Riforma pensioni e manovra: pensione di vecchiaia, quota 100 e fondo casalinghe



Vediamo insieme tutte le nuove novità per quanto riguarda la pensioni: Domenica 30 dicembre è stato dato il via Libero alla camera sulla manovra. Dopo un passaggio particolarmente difficile, la legge di bilancio 2019 è stata approvata dalla camera con 313 voti a favore È solamente 70 contrari. infatti, come di consueto, la nuova norma è stata firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. possiamo dire, che le risorse stanziate per quota 100 sono state confermate, sistema pensionistico prevede 3,9 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi Nel 2020 andando avanti fino al 2021 con 8,6 miliardi.



Con la riforma pensioni 2019, vediamo che cosa succederà per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, quota 100 docenti e la pensione con il fondo casalinghe. Sono tanti i dubbi, così come le perplessità riguardanti la riforma pensioni 2019 che arriverà ufficialmente nelle prossime settimane. Ciò che ci si chiede è se effettivamente la pensione di vecchiaia spetterà oppure non spetterà, cosa succederà con quota 100 e tanti dubbi riguardano ancora il fondo casalinghe. Riguardo la pensione di vecchiaia, si potrà accedere alla stessa non avendo compiuto 67 anni di età. Una lettrice ci espone il suo caso, ovvero ci spiega che deve compiere il prossimo 30 dicembre 58 anni, di avere 22 anni di contributi versati nel 2013, di aver perso il posto di lavoro e non essere più riuscita a trovarne uno. Quello che ci si chiede è quando si potrà andare in pensione. La risposta al momento è soltanto una ovvero, è l’unica possibilità di pensionamento e la pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età visto che con soli 22 anni di contributi l’alternativa possibile sarebbe l’Ape volontaria per la quale occorrono ben 63 anni di età.

Riguardo Quota 100, un altro lettore ci chiede dei chiarimenti sulla misura pensionistica che molto probabilmente verrà visualizzata entro il prossimo 12 gennaio. Si tratta di un docente che al 31/8 2019 maturerà un servizio di 41 anni 10 mesi e 12 giorni e nel mese di giugno 2019 compirà 63 anni. Quello che chiede è se con la nuova riforma e quindi con quota 100, potrà andare in pensione già a partire dal primo settembre 2019. Purtroppo per quanto riguarda i docenti, il pensionamento con Quota 100 è piuttosto penalizzante e ad oggi è anche piuttosto in dubbio. Anche nel caso in cui si dovessero maturare i requisiti per l’accesso nel 2018, non avendo presentato la domanda di cessazione dal servizio alla data del mese di dicembre 2018, non è prevista l’uscita dal mondo del lavoro per il prossimo anno e dunque per tutto il 2019.

Questo a meno che non intervenga comunque un provvedimento del Miur o che con il prossimo decreto non si stabilisca che la quota 100 preveda l’ uscita per il personale della scuola al primo settembre 2019. Riguardo il fondo casalinghe, una lettrice ci spiega come di aver letto su internet della legge che da la possibilità alle donne di 57 anni con almeno 5 anni di contributi di poter andare in pensione. La stessa riferisce di avere sempre pagato l’assicurazione casalinghe di importo pari a 21,90 euro l’anno e chiede quindi se dovrà fare qualche domanda oppure cosa fare per poter andare in pensione.

Purtroppo sembra che gli anni di contributi versati all’INPS non possono essere utilizzati per la pensione del fondo casalinghe per la quale sono utili soltanto i contributi che si sono versati nello stesso fondo. Quindi per poter accedere alla pensione con il fondo casalinghe a 57 anni di età, bisognerà essere in possesso di almeno 5 anni di contributi versati nel fondo stesso ed è anche importante che la pensione erogata sia pari oppure superiore al minimo INPS.

Riforma Pensioni 2019, le ultime novità su Opzione Donna e Quota 100

A fornire le ultime novità riguardanti la riforma delle pensioni, ideata dal governo Movimento 5 Stelle Lega sono state fornite direttamente dal ministro dell’economia Giovanni Tria nel corso dell’audizione in commissione bilancio alla Camera. Riguardo Quota 100, sembra che il ministro abbia affermato che si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi maturati senza alcuna riduzione riguardante l’assegno pensionistico. Il ministro ha inoltre precisato come il riconoscimento di un assegno inferiore è il semplice normale effetto del sistema contributivo con il quale ormai si va in pensione. “Con un valore della pensione che dipende dal valore dei contributi versati, l’anticipo del pensionamento si traduce ovviamente in un assegno minore. Ma se è vero che uscendo prima dal lavoro si incassa un assegno più basso, non si può non considerare che lo stesso assegno verrà incassato per un tempo più lungo”, è questo quanto spiegato dal ministro Tria.

Riguardo Quota 100 è stato istituito un fondo che pare abbia una dotazione pari a 3,9 miliardi nel 2019 , 8,3 nel 2020 8,6 nel 2021. Anche in questo caso, il ministro Tria ha precisato come i fondi siano stati ridotti rispetto a quanto si fosse deciso inizialmente, Ma che la riduzione degli oneri rispetto a quanto previsto inizialmente, non va ad incidere sulla portata della misura ma è da ricondurre soltanto ad una serie di accorgimenti ordinamentali, come il divieto di cumulo, reddito pensione per il preavviso di 9 mesi, necessario per i dipendenti pubblici. Per quanto riguarda invece Opzione donna, ovvero quella misura pensionistica che darebbe la possibilità alle donne di poter accedere alla pensione una volta compiuti 58 anni o 59 anni, nel caso di lavoratrici dipendenti o autonomi è maturato 35 anni di contributi, il ministro Tria ha affermato come si potrebbe assistere ad un nuovo slittamento della proroga.

“Per quanto riguarda il pensionamento anticipato per le donne, prorogheremo Opzione Donna in un successivo decreto permettendo alle lavoratrici di andare in pensione con un’età di 58 anni o 59 anni, se dipendenti o autonome, e 35 anni di contributi. Questa misura è integrata da disposizioni che riguardano il taglio delle pensioni più elevate ed il raffreddamento della perequazione”, ha dichiarato Tria in Commissione bilancio. Si tratta di una notizia che sicuramente non farà felici le lavoratrici che attendevano tanto la proroga della misura.

A smentire in qualche modo le affermazioni del ministro Tria su Opzione donna via Social è stata Maria Edera Spadoni vicepresidente della Camera dei Deputati la quale ha scritto: “Le dichiarazioni del Ministro parlano di un decreto ad hoc per Opzione donna, cosa tra l’altro ribadita anche in precedenti dichiarazioni”. Poi in un post successivo ha dichiarato ancora: ” Mi confermano che Opzione donna verrà inserita nel decreto “Quota 100. Tria si riferiva all’attuale manovra di bilancio quando ha parlato di “proroga in un successivo decreto”. Mi hanno appena confermato questa informazione”.



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