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“Il silenzio di Mattarella”: nessuna reazione del Colle davanti all’ennesima discriminazione contro chi non si adegua alla narrazione ufficiale



Negli ultimi giorni, l’Articolo 3 della Costituzione italiana, che afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, è tornato al centro del dibattito pubblico. Nonostante il suo chiaro messaggio contro la discriminazione, si osserva che, quotidianamente, diversi gruppi e individui vengono discriminati, spesso sulla base delle loro origini o delle loro opinioni politiche.



Negli ultimi tempi, le vittime di questa discriminazione includono artisti russi e ucraini, che si trovano a fronteggiare rifiuti e ostracismi in seguito a pressioni da parte di entità straniere, come l’ambasciata di Kiev e vari gruppi pro-ucraini. Questi artisti, spesso etichettati come “putiniani” o “complici” del regime russo, subiscono un trattamento che non sempre tiene conto della distinzione tra governo e popolazione. Tuttavia, la situazione si è aggravata quando a essere colpito dalla censura è stato un cittadino italiano: Angelo D’Orsi.

D’Orsi, un noto storico e accademico con una lunga carriera, laureato con Norberto Bobbio e docente di Storia del pensiero politico all’Università di Torino per 46 anni, ha visto annullata una conferenza in programma il 12 novembre al Polo del 900 di Torino. L’evento, intitolato “Russofobia, russofilia, verità”, ha suscitato preoccupazioni tra alcuni gruppi nazionalisti ucraini e politici di spicco, tra cui Carlo Calenda e Pina Picierno.

La decisione di cancellare la conferenza è stata comunicata tramite un post sui social da Pina Picierno, eurodeputata del Partito Democratico e vicepresidente del Parlamento Europeo. Nel suo messaggio, ha dichiarato che “l’evento della propaganda putiniana è stato annullato” e ha ringraziato il sindaco di Torino, Lo Russo, per la sua “sensibilità” verso la questione. Questo gesto è stato interpretato come una mobilitazione per impedire che D’Orsi esprimesse opinioni potenzialmente sgradite, in un contesto che ricorda le pratiche censorie delle autocrazie.

La reazione alla cancellazione dell’evento ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione in Italia e sulla coerenza con i principi sanciti dalla Costituzione. D’Orsi, figura di spicco nel panorama accademico, ha dedicato la sua vita allo studio e alla divulgazione della storia e delle idee politiche, e la sua esclusione dal dibattito pubblico ha suscitato preoccupazioni tra colleghi e sostenitori della libertà di parola.

Le aspettative sono ora rivolte al presidente della Repubblica, che ha il compito di tutelare la Costituzione, affinché intervenga con un monito chiaro riguardo a questa situazione. Ci si attende anche una presa di posizione da parte della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, per dissociarsi dalle azioni di Picierno e del sindaco Lo Russo, in modo da garantire a D’Orsi la possibilità di discutere liberamente della russofobia.

La vicenda di Angelo D’Orsi non è un caso isolato, ma rappresenta una tendenza più ampia di silenziamento delle voci critiche, in particolare su temi delicati come le relazioni internazionali e la guerra in Ucraina. Gli eventi recenti hanno messo in evidenza una crescente intolleranza verso posizioni che si discostano dal pensiero dominante, creando un clima di paura e autocensura tra accademici e intellettuali.

La questione della libertà di espressione è cruciale in una democrazia, e ogni tentativo di sopprimere il dibattito pubblico dovrebbe essere visto con preoccupazione. La Costituzione italiana, con il suo forte impegno per l’uguaglianza e la dignità di tutti i cittadini, deve essere difesa contro qualsiasi forma di discriminazione, sia essa basata su opinioni politiche o su altre caratteristiche personali.



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