Il giallo di David Rossi, il manager della Monte dei Paschi di Siena morto il 6 marzo 2013 dopo una caduta dalla finestra del suo ufficio nella Rocca Salimbeni, potrebbe essere giunto a una svolta definitiva. Dopo anni di dubbi, perizie contrastanti e un’indagine parlamentare, arrivano ora conferme scientifiche di eccezionale peso: i Carabinieri del RIS di Roma, attraverso nuovi esperimenti, avrebbero confermato la ricostruzione proposta dal programma “Le Iene”, affermando che Rossi non si suicidò, ma fu ucciso.
La vicenda si riapre grazie a una nuova simulazione 3D commissionata dalla trasmissione e a una serie di test fisici condotti dal Reparto Investigazioni Scientifiche. I militari, per la prima volta, ipotizzano una dinamica ben precisa: David Rossi sarebbe stato trattenuto per i polsi da una o più persone, sospeso nel vuoto e poi lasciato cadere. Una conclusione che capovolge la super perizia del 2022, affidata all’Università La Sapienza di Roma, la quale optava per la tesi del suicidio, sostenendo che Rossi si fosse “lasciato cadere”.
Ma proprio su quella prima perizia ora gravano seri interrogativi tecnici. Ingegneri forense consultati da “Le Iene” avrebbero scoperto che la simulazione della Sapienza fu eseguita utilizzando una versione obsoleta del software Virtual Crash (la 3.0), incapace di simulare movimenti autonomi del corpo prima di un urto. Inoltre, emerge la circostanza sconcertante che né il RIS né l’ateneo risulterebbero aver mai acquistato una licenza regolare per utilizzare quel programma, violandone i termini di utilizzo.
La nuova consulenza, condotta con l’attuale versione 6.0 del software, ha richiesto migliaia di simulazioni e circa 90 ore di lavoro. Il risultato è inequivocabile: le lesioni ai polsi di Rossi e il comportamento dell’orologio da polso ritrovato accanto al suo corpo sono incompatibili con un semplice “mollare la presa”. L’orologio, una cinturina staccata da entrambi i lati, si sarebbe frantumato e sarebbe caduto prima dell’impatto del corpo al suolo, un dettaglio fisicamente inspiegabile in uno scenario di suicidio.
Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Gianluca Vinci, ha dichiarato senza mezzi termini: “Da comune cittadino mi sento di dire che qualcuno l’abbia ucciso… Perché un suicidio non può avere quelle caratteristiche”. I recenti test del RIS, che hanno ricostruito la scena con un manichino antropomorfo in una camera di crash test, dimostrerebbero che solo trattenendo una persona sospesa e lasciandola di colpo si possono produrre le lesioni riscontrate e la rottura dell’orologio nella modalità osservata.
La famiglia di Rossi, rappresentata dalla figlia Carolina, ha lanciato un appello commosso alla magistratura per la riapertura delle indagini, sottolineando che “l’omicidio non ha prescrizione”. Dopo tredici anni di sofferenza e di risposte insoddisfacenti, queste nuove prove scientifiche offrono una base concreta per cercare finalmente la verità su una morte che ha sempre lasciato troppi interrogativi.



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