​​


Nazioni Unite, proposta a Di Maio: coordinatore per la pace in Medio Oriente



Una nuova, cruciale sfida potrebbe attendere Luigi Di Maio nel panorama internazionale. L’ex ministro degli Esteri e vicepremier, già rappresentante speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico, è indicato come il principale candidato per ricoprire il ruolo di Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente (UNSCO). Si tratterebbe di un incarico di altissimo profilo, che lo porterebbe a coordinare tutte le agenzie ONU operanti nell’area e a essere direttamente coinvolto negli sforzi diplomatici riguardanti la crisi di Gaza e il più ampio processo di pace.



La nomina avrebbe già ottenuto il via libera del governo italiano e il sostegno delle istituzioni europee, che nei mesi scorsi hanno lodato pubblicamente il lavoro svolto da Di Maio nel Golfo. Se confermata, questa posizione comporterebbe anche l’ascesa automatica al rango di vicesegretario generale delle Nazioni Unite, segnando un ulteriore salto nella già significativa carriera internazionale dell’ex esponente del Movimento 5 Stelle.

L’UNSCO ha sede a Gerusalemme e il suo coordinatore è chiamato a svolgere un delicatissimo lavoro di mediazione e coordinamento in una regione attraversata da tensioni profonde. Oggi, in particolare, la funzione implicherebbe un coinvolgimento diretto nel piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti per Gaza, nonché nella gestione della complessa crisi umanitaria ancora in corso. Si tratterebbe dunque di un ruolo ad altissima visibilità, ma anche di enorme responsabilità, soprattutto in un momento in cui il negoziato politico appare complesso e il percorso verso i due Stati sembra sempre più incerto.

La figura che ha ricoperto temporaneamente l’incarico nei mesi scorsi, l’esperta diplomatica olandese Sigrid Kaag, ha lasciato parole molto critiche sulla reale efficacia del mandato in assenza di un processo di pace concreto e credibile. Anche l’attuale coordinatore ad interim, Ramiz Alakbarov, funzionario ONU di lungo corso, ha gestito la posizione in un contesto di transizione.

Se la scelta cadrà su Di Maio, l’ex ministro si troverebbe quindi a guidare l’UNSCO in una fase critica e delicatissima, cercando di dare slancio e coordinamento agli sforzi delle agenzie umanitarie e diplomatiche presenti sul terreno. Resta ora da attendere le ultime formalità procedurali, che potrebbero presto ufficializzare questa importante nomina internazionale e assegnare all’Italia un ruolo di primo piano nel complesso scacchiere mediorientale.



Add comment