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Pensione ultime notizie oggi: pensione anticipata 2019 e licenziamento



Torniamo a parlare di pensione anticipata e dei casi in cui è possibile licenziare un lavoratore che abbia maturato dei requisiti per poter andare in pensione. Sembra che in linea di massima, non sia proprio possibile licenziare un lavoratore che potrebbe andare in pensione anticipata. Tuttavia, va detto che il licenziamento può avvenire nel caso in cui il lavoratore raggiunga l’età pensionabile, ovvero quando può usufruire della pensione di vecchiaia. Quindi, nel caso in cui il lavoratore abbia raggiunto il numero di anni anagrafici e contributivi richiesti, questo può essere licenziato senza alcuna motivazione, ma a condizione che il datore di lavoro vada a rispettare i termini di preavviso stabiliti dalla legge. Questo a meno che non ci siano delle clausole contrattuali che prevedono comunque il licenziamento senza preavviso, al raggiungimento dei 65 anni di età. Se però il lavoratore non è d’accordo con la decisione del datore di lavoro, è tutelato da una normativa contro il licenziamento illegittimo, fino a 70 anni e 7 mesi, che nel 2019 diventerà 71 anni.



Pensione anticipata

La pensione anticipata, altro non è che un trattamento previdenziale che può essere conseguito a prescindere dall’età anagrafica da parte dei lavoratori, che risultano iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria. Per poter usufruire di questo trattamento previdenziale per il triennio 2016-2018, pare sia necessaria un’ anzianità contributiva di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni 10 mesi per gli uomini. Inoltre, va detto che questo trattamento viene erogato nei confronti di determinate categorie di lavoratori ovvero quelli che risultano iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle gestioni speciali dei Lavoratori autonomi, ai fondi sostitutivi esonerativi ed esclusivi, nonché agli iscritti presso la gestione separata dell’INPS. La pensione anticipata è stata introdotta a partire dal primo gennaio 2012 dalla legge Fornero.

Come abbiamo visto, dunque, dal primo gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2018, il requisito contributivo per poter accedere alla pensione anticipata è pari a 42 anni 10 mesi per gli uomini e 41 anni 10 mesi per le donne. Questi requisiti però cambieranno a partire dal primo gennaio 2019 quando si passerà a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne, novità che sono state introdotte dalla circolare INPS n 62 del 2018. Tali novità Inoltre riguardano i lavoratori dipendenti lavoratori del pubblico impiego e autonomi. Ulteriori novità sembrano essere in arrivo a partire dal 2021, di cui ancora non è stata resa nota l’entità.

Pensione anticipata, licenziamento: differenze tra il pubblico e il privato

Come abbiamo detto, il lavoratore non può essere licenziato in modo legittimo, prima che possa raggiungere l’età necessaria per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Questo vale soprattutto per il settore privato mentre nel pubblico sembra essere diverso. L’amministrazione pubblica, infatti, è obbligata a cessare il rapporto di lavoro del dipendente che ha maturato i requisiti necessari per la pensione di vecchiaia. Allo stesso modo, l’amministrazione pubblica deve provvedere a cessare il rapporto con il lavoratore che ha maturato i requisiti per la pensione anticipata e che dunque ha raggiunto l’età ordinamentale per poter andare in pensione.



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