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Morte di Luca Piscopo dopo il sushi a Napoli: attesa oggi la sentenza per medico e ristoratore



Luca Piscopo era un giovane di quindici anni, ricordato dai suoi amici come un ragazzo splendido e vivace. La sua ultima serata felice risale a quattro anni fa, quando si trovava con gli amici in un ristorante di cucina giapponese nel quartiere Vomero di Napoli. Nel 2021, dopo aver trascorso una serata in un locale “all you can eat”, Luca tornò a casa a Soccavo, ma nei giorni successivi iniziò a sentirsi male. Dopo nove giorni di sofferenza, il ragazzo morì a causa di una presunta intossicazione alimentare da salmonellosi.



La vicenda ha portato a un processo che si avvicina alla sua conclusione, con l’ultima udienza prevista per oggi. Sotto accusa ci sono il titolare del ristorante, che non esiste più, e il medico di famiglia dei Piscopo. L’accusa ha presentato una serie di consulenze mediche, sostenendo che la morte di Luca sia stata causata da una miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco che, secondo gli esperti, sarebbe correlata alla salmonellosi contratta attraverso il cibo consumato nel ristorante. Inoltre, l’accusa afferma che Luca Piscopo avrebbe potuto essere salvato se fosse stato curato tempestivamente.

Oggi si attendono le repliche dei legali della difesa, dopo di che verrà emessa la sentenza. La sorella della vittima, Fatima Piscopo, ha espresso la sua speranza ai microfoni della TgR Campania Rai: “Spero che ci sia una condanna esemplare per entrambi”. Anche la madre di Luca, Maria Rosaria Borrelli, ha condiviso il suo dolore, affermando: “È giusto per la società, per le altre mamme affinché non soffrano come sto soffrendo io. Però, nulla mi potrà ridare il mio Luca”.

La morte di Luca Piscopo ha suscitato un ampio dibattito sulla sicurezza alimentare e sulle responsabilità dei ristoranti nel garantire la salute dei propri clienti. La questione della salmonellosi, in particolare, ha messo in evidenza la necessità di controlli più rigorosi nei ristoranti, specialmente in quelli che offrono cibi crudi o poco cotti, come nel caso della cucina giapponese. La salute e la sicurezza dei consumatori devono essere una priorità assoluta, e il caso di Luca ha riacceso l’attenzione su queste tematiche.

Durante il processo, sono emerse testimonianze che evidenziano non solo la gravità della situazione in cui si trovava Luca, ma anche il disagio e i sintomi presentati da alcuni dei suoi amici, che avevano mangiato con lui quella sera. La loro esperienza potrebbe fornire ulteriori elementi per comprendere la dinamica di quanto accaduto e le eventuali responsabilità del ristorante.

Il caso ha colpito profondamente la comunità locale, con molti che si sono uniti al dolore della famiglia Piscopo. La richiesta di giustizia per Luca è diventata un tema centrale, con appelli affinché venga fatta luce su quanto accaduto e affinché simili tragedie non si ripetano in futuro. La sentenza attesa oggi rappresenta un momento cruciale non solo per la famiglia di Luca, ma anche per tutti coloro che sono stati toccati da questa tragica vicenda.



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