questione della responsabilità legale, ma anche le profonde emozioni e il dolore di una madre che ha perso un figlio in circostanze così tragiche.



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