Scontro politico sull’Università di Bologna dopo il rifiuto di attivare un corso di laurea in Filosofia riservato ai militari dell’Accademia di Modena. Meloni parla di scelta “inaccettabile”, l’Ateneo replica spiegando le motivazioni tecniche. Bernini assicura: “Il corso si farà”.
La decisione del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di non attivare un corso di laurea esclusivamente dedicato agli allievi dell’Accademia militare di Modena ha scatenato una dura polemica politica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la scelta «un atto incomprensibile e gravemente sbagliato», accusando l’Ateneo di essersi lasciato condizionare da «pregiudizi ideologici».
La vicenda è emersa nei giorni scorsi, dopo che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rilanciato il caso sui social, aprendo un acceso dibattito tra governo e opposizioni. Nella serata di domenica, la premier è intervenuta con una nota ufficiale, sostenendo che l’università «ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale» e che rifiutare la proposta dell’Accademia «significa mettere in discussione il ruolo stesso delle Forze armate, presidio della sicurezza e della difesa nazionale».
Secondo Meloni, la decisione dell’Ateneo rappresenta «un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia universitaria». Ha poi ribadito il suo «pieno e incondizionato sostegno alle Forze armate», condannando «ogni tentativo di isolare o delegittimare il dialogo istituzionale».
Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di negare l’attivazione di un percorso di studi per i giovani ufficiali dell’Esercito Italiano sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato.
Non si tratta solo di una scelta…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 1, 2025
Il caso era stato sollevato dal capo di Stato maggiore dell’Esercito, Carmine Masiello, che aveva espresso «sorpresa e delusione» per il rifiuto, sostenendo che l’università avesse temuto «una militarizzazione della facoltà». Dopo le sue parole, erano intervenuti anche i ministri Crosetto e Anna Maria Bernini, che aveva definito la scelta dell’Ateneo «una rinuncia alla propria missione formativa».
L’Università di Bologna, con una nota ufficiale, ha voluto chiarire la propria posizione. Ha ricordato che esiste già una collaborazione con l’Accademia di Modena per un corso di veterinaria, dove sono previsti posti riservati ai militari, e che la decisione contestata non riguarda l’accesso ai corsi esistenti, ma una richiesta specifica per un nuovo percorso triennale in Filosofia «strutturato in via esclusiva per gli allievi ufficiali».
Secondo l’Ateneo, il progetto prevedeva attività didattiche «interamente svolte presso la sede dell’Accademia» e un «notevole fabbisogno di docenza». Nonostante l’impegno dell’Accademia a coprire i costi, il Dipartimento di Filosofia ha ritenuto di non poter garantire la sostenibilità del corso, in termini di personale, risorse e coerenza con l’offerta formativa già in essere. Il no, arrivato a ottobre, è stato accompagnato da «piena disponibilità a future interlocuzioni».
La ministra Bernini si è recata oggi a Modena per incontrare i vertici dell’Accademia e ha voluto chiudere la polemica: «Sono qui per garantire che il corso si farà. L’autonomia universitaria è libertà, ma non può trasformarsi in un muro». La ministra ha aggiunto di aver ricevuto la disponibilità di diversi rettori a collaborare e ha espresso fiducia nella volontà del rettore Giovanni Molari di mantenere «ottimi rapporti con l’Accademia militare».
La presa di posizione della premier ha tuttavia scatenato la reazione delle opposizioni. Il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni, ha accusato Meloni di «intimidire l’università di Bologna per puro tornaconto politico», invitandola a «occuparsi dei problemi reali del Paese e a sostenere concretamente la ricerca e gli atenei pubblici».
Sulla stessa linea il responsabile Università del Partito Democratico, Alfredo D’Attorre, che ha definito «surreale» l’attacco della presidente del Consiglio: «Non c’è bisogno che Meloni sottolinei l’ovvio, ovvero che sia positivo che i militari studino filosofia. Se davvero tiene agli studi umanistici, lo dimostri investendo risorse e non tagliando fondi».
D’Attorre ha infine accusato il governo di «aumentare la precarietà nei giovani ricercatori» e di «favorire la logica di profitto degli atenei privati a discapito di quelli pubblici».
Mentre il dibattito politico resta acceso, l’obiettivo dichiarato del Ministero dell’Università è quello di trovare una soluzione condivisa che permetta di attivare il corso in tempi brevi, salvaguardando al contempo l’autonomia accademica e la qualità dell’offerta formativa.



Add comment