​​


Niente confronto tra Schlein e Meloni, Conte approfitta e rilancia la sfida



Sembrava tutto destinato a sfumare dopo il caos nato attorno alla proposta di un confronto ad Atreju: Elly Schlein aveva sfidato Giorgia Meloni a un faccia a faccia, la premier aveva accettato chiedendo però che partecipasse anche Giuseppe Conte, e l’ex premier aveva subito dato disponibilità. A quel punto Schlein aveva deciso di ritirarsi, facendo saltare l’iniziativa.



Conte ha poi ricostruito l’intera vicenda, ricordando di aver partecipato più volte ad Atreju negli anni passati e di aver spesso chiesto un confronto diretto con Meloni. «Anche quest’anno mi hanno contattato – ha spiegato – ho accettato un’intervista e chiesto se fosse possibile un dibattito. Poi Schlein ha lanciato la proposta di un duello pubblico».

Ha respinto inoltre l’idea di aver fatto “da sponda” alla premier dopo il ritiro della segretaria del Pd, sostenendo di aver semplicemente accettato l’ipotesi di un confronto a tre. «I temi da affrontare sono molti e gli italiani vogliono parlare delle loro difficoltà, perché si sentono più poveri», ha aggiunto.

Conte ha aperto anche al tema delle primarie del campo progressista, dopo un sondaggio che lo vede davanti a Schlein e Salis. «Siamo pronti a fare un passo indietro se emerge un candidato più competitivo. Bisogna ascoltare il Paese. Io sono disponibile alle primarie, ma non è la mia priorità in questo momento».

A sorpresa, questa mattina ha ribadito di essere pronto al confronto con Meloni anche da solo. Intervistato da Luca Telese agli Stati generali della ripartenza, ha confermato: «Io sono pronto, avevo già dato la mia disponibilità. Se Schlein ha preferito ritirarsi per la mia presenza, mi dispiace».

Sul tema delle spese militari, Conte ha riaffermato la sua contrarietà agli aumenti previsti, pur precisando di non essere un “pacifista senza strategia”. Ha ricordato di aver incrementato le spese in passato, ma ha criticato l’attuale direzione, che a suo avviso segue la linea tedesca di una forte riconversione industriale verso il settore bellico.

Secondo l’ex premier, puntare al 5% di spesa militare nell’ambito della NATO significherebbe destinare risorse enormi, con il rischio di tagliare fondi a sanità, scuola e welfare. «Quella firma ci costerà 445 miliardi in dieci anni. Dove andiamo a tagliare?», ha chiesto.

Conte ha commentato anche l’ipotesi che Meloni lo consideri un avversario più temibile di Schlein, rimandando la valutazione alla premier stessa. Ha però ricordato che negli ultimi anni Meloni lo ha accusato «di ogni nefandezza», e ora accetta finalmente un confronto diretto.



Add comment