L’Ucraina si trova a fare i conti con uno dei più gravi scandali di corruzione degli ultimi anni. Un’inchiesta delle autorità anticorruzione ha infatti svelato un articolato sistema di mazzette e appropriazioni indebite che avrebbe coinvolto dirigenti pubblici, imprenditori e alcuni uomini legati al presidente Volodymyr Zelensky. Le indagini ruotano intorno al settore energetico e, in particolare, alla gestione della società statale Energoatom, accusata di essere al centro di un circuito di tangenti pari a decine di milioni di euro.
Secondo le ricostruzioni investigative, i sospettati ricevevano denaro contante in cambio di favori e contratti pubblici, in alcuni casi senza nemmeno verificare le somme ricevute. Dalle intercettazioni emergono conversazioni tra imprenditori e funzionari che parlano con leggerezza di somme enormi e mostrano un senso di impunità consolidato. In più di un’occasione, nei dialoghi captati, viene nominato lo stesso Zelensky, sebbene al momento non vi siano accuse dirette nei suoi confronti.
Il meccanismo corruttivo avrebbe generato profitti illeciti compresi tra 75 e 100 milioni di euro. A capo del presunto sistema ci sarebbe Timur Mindich, uomo d’affari ed ex socio del presidente ai tempi della società di produzione televisiva Kvartal 95. Secondo le autorità, Mindich avrebbe utilizzato una rete di intermediari per gestire il flusso di tangenti legate ai contratti energetici. L’imprenditore avrebbe lasciato il Paese poco prima delle perquisizioni, e contro di lui è stato emesso un mandato di arresto in contumacia.
L’operazione, condotta dall’Agenzia nazionale anticorruzione ucraina e dalla procura specializzata, ha prodotto centinaia di ore di intercettazioni, perquisizioni e sequestri. Nelle abitazioni di alcuni indagati sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di contante, beni di lusso e documenti che proverebbero la sistematicità delle operazioni illecite.
Lo scandalo ha provocato scosse anche all’interno del governo. Due ministri — quello dell’Energia e quello della Giustizia — si sono dimessi nelle ultime settimane, su richiesta diretta di Zelensky, che ha promesso tolleranza zero verso la corruzione. Il presidente ha ribadito che “chiunque sia coinvolto sarà punito, indipendentemente dal ruolo che ricopre”, nel tentativo di arginare le accuse di connivenza con alcuni membri del suo entourage.
Tra le figure finite nel mirino degli investigatori figura anche l’ex capo di gabinetto Andriy Yermak, il cui nome è emerso in diverse intercettazioni. Le perquisizioni nella sua abitazione hanno indotto Yermak a rassegnare le dimissioni, pur dichiarandosi estraneo ai fatti. La magistratura ucraina sta ora valutando la posizione di decine di funzionari e imprenditori, con ulteriori sviluppi attesi nelle prossime settimane.



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