Pensioni ultime notizie Quota 100: finalmente raggiunto accordo



Si torna a parlare di pensioni e più nello specifico di Quota 100, che sembra essere un argomento piuttosto centrale nelle ultime settimane. Una volta chiarito che effettivamente di Quota 100 se ne inizierà a parlare durante il periodo natalizio, proprio nella giornata di oggi è arrivata una notizia in secondo cui, sarebbe stato stilato un accordo tra i due principali partiti di governo riguardanti lo schema previdenziale partendo proprio da Quota 100 per poi arrivare anche alle pensioni d’oro. Stando a quanto emerso, sembra che una prima fase del lavoro riguarderà il superamento della legge Fornero, che però al momento non ha trovato spazio nella legge di bilancio, dove tra l’altro sarà presente un fondo che avrà lo scopo di revisionare la legge del 2011.



Proprio per questo motivo Quota 100, così come altre misure previdenziali si troveranno all’interno di un ddl, oppure di un decreto legge successivo alla Legge di bilancio 2019. La preoccupazione nei giorni scorsi era che Quota 100 non venisse più attuato per il 2019, ma i vice premier Di Maio e Salvini, hanno fatto sì che tutto ciò venga attuato nel più breve tempo possibile. Questa misura ha un carattere di urgenza che dovrebbe in qualche modo provvedere alla definizione immediata della misura, in modo che questo possa partire già dai primi mesi del 2019.

Pensione Quota 100 e finestre di uscita

Una volta confermato questo accordo tra le principali parti ovvero a Movimento 5 Stelle e Lega, è stato anche confermato il meccanismo di Quota 100. Si prevede, dunque, l’uscita dal mondo del lavoro avendo compiuto 62 anni di età e aver accumulato 38 anni di contributi e quest’ultimo requisito è minimo per poter accedere a questa forma di pensione anticipata. Una volta raggiunto il requisito contributivo, si potrà andare in pensione anche a 63 anni oppure a 64 e in questo caso si parla rispettivamente di Quota 101 o Quota 102, ancorando però l’impianto della misura sui 38 anni di contributi minimi di cui 35 che dovrebbero risultare effettivi. Riguardo le finestre di uscita, sono state confermate che queste saranno stabilite ogni tre mesi per quanto riguarda i dipendenti del settore privato, mentre per i dipendenti pubblici ce ne saranno soltanto due e ovvero una ogni 6 mesi.

Proprio per i dipendenti pubblici scatterà anche l’obbligo di preavviso di sei mesi per cercare di evitare di incappare la macchina amministrativa. Discorso a parte per il personale della scuola che invece avrà una sola finestra annuale. Riguardo le pensioni d’oro pare che al momento sia  stato confermato un contributo di solidarietà finalizzato e a portare circa un miliardo di euro in 5 anni. Si interverrà soltanto sugli assegni di importo superiore a € 90.000 lordi all’anno con un meccanismo di aliquote che andrà ad aumentare man mano che l’importo dell’assegno aumenterà.

Pensioni 2019 e aumento età pensionabile: uscita a 71 anni, tutti i requisiti

Una nuova circolare, ovvero la numero 62 del 4 aprile 2018 pare che abbia illustrato effettivamente quelle che sono le novità che entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2019. Una delle novità riguarda l’adeguamento dell’età pensionabile per effetto della speranza di vita che aumenta di 5 mesi. Questo prevede che a partire, dunque, dal primo gennaio 2019, si può andare in pensione dopo avere lavorato ben 5 mesi in più. Con questa circolare, si specifica anche che l‘accesso delle prestazioni pensionistiche entrerà in vigore nel biennio 2019-2020, proprio per effetto della cosiddetta speranza di vita. Quali sono , dunque, le novità relative alla pensione anticipata dal prossimo primo gennaio 2019?

Pensione novità 2019: requisiti necessari

A partire dal 2019, per poter andare in pensione bisognerà aver perfezionato 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne. Ad oggi invece il termine è pari a 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi. Tale adeguamento pare che possa coinvolgere anche i lavoratori precoci, i quali per poter andare in pensione a partire dal prossimo anno, dovranno maturare 41 anni e 5 mesi di contributi o 45 anni tondi mentre per la pensione di vecchiaia, bisognerà raggiungere 77 anni di età sia per uomini che per le donne, rispetto ai 66 anni e 7 mesi di oggi.

Pensioni ultime notizie, adeguamento speranze di vita

Tale adeguamento della speranza di vita, pare che possa interessare le prestazioni previdenziali di tutti quei soggetti che sono privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Per fare un esempio concreto, il requisito anagrafico per poter usufruire della prestazione anticipata per gli Assicurati che sono in possesso di vent’anni di contribuzione effettiva, passerà da 63 anni e 7 mesi attuali a 74 anni e da 70 anni e 7 mesi a 71 anni per la cosiddetta vecchiaia contributiva. Bisognerà, dunque, partire dal 2019 avere 41 anni di contributi oppure 66 per la prestazione di vecchiaia. A restare inalterato sarà il criterio delle finestre mobili che dovranno essere pari a 21 mesi per totalizzazione di anzianità e 18 mesi per quella di vecchiaia.

L’aumento di 5 mesi pare che possa riguardare anche la data di ingresso alla pensione per il comparto di sicurezza e difesa, per i quali attualmente sono previsti dei requisiti differenti rispetto a quelli vigenti nell’Ago. Stando a quanto riferito, sembra che sono soggetti agli adeguamenti anche i cosiddetti lavoratori salvaguardati, ma in questo caso la normativa sulla quale dover applicare 5 mesi di slittamento è quella che si riferisce al periodo pre-Fornero. Tale adeguamento dal 201,  pare che possa coinvolgere i requisiti per il conseguimento dell’assegno sociale che slitterà a partire dal prossimo anno dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67 mesi.



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