Pensioni e Quota 100, nuovi paletti e restrizioni per chi lascia in anticipo il lavoro



Si parla ancora di pensioni e nello specifico di quota 100, con la conseguente volontà di voler superare la tanto odiata legge Fornero. Ad ogni modo, in attesa di notizie più certe che dovrebbero arrivare entro la fine del mese di dicembre, si prevedono più paletti e restrizioni per potere scoraggiare l’uscita dal mondo del lavoro e dare la possibilità così di risparmiare fino a 2 miliardi di euro nella legge di bilancio. Ma quali potrebbero essere questi paletti  e penalizzazioni che il governo potrebbe mettere in campo? Innanzitutto arrivano rassicurazioni sulla misura quota 100, ovvero quella misura che darà la possibilità di poter andare in pensione anticipatamente una volta compiuti 62 anni di età e maturati 38 anni di contributi. Questa misura si farà e la conferma è arrivata non soltanto dal vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma anche dal premier Conte e sarà garantita per tutti 430.000 aventi diritto.



Ad ogni modo però, mentre in un primo momento si era detto che questa misura non prevedesse alcun tipo di paletto e penalizzazioni, adesso questi sembrano essere necessari per poter effettuare dei Risparmi per le casse dello Stato ed evitare così di andare incontro ad alcune sanzioni da parte dell’Unione Europea. Questi risparmi potrebbero arrivare grazie alla rinuncia di alcuni possibili beneficiari che hanno i requisiti per la pensione anticipata. Gli aventi diritto a quota 100, saranno coloro che avranno maturato i requisiti al primo gennaio 2019 e dovrebbero essere circa 430 Mila, ma per poter evitare che ne Possono usufruire tutti, il governo sta pensando a dei paletti ed il primo è quello che è previsto già da tempo dalla legge di bilancio.

Questo paletto sostanzialmente sarebbe il seguente, ovvero chi uscirà prima dal mondo del lavoro avrà un mancato guadagno per aver versato meno contributi e si tratterebbe di un taglio anche piuttosto pesante, che si potrebbe aggirare sul 21- 22% dell’assegno a causa della mancata contribuzione negli anni che si pagherebbero dalla pensione normalmente prevista dalla legge Fornero.

Tra i paletti pensati dal governo, ci sarebbe anche il divieto di cumulo ovvero l’impossibilità per coloro che vanno in pensione di continuare a lavorare. Altro limite e paletto, dunque, potrebbe essere quello riguardante il differimento del TFR per gli statali e quindi l’idea di non vedere corrisposto subito la liquidazione, potrebbe in qualche modo andare a scoraggiare i lavoratori per andare in pensione e questo farebbe si che si potrebbe risparmiare notevolmente almeno per il momento.



Lascia un commento