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Questo articolo in breve

Serve svoltare, e anche in fretta. Il tempo, per Rino Gattuso, si sta esaurendo. La sconfitta nel derby ha detto che il tecnico non aveva saputo dare certezze ai suoi giocatori; la sconfitta con il Betis ha detto che la china è a un passo dall’essere irreversibile, pur non avendo giocato così contratti come contro l’Inter. Però, in un modo o nell’altro, la squadra non fa punti e sta mettendo a rischio tutti i buoni propositi iniziali. Ovvero arrivare tra le prime quattro squadre del campionato e fare più strada possibile in Europa League, magari avvicinandosi in maniera decisa alla vittoria finale. Nulla è compromesso, al momento: come ha ricordato ieri Gattuso in conferenza stampa, se oggi il Milan batte la Sampdoria e mercoledì, nel recupero della prima giornata, fa altrettanto con il Genoa, a metà settimana avremmo una classifica molto, ma molto interessante anche in chiave Champions. Discorso analogo in Europa, con il Betis che ha effettuato sì il sorpasso nella classifica parziale del girone, ma con la prospettiva che davvero qualificarsi al turno successivo non possa mai e poi mai essere un’impresa particolarmente complicata.



Gattuso ha dunque cambiato che è meglio provare a cambiare qualcosa, prima che sia troppo tardi soprattutto per lui, oltre che per il Milan. E quindi, consapevole che ormai ogni partita potrebbe anche essere decisiva per il suo futuro, prova a cambiare, ma non a stravolgere, perché i risultati devono arrivare subito. Insomma, cambiare sì, perché così non si può andare avanti. Tuttavia senza rivoluzioni, perché non c’è il tempo materiale per aspettarne i frutti. Era inevitabile, anche alla luce dei gol e dell’incidenza che Patrick Cutrone ha avuto anche in questi primi mesi di stagione, che la sua promozione a titolare sarebbe stata la prima mossa. E così, salvo imprevisti dell’ultima ora, sarà, già a partire da questa sera contro la Sampdoria. Il giovane bomber, finora quattro gol tra campionato ed Europa League, non è solo quello che segna quasi quanto Higuain. Lui vale anche e soprattutto per come entra in campo, per come si agita, per come si spreme, per come si sacrifica. Lui è un testimonial importante, anzi fondamentale della svolta che tutti stanno cercando: perché è adrenalina allo stato puro, quella che serve al Milan per risvegliarsi dal torpore nel quale è rumorosamente caduto. Non hanno avuto molto tempo per provare a giocare assieme, lui e il Pipita. Ma è certo che Higuain non potrà che trarre benefici dalla presenza del giovane bomber: intanto non sarà più solo a sorbirsi sulle sue spalle tutto il peso dell’attacco rossonero. E poi avrà anche uno stimolo in più, quello di non farsi sorpassare dal ragazzino che cresce a vista d’occhio. In fondo, senza girare tanto attorno al tema, anche a Higuain si chiede di dare finalmente un colpo tangibile della sua presenza: è stato leader solo in un paio di partite, per il resto si è limitato a svolgere il compitino, salvo innervosirsi ultimamente perché si sente troppo isolato. Chissà che Cutrone non aiuti.

Gattuso ha anche provato in allenamento la difesa a tre, salvo abbandonarla quasi subito in vista Sampdoria, e forse non per il problema di Caldara, che è di nuovo fermo, chissà fino a quando. Possibile, invece, un rafforzamento della linea di centrocampo, che potrebbe essere schierata a quattro, anche se Suso, ovviamente, non può rimangiarsi le sue caratteristiche offensive. In ogni caso mosse sicure e in controtendenza rispetto al passato, per cercare di tirar fuori l’Inter dalle acque mobili nella quale si era cacciato. La strada è indicata, la meta molto chiara. Leonardo e Maldini monitorano la situazione, pronti a intervenire se dovesse rendersi necessario.

«Veniamo da due legnate ma non siamo morti. Io non sono spento né morto». Dopo i toni dimessi del post Betis Siviglia, Europa League, RinoGattuso si affida alla sua dialettica colorita per assicurare al mondo Milan che lui non è affatto rassegnato dopo aver visto la sua squadra crollare al 92’ nel derby e finire completamente in balia degli spagnoli quattro giorni più tardi. «Le sconfitte mi bruciano però so quello che ancora posso dare per la squadra, i ragazzi e la società – ha chiarito l’ex mediano -. La società ci ha sempre dato tranquillità. Prima della partita con il Betis ho parlato con GordonSinger, ieri (giovedì, ndr) Leonardo e Maldini hanno parlato con i giocatori. Dobbiamo lavorare e capire come migliorare. Se cominciamo ad arrenderci a ottobre. tutto diventa più difficile». E Gattuso non intende farlo: «Il Betis ci ha distrutto, è stata una grande delusione ma non ho mollato. Credo fortemente in questa squadra. A volte non riesco a fare i sorrisini, ma dentro di me non mi sono mai arreso».

Il fitto calendario ora non offre molti spazi per cercare contromisure. Il modulo potrebbe cambiare contro la Sampdoria ma, nella prima di due partite cruciali per il suo futuro, l’allenatore invoca soprattutto una svolta mentale da parte dei suoi giocatori, per i quali si dice «pronto a mettere non solo la mano, tutto il corpo sul fuoco». «Possiamo accantonare la tattica, voglio 23 leoni», ha detto ieri, poi ha rilanciato con «23 cani arrabbiati», espressione che agli appassionati di b-movie all’italiana avrà ricordato un thriller di MarioBava. La suspense non è mai mancata nemmeno negli undici mesi sulla panchina rossonera di Rino Gattuso che, nel momento di massima pressione, medita di lanciare da titolare per la prima volta in questa stagione il giovane PatrickCutrone, che anche quest’anno sta acquistabdo consensi a sun di gol. «Quando lui entra ci dà veemenza e voglio quello spirito che ci sta mancando – ha spiegato -. Ma serve anche qualità».

Quella dovrebbe garantirla GonzaloHiguain, a secco e inquieto con Inter e Betis. «Se una squadra non funziona, vengono fuori prestazioni non brillati come la sua. Dobbiamo metterlo in condizione di esprimersi al massimo – è convinto Gattuso -. Lui si deve innervosire meno, ne abbiamo parlato». Servono i gol di questi due attaccanti contro la squadra che ne ha subiti meno di tutti (appena quattro) in questo avvio di campionato. «Dopo i fischi dobbiamo riportare tifosi dalla nostra parte, mostrando voglia e cazzima – ha aggiunto Gattuso -. E poi, vincendo con la Sampdoria, considerato che subito dopo, mercoledì, dobbiamo recuperare la partita col Genoa, saremmo vicini alla zona Champions League».

Patrick Cutrone finalmente titolare nel Milan 2.0 di Rino Gattuso. Ovviamente al fianco di Higuain. Anche il tecnico rossonero si è convinto che «Cutro» merita un posto fisso in questo Milan fin dal 1’. Viaggiando a una media gol di 1 ogni 40’ (1 in Serie A, 3 in Europa League) l’attaccante ha dimostrato, non solo a suon di reti, che quando c’è lui in campo il Milan rende di più soprattutto dal punto di vista caratteriale. La promozione dell’azzurro arriva dopo otto giornate (manca all’appello il recupero contro il Genoa) dove Gattuso l’ha utilizzato con il contagocce: solo 79’ spalmati in 6 gare. La presenza, inedita, di due punte titolari potrebbe vedere in campo un Milan a due facce. Con il 4-4-2 che vede Suso partire dalla linea mediana oppure con il 4-3-1-2 con lo spagnolo collocato alle spalle di Higuain e Cutrone. LEGNATE. Gattuso ha inquadrato con grande onestà e altrettanta concretezza l’attuale momento-no del Milan. «Veniamo da due “legnate” ma non siamo morti: io non sono spento né morto. Le sconfitte mi bruciano, però so quello che ancora posso dare per questa squadra, per questi ragazzi, per questa società. Contro la Samp voglio vedere 23 leoni, voglio senso di appartenenza e desiderio di vincere. Posso mettere da parte tutto quello in cui credo tatticamente, ma deve essere un Milan disposto a tutto per vincere. Non mi interessa di nulla, voglio vedere 23 “cani rabbiosi”. Voglio carattere, dobbiamo riscattare queste due ultime partite. La squadra può fare molto di più di quello che sta facendo». E non è un caso che l’emblema di questo Milan sia sempre lui: Patrick Cutrone. «Porta veemenza, voglia, pressione anche da solo su tutti gli avversari – ha puntualizzato Gattuso -. Voglio vedere tutti i miei giocatori con il suo temperamento, con quella voglia lì. Poi serve qualità però, perché solo con la voglia non si va da nessuna parte». HIGUAIN. Ovviamente non può bastare il solo Cutrone per vincere le partite. Dalla presenza in campo del bomber «made in Italy» potrebbe trarre grandi vantaggi anche Higuain. Ma a patto che, secondo Gattuso, cambi il suo atteggiamento in campo. «Quando una squadra non funziona, vengono fuori prestazioni non brillanti come quelle di Higuain – ha spiegato il tecnico – La squadra deve metterlo in condizione di esprimersi al massimo. Da lui, però, mi aspetto sempre una parola di incoraggiamento nei confronti dei compagni, non le braccia alzate… Ne abbiamo parlato, si deve innervosire meno. Deve pensare a giocare, senza perdere energie protestando. Comunque è un leader, per i sudamericani è una guida. Se in questo momento le sue prestazioni non sono buonissime la responsabilità è di tutti noi». Insomma, si riparte ovviamente dal Pipita con una formula tattica rivisitata. IN&OUT. Da segnalare la prima convocazione di…incoraggiamento di Andrea Conti che, comunque, effettuerà un test importante venerdì (ore 19) con la Primavera. Il terzino, quindi, torna tra i convocati esattamente dopo 225 giorni. L’ultima chiamata risaliva al 17 marzo scorso (Milan-Chievo). Invece continua il calvario di Mattia Caldara che ieri, durante la rifinitura, ha interrotto l’allenamento per un problema muscolare al polpaccio destro che verrà valutato nelle prossime 48 ore. Giovedì scorso contro il Betis era abile e arroualibile in panchina….

MILANO. Non c’è proprio pace per Rino Gattuso. Messo sotto pressione dal suo club dopo il doppio kappaò nel derby e contro il Betis Siviglia, il tecnico milanista deve fare i conti anche con le sempre più frequenti «picconate» di Silvio Berlusconi che già alla vigilia della sfida contro l’Inter era stato buon profeta manifestando le sue perplessità sulle scelte di Gattuso. «Il Milan dovrebbe giocare sempre con due punte e non capisco perché questa cosa che è così ovvia per me, che lo è stata per Sacchi, Capello e Ancelotti non lo sia per l’attuale tecnico. Cutrone è un’ottima prima punta. Con Higuain il Milan ha trovato un grande goleador, ma dovrebbe avere accanto sempre un altro attaccante». L’ex numero 1 rossonero ha rincarato ieri la dose dopo il kappaò in Europa League. «È una sofferenza vedere il Milan in campo in una maniera inefficace. Nel derby ci sono stati pochi tiri in porta perché il nostro centravanti (Higuain; ndr) non ha avuto modo di ricevere passaggi. E dipende naturalmente dal modulo che speriamo possa cambiare». L’ennesima puntata di un attacco frontale, a conferma di idee completamente agli antipodi.
ESONERO. Sulla riconferma di Gattuso sulla panchina rossonera, lo stesso Berlusconi ha preferito non sbilanciarsi. «Sono decisioni che spettano ai vertici della società e io non ho intenzione di intromettermi», ha ammesso il patron del Monza che ieri ha ricevuto gli sponsor della società brianzola a Villa Gernetto.
Fra l’altro è possibile che Berlusconi possa abbracciare contemporaneamente i due grandi amori…calcistici della sua vita in un match amichevole da disputare al «Brianteo».

Ritrovare il Milan. Il suo Milan. L’obiettivo di Gennaro Gattuso, al di là della permanenza in panchina, messa in dubbio dalle ultime due sconfitte e dall’atteggiamento messo in campo dai giocatori più che dalle idee attuali della dirigenza – pronta però a cambiarle se i risultati non dovessero arrivare in fretta (Donadoni rimane in cima alla lista anche per la conoscenza dell’ambiente) -, è quella di ritrovare la propria squadra. Il Milan visto contro il Betis non è quello che il tecnico aveva osservato nei precedenti due mesi. Il Milan aveva perso anche contro il Napoli, ma la prestazione era stata assai differente. L’urgenza, a 48 ore dalla sfida alla Sampdoria a San Siro e prima del recupero col Genoa in programma mercoledì 31 sempre a Milano, è quella di capire cosa stia succedendo nella testa dei giocatori che in 180 minuti hanno perso certezze, mostrando pericolose fragilità mentali. Gattuso, almeno stando a quanto dichiarato dal club, non è in bilico. E’ ovvio, però, che le prossime due gare in casa e la trasferta a Udine di domenica 4 novembre saranno fondamentali per capire come proseguire: il Milan con 6 punti contro le due genovesi andrebbe al quinto posto in classifica, a ridosso della zona Champions, ma è altrettanto vero che quanto visto con Inter e Betis ponga domande al tecnico. E alla società. La squadra, per esempio, segue ancora il tecnico? Leonardo ha confermato Gattuso prima del Betis, poi il club ha fatto sapere che la posizione del tecnico non era in pericolo. Il presidente Scaroni giovedì durante l’assemblea di giovedì ha dichiarato come i risultati del campo siano fondamentali per la crescita economica della società. Insomma, la stima per Gattuso rimane immutata, ma c’è bisogno di un repentino cambio di direzione.

La squadra, per lo meno lo zoccolo duro dei titolari è con l’allenatore, ma ciò va poi dimostrato in campo. Contro gli spagnoli in pochi hanno lottato col coltello fra i denti (Higuain, per esempio, è sembrato ancora molto nervoso). Contro la Sampdoria, più che il gioco che la squadra ha mostrato nelle prime giornate di campionato, servirà una reazione, servirà un Milan formato-Cutrone, al di là dell’impiego o meno del giovane bomber. Gattuso si aspetta un atteggiamento diverso e su questo lavorerà nelle ore che portano alla sfida con la Sampdoria. E sul tasto psicologico hanno battuto forte ieri mattina anche Leonardo e Maldini, saliti a Milanello e rimasti al centro sportivo per diverse ore. I due dirigenti dell’area sportiva hanno parlato a lungo con Gattuso e poi alla squadra nello spogliatoio, prima che il gruppo si separasse in due parti fra chi ha giocato giovedì e chi no. Leonardo e Maldini hanno chiesto alla squadra di dimenticare quanto accaduto, di guardare avanti con lo spirito giusto perché l’obiettivo Champions non è ovviamente ancora svanito. Anzi. E per questo hanno chiesto – anche a Gattuso – di non demoralizzarsi, che il tempo per rimettersi sui binari giusti c’è. Serve la svolta. Serve ora. Per il Milan e per Gattuso.



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