I trenta ragazzini bloccati a Londra «Noi tre giorni ostaggio di Ryanair»



Come in The Terminal Nel film Tom Hanks vagava senza fine in aeroporto, con gli altri in viaggio e lui l’unico a non partire. È capitato a trenta lombardi dai 13 ai 17 anni, molti alla prima vacanza senza genitori, per migliorare l’inglese. Due settimane di studio, gite e sport in Inghilterra, l’esperienza perfetta, come la definivano tutti.



Al ritorno la disavventura con Ryanair. Tre giorni bloccati allo scalo Stansted, a Londra. Sono stati imbarcati per tre volte, tenuti per ore dentro l’aereo e poi fatti scendere. Due volte volo cancellato, una volta «in overbooking», 0 almeno così è stato detto. Sempre separati dalle valigie, che ricomparivano tempo dopo. E con i genitori infuriati. Ieri sera la constatazione: impossibile tornare in quel modo. Così la scuola d’inglese di Milano li smista sui pulmini e li fa partire via terra. Lo stretto della Manica, la Francia, la Svizzera, infine (si spera) la Brianza.

«All’inizio mi divertivo. Adesso non ne posso più», confessa una ragazzina via WhatsApp. «Sono stanca, ho sonno», dice un’altra. «La mia valigia non so più dov’è, il telefonino è scarico e non ho il cavo per ricaricarlo», è l’ultimo messaggio di un ragazzo ai genitori. La comunicazione si chiude, «le informazioni arrivano frammentarie, dai ragazzi, nessuna assistenza dalla compagnia», è imbestialito il papà. I genitori hanno cominciato a fare rete e sostenuti dalla scuola d’inglese, promettono battaglia legale alla compagnia.

Un passo indietro. La partenza era fissata per giovedì scorso, alle 18.20. Volo FR

8736 Londra Stansted-Milano Malpensa. Il gruppo arriva all’aeroporto, sbriga tutte le procedure di check-in, il personale lo imbarca. Ore dentro l’aereo e alla fine la comunicazione: volo cancellato. «Abbiamo aspettato che ci riconsegnassero le valigie e alle tre di notte ci hanno portato in hotel—racconta una delle ragazzine —. Abbiamo dormito 4 ore, siamo andati nell’atrio dell’hotel e poi in aeroporto. Venerdì pomeriggio ci hanno imbarcato e sbarcati ancora».

Passano la seconda notte in aeroporto «perché Ryanair non pagava più l’albergo», è il racconto di una i4enne. Ieri sono rimasti nell’atrio. «Non ci hanno pagato nemmeno da mangiare», aggiunge un altro ragazzino. Nel tardo pomeriggio pare ci sia un volo: s’imbarcano, ma scendono di nuovo: «Troppo pieno». La scuola d’inglese a quel punto organizza i bus.

«Siamo sinceramente dispiaciuti per quanto successo», fa sapere al Corriere la low così irlandese. Che ricostruisce: «Il volo del 26 luglio è stato cancellato per questioni legate all’handling a Stansted. Ma i fulmini che si sono abbattuti il giorno dopo hanno costretto Ryanair a cancellare diversi collegamenti, compreso quello per Malpensa. Questo problema unito alla carenza di personale della torre di controllo — non dipendenti da noi — hanno causato ulteriori ritardi e cancellazioni anche il 28 luglio».



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