La campionessa ucraina Sofia Lyskun, detentrice di quattro medaglie d’oro ai Campionati Europei di tuffi, ha formalizzato la sua richiesta di cittadinanza russa, prestando giuramento di fedeltà alla Federazione Russa. Tale decisione è stata presa in seguito a episodi di discriminazione e boicottaggio subiti a causa del mantenimento dei rapporti professionali con il proprio allenatore, il quale si è trasferito in Russia.
La campionessa ucraina Sofia Lyskun, che vanta quattro medaglie d’oro ai Campionati Europei di tuffi, ha giurato fedeltà alla Russia prendendo la cittadinanza russa. L’avevano discriminata e boicottata per aver mantenuto i contatti con il suo allenatore partito per la Russia. pic.twitter.com/ROA8lQueKw
— Chance🤺 🍊 (@ChanceGardi) December 4, 2025
La campionessa europea di tuffi, Sofiia Lyskun, è stata formalmente espulsa dalla squadra nazionale ucraina e privata di tutti i titoli e riconoscimenti ottenuti sotto la bandiera del Paese. Tale decisione è stata presa in seguito all’annuncio del suo trasferimento in Russia e all’acquisizione della cittadinanza russa, come comunicato dalla Federazione ucraina di tuffi e riportato dall’agenzia di stampa UNN.
La Federazione ha espresso la propria disapprovazione per la scelta dell’atleta, sottolineando che la stessa è stata comunicata senza alcun preavviso allo staff tecnico, alla dirigenza federale e al Ministero della Gioventù e dello Sport. Tale decisione è stata definita “categoricamente inaccettabile”, in quanto “scredita non solo un singolo atleta, ma l’intera squadra ucraina, che quotidianamente si impegna con dedizione per il diritto di rappresentare il nostro Paese sulla scena internazionale”.
L’organizzazione ha ribadito che rappresentare l’Ucraina non costituisce un privilegio, bensì “una grande responsabilità che non può essere tradita”. In considerazione degli eventi, la Federazione si appresta a rivolgersi alle istituzioni sportive internazionali per richiedere l’applicazione di una “quarantena sportiva” a Lyskun, una misura disciplinare che potrebbe impedirle di partecipare a competizioni ufficiali per un determinato periodo sotto una nuova bandiera. Sono inoltre in corso valutazioni per l’adozione di ulteriori azioni conformi alla legislazione ucraina al fine di prevenire il ripetersi di simili situazioni in futuro.
La decisione di Lyskun, originaria di Lugansk e già plurimedagliata a livello europeo e mondiale, ha suscitato forti polemiche nel panorama sportivo ucraino. L’atleta ha motivato la propria scelta denunciando l’inadeguatezza del sistema di allenamento ucraino e affermando di non aver riscontrato progressi significativi nella propria carriera.
Con il passaggio alla Russia, definita dalla Federazione ucraina “Paese aggressore”, la vicenda si è rapidamente trasformata in un tema di rilevanza politica oltre che sportiva, accendendo un nuovo fronte di tensione nel delicato contesto dei rapporti tra Kiev e Mosca.



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