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Ci pensa, “more solito”, Massimiliano Allegri a rompere la manfrina di rito su chi vedremo questa sera al posto dell’infortunato Giorgio Chiellini. Pochi minuti prima di lui, Daniele Rugani aveva, secondo logica pallonara, sottolineato che «sappiamo tutti quale sia il valore di Giorgio e chi lo sostituirà farà bene», eccetera, eccetera, eccetera. Per fortuna c’è Allegri: «Tocca a Rugani – sottolinea il tecnico in modo perentorio – come sempre accade: se non c’è Chiellini o uno dei centrali, gioca un altro dei centrali. Daniele è uno dei giovani migliori in Italia e uno dei migliori difensori d’Europa, perché gli italiani sono ancora i migliori».



E avrà tempo per dimostrarlo, non soltanto qui ad Amsterdam, alla Johan Cruijff Arena, in un quarto di Champions che si preannuncia tosto per la Juventus, contro un Ajax lanciatissimo. Il motivo? Non si sa quando Chiellini, rimasto a Torino a lavorare, potrà recuperare dalla contrattura originata dalla botta incassata a Cagliari. Basti la risposta di Allegri, a precisa domanda: «Quando torna? 1X2», bella tripla, salvagente del Totocalcio che fu.

Rugani è giunto alla quarta stagione di Juventus. In questo 2019 ha saputo ritagliarsi spazi importanti, tra infortuni e riposi dei titolari, collezionando il grosso delle presenze stagionali in campionato: 9 su 13 partite. Il forfait del capitano gli concede l’opportunità della seconda da titolare in Champions League. Ma, rispetto al match nel girone eliminatorio in casa dello Young Boys, si tratta di tutt’altro affare, in palio c’è l’accesso alla semifinale del torneo: «Per me è un momento bellissimo – ammette Rugani – da vivere con entusiasmo. Fin da piccolo sogni partite così, straordinarie da giocare. E noi lavoriamo tutti i giorni per appuntamenti di questo genere. L’Ajax è giovane, forte, ha sia gamba sia qualità tecnica. La Juventus dovrà prestare attenzione, essere solida e sfruttare le opportunità che ci saranno perché loro, dietro, qualcosa concedono. Poi, ricordiamolo, ci sono andata e ritorno».

Rugani era dato dalla scorsa estate come uno dei possibili partenti, soprattutto dopo il rientro di Leonardo Bonucci dal Milan. Un ritorno che l’aveva fatto scivolare da un’alternanza con Medhi Benatia, come possibile titolare, al ruolo di riserva. E neanche quale prima alternativa. Ma il centrale non ha mai avuto intenzione di mollare la Juventus, altra cosa rispetto al marocchino che, a gennaio, ha spinto per essere ceduto. Una preferenza ripagata, con il recente rinnovo fino al 2023 e con la fiducia di Allegri: «Sono contento della mia scelta, che va avanti da qualche anno. Sto con dei campioni, è difficile trovare anche un piccolo spazio, però guadagnarlo alla Juve vale molto più che da altre parti. Ho deciso per questo percorso e continuo su questa strada. Il rinnovo è stato importante, perché voluto da entrambi, era quello che speravo fin da quest’estate, nonostante qualche indiscrezione sul mio conto. C’è molto orgoglio per aver raggiunto questo traguardo».
Per Rugani questa sera ci sarà il confronto a distanza con l’omologo Matthijs de Ligt, obiettivo dichiarato del Barcellona e da tempo nei pensieri della Juventus: «È uno forte, sarebbe bello se venisse da noi. E’ sempre un piacere giocare con difensori bravi. Ma io penso al match, molto importante per la Juventus e per me. Mi auguro che non sia l’ultimo. Lavoro per appuntamenti così e gioco tutte le mie carte per meritarmeli».

Ajax – Juventus  Streaming, dove vedere la partita in tv

La partita Ajax – Juventus verrà trasmessa Mercoledi 10 Aprile in diretta e in esclusiva da Sky e nello specifico su Sky sport Serie A canale 102 Sky Sport 251. Tutti gli abbonati Sky potranno seguire la partita in streaming anche da dispositivi mobili come smartphone, pc, tablet e attraverso le piattaforme online Sky Go e Now TV. Molti sono i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming e sono davvero tanti. Esistono anche tanti siti che propongono eventi dal vivo, ma che non sono legali e danno anche nella stragrande maggioranza dei casi problemi e scarsa qualità video e audio. In genere questi siti vengono anche essere oscurati dalla Polizia informatica, proprio per la violazione del diritto di riproduzione. Esistono quindi dei portali legali che danno la possibilità di poter vedere le partite di calcio in streaming live, offrendo anche una qualità HD. Tra queste non possiamo non citare Sky Go e Premium Play che sono a pagamento, mentre altri sono gratuiti.

Rojadirecta Ajax – Juventus

ROJADIRECTA Ajax – Juventus – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

Cristiano Ronaldo ha già segnato sette gol all’Ajax, di cui una tripletta proprio qui, alla Johan Cruijff Arena. MarioMandzukic non ha ancora segnato un gol nel 2019, ha appena rinnovato e ha addosso la furia di chi sente il prurito delle critiche. FedericoBernardeschi è in fase di decollo, motori al massimo della potenza, assetto da aggiustare, ma condizione psicofisica eccellente. Sono i tre uomini bianconeri per sognare la Champions, non gli unici, ma questa sera sono loro: il primo per spazzare paure ataviche che il popolo juventino si porta addosso quando si parla della competizione maledetta; il secondo per combattere, perché inevitabilmente ce ne sarà una anche stavolta; il terzo per aggiungere quel pizzico di poesia come aveva fatto Del Piero tanti anni fa.
Certo, poi ci sono anche Douglas Costa e MoiseKean, pronti a scattare dalla panchina da dove spesso hanno cambiato le partite, e soprattutto Paulo Dybala che vive la sua stagione più difficile quanto a concorrenza, ma in queste serate di coppa c’è troppa adrenalina per tenere il muso.

La Juventus, questa Juventus che prova a vincere la coppa per l’ennesima volta, ha forse il reparto d’attacco più forte e completo del torneo, solo il City compete sullo stesso livello (con i suoi Sterling, Sané, Bernardo Silva, Agüero, Gabriel Jesus e Mahrez). E proprio agli attaccanti, MaxAllegri chiede il salto di qualità per riuscire nell’impresa sfuggita due volte. Nel 2015 la Juventus aveva il centrocampo più forte d’Europa (Pirlo, Vidal, Pogba, Marchisio), nel 2017 la difesa aveva toccato vette di sublime perfezione: non è servito a battere il Barcellona a Berlino e il Real Madrid a Cardiff. Questa volta i bianconeri possono permettersi il lusso di tenere in panchina Dybala e Douglas Costa, che avrebbero fatto molto comodo al Real Madrid orfano di Ronaldo nella serataccia del 4-1 contro l’Ajax al Bernabeu e probabilmente sarebbero titolari nello United e nel Tottenham. La Champions si vince segnando più gol degli altri e la Juventus ci vuole provare, anche se contro l’Atletico ha dovuto giocare una partita perfetta in entrambe le fasi per riuscire a passare il turno.

Stasera, invece, l’obiettivo è sfondare la difesa dell’Ajax, approfittare della sua vulnerabilità quando la squadra si sbilancia in avanti, presa dalla giovanile smania della sua rosa. E allora che l’esperienza spietata di Ronaldo, il rude pragmatismo calcistico di Mandzukic e le accelerazioni incendiarie di Bernardeschi possono fare la differenza. Poi, se segnasse Rugani o Bentancur dopo un rimpallo in area, Allegri sarebbe contento lo stesso, ma il concetto è che questa Juventus è una Juventus di attaccanti, tanto preziosi e numerosi da consentire scelte sfarzose. E’ un reparto con tutti gli accessori a disposizione: Douglas lo spaccapartite, Kean l’apriscatole, Dybala il fuoriclasse di scorta, oltre ai tre totem su cui Allegri costruisce una delle certezze di questa sfida: «Non finirà zero a zero».

E’ un cambio di mentalità che sta chiedendo, pur senza smentire la sua filosofia di gestione: Allegri vuole una Juventus più consapevole del suo potenziale offensivo, dell’arsenale che può sfruttare. La partita timida e imballata del Wanda Metropolitano deve essere cancellata e molto dipenderà da Ronaldo, strepitoso trascinatore contro l’Atletico a Torino e uomo chiave questa sera. Quelli dell’Ajax sembra non vedano l’ora di sfidarlo. Certo, c’è il piacere di affrontare il più forte ma anche un vuoto di memoria: 23 novembre 2010, fase a gironi della Champions, Ajax-Real 0-4 con due gol di Ronaldo; 27 settembre 2011 Real-Ajax 3-0 un gol di Ronaldo; 30 ottobre 2012, fase a gironi, Ajax-Real 1-4 con tripletta di Ronaldo; 4 dicembre 2012, andata ottavi di finale Real-Ajax 4-1 con un gol di Ronaldo. Sette gol in quattro partite: numeri per crederci ancora un po’ di più. E andare all’attacco.

Il look prima di tutto, perché tiene parecchio alla sua immagine: il Cristiano Ronaldo che si presenta alla rifinitura pre Ajax ha un tocco di biondo tra i capelli. Poche meches sul ciuffo e solo sulle punte, trucchetti che i parrucchieri usano per illuminare il viso. In realtà mai come in questo momento non ne avrebbe bisogno, perché è il ritratto della felicità. Quando la Juventus apre i cancelli della Continassa per il solito quarto d’ora concesso a giornalisti e fotografi (in anticipo rispetto all’orario previsto, 12.15), Ronaldo è già pronto a bordo campo insieme a qualche altro compagno di squadra, mentre gli altri arrivano alla spicciolata.

SCATTI E SORRISI SENZA PAURA Cristiano ha fretta, perché tre partite di fila da spettatore per lui sono già state un tortura. Passi per il campionato ma la Champions no, quella non aveva messo in preventivo di saltarla. Claudio Rigo, responsabile dello staff medico bianconero, lo osserva in silenzio, pesando con lo sguardo ogni suo movimento, alla ricerca di conferme che il flessore lesionato sedici giorni fa in nazionale non rappresenti più un problema. CR7 corre, scatta, si ferma e riparte, fa cambi di direzione senza titubanze. Quando finisce in mezzo durante il torello, va subito a contrastare Cuadrado per cercare di riprendersi il pallone. Nei suoi movimenti non c’è traccia di paura. Cristiano scherza coi compagni e soprattutto sorride. La sua gioia è genuina, perché ha lavorato tanto per recuperare in tempi record. Si è prefissato un obiettivo e l’ha raggiunto, come spesso gli succede, perché ha una forza di volontà fuori dal comune. «Andiamo, Champions League», è il messaggio che ha consegnato ai social prima di partire per l’Olanda, con foto di gruppo sull’aereo. Il Re ha mantenuto la promessa: è tornato per la sua Coppa, con un nuovo look e una voglia matta di giocare.

La password della Johan Cruijff Arena per l’accesso WiFi è Joa#@n14. Non si scappa. Qui tutto parla del Profeta. Non si prescinde da Cruijff neppure per leggere la partita di stanotte, perché il piccolo Johan fino a 10 anni tifava Juve e nel ’73, da leggendario capitano dell’Ajax, ha sollevato la Coppa dei Campioni con il bianconero addosso. Sarà notte di stelle, come nella tela di Van Gogh. Cristiano Ronaldo l’astro più luminoso, con i suoi 5 Palloni d’oro, le sue 5 Champions, i suoi 125 gol nel torneo più nobile. Era in forse, giocherà. E’ nato nell’85, quasi per rispetto, un anno dopo l’addio di Cruijff.

IMMORTALI Cruijff è stato il Gioco, CR7 è il Gol. Cristiano ha sempre abitato spazi circoscritti (prima la fascia, poi l’area). Johan ha spalancato il campo abbattendone i confini interni. Cristiano ha sottomesso maniacalmente il proprio corpo: ha deciso di diventare bello e lo è diventato; dice «quel giorno guarirò» e quel giorno guarisce; scolpisce ogni muscolo con la meticolosità di un amanuense. Johan ha gettato nel vento il proprio corpo e si è messo a correre. Sono diversi, ma a loro modo Immortali, come ha osservato Jordi Cruijff nella bella intervista alla Gazzetta, citata ieri da Erik Ten Hag: «Il mio Ajax sarebbe piaciuto a Cruijff? Un onore sentirlo dire da suo figlio ». Il tecnico ha detto pure: «Bello affrontare Ronaldo. Noi vogliamo sfidare i migliori». Cosa doveva dire? Che ha paura di un Mostro che ha segnato 7 gol in 12 incroci con l’Ajax, di cui 5 alla Cruijff Arena? Un Mostro che ha fatto 23 gol in 20 quarti di finale. Unico.

STELLINE A sbarrare la strada a CR7 ci sarà Matthijs de Ligt, classe ‘99, già capitano, talentino strappato al tennis che gioca d’anticipo: più giovane esordiente nella Nazionale olandese; secondo goleador più precoce, nella storia dell’Ajax, dopo Seedorf. Difensore elegante, desiderato da mezza Europa, Juve compresa, lanciato sullo scivolo della predestinazione. Dall’altra parte del campo, Daniele Rugani, condannato invece a strappare il futuro morso per morso, si giocherà l’esame della vita. Nel vuoto di Chiellini.

SE SALPADE JONG A proposito di predestinati: Frenkie de Jong, 21 anni, già venduto al Barcellona per 75 milioni più bonus. Non sai dire se arrivi dal passato o dal futuro. Perché il suo calcio moderno non è riassumibile in un ruolo e gioca con lo spirito degli antenati capelloni. Parte dalla difesa, può lanciare come un quarterback, ma anche tenersi la palla in mano e correre travolgendo i posti di blocco. I suoi strappi e i suoi appoggi sono la parte migliore del calcio di possesso e aggressione che predicava il Profeta: «C’è solo una palla. Chi ce l’ha, decide». E’ qui che Johan si dissociava dal nostro calcio. «Gli italiani non si divertono, perché vogliono solo vincere. Il modello è il Barcellona che gioca per divertirsi e divertire ». Allegri dovrà essere bravo a non farsi trascinare dall’Ajax nella corsa folle e nello scontro aperto, ma spezzare il ritmo e far fruttare le proprie qualità: esperienza, fisicità e individualità. Il rovescio della medaglia dell’entusiasmo giovanile è l’ingenuità. E l’Ajax ne commette. La Juve ha la maturità tattica e tecnica per approfittarne. Il Profeta ammoniva: «Gli italiani non sanno vincere, ma con gli italiani si può perdere».

JOHAN BERNA L’Ajax sta rimontando il suo passato. Non arrivava ai quarti dal ’97, ha riacceso entusiasmi da anni 70. Se i ragazzini, euforici, si sbilanceranno, Bernardeschi saprà sculacciarli in contropiede. Federico è lo juventino che più smuove il ricordo di Cruijff (detto con rispetto). Ha spaccato i recinti di trequartista e di esterno che lo ingabbiavano a inizio carriera, e si è messo a correre a tutto campo, con potenza e talento. A differenza di Madrid, la Juve avrà spazi da attaccare: lì si giocherà la qualificazione. Difendersi non basterà. Lo ordinava il Profeta: «La pressione va fatta sul pallone, non sul giocatore». E’ notte di stelle. Mirare alto.

Alzando gli occhi verso l’altro lato del campo, da centralone titolare in una serata di gala, Daniele scruterà con interesse il suo alter ego: difensore, biondo, baciato dalla gioventù.Macon un destino al contrario: Matthijs De Ligt, capitano dell’Ajax, è stato circondato dalla fiducia fin dalla culla. Mai in discussione dopo una partita storta, anzi con la fascia al braccio appena aveva il diritto di voto. Daniele Rugani, invece, vive da quattro anni alla Juve sulle montagne russe: è schiacciato dai giganti della BBC e messo in croce quando in campo non si mostra abbastanza cattivo. Eppure, a sorpresa, in questo quarto olandese ha l’occasione di far sterzare una volta per tutte la sua storia in bianconero: «Sappiamo il valore di Giorgio e quanto è importante per la squadra. Chi lo sostituirà, ovvero io, farà il massimo per non farlo rimpiangere ha detto nella conferenza della vigilia . Per me è un momento bellissimo, di quelli che sogni da bambino, per cui inizi a giocare a calcio e ti alleni ogni giorno. Non potrei essere più entusiasta e felice di questa occasione ». Meno felice il suo capitano, che non si è allenato per una vecchia botta al polpaccio sinistro e non è nemmeno salito sull’aereo per Amsterdam. La contrattura non preoccupa sul lungo periodo, anche perché Chiello conosce la natura di ogni piccolo fastidio che sente e sa fermarsi prima del patatrac, ma la sua presenza per il ritorno non è poi così scontata: «E’ un 1X2», la previsione di Allegri.

OCCHI NUOVI Il fatto stesso che Rugani sia per la prima volta lì, in posa ieratica accanto al suo allenatore, ha un alto valore simbolico: il difensore 24enne ha lo status per rappresentare il club in una occasione solenne e anche quella di difenderlo in campo contro i coetanei terribili. Su un avversario specifico, il suo alter ego nel mirino della Signora, Daniele è tornato con altre parole: «Conosco De Ligt, è forte, ci ho giocato contro in Nazionale e ha già dimostrato tanto. Giocare insieme in futuro? Perché no, avere calciatori bravi è sempre bello. L’Ajax ha tanti giocatori bravi come lui ed è normale ci sia molto mercato intorno a loro ». Ce n’era pure attorno a Rugani, soprattutto alla fine della scorsa stagione, ma la decisione di restare ha avuto come conseguenza il sigillo reale di qualche settimana fa: ricco rinnovo fino al 2023. «E’ stato un gesto importante, quello che speravo. Questa estate, nonostante alcuni rumors, le cose non sono andate in porto e sono contento e orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo insieme alla Juve». Tutt’altro pensiero rispetto a Medhi Benatia, fuggito nel mercato di gennaio visti i pochi varchi in cui inserirsi: «So che ogni piccolo spazio è difficile da ritagliare, ma qui vale più che da altre parti», ha invece concluso il difensore biondo. Non varrà ottanta milioni come quell’altro, ma forse da stasera in tanti lo vedranno con occhi nuovi.

Massimiliano Allegri è così abituato all’emergenza che quasi si annoia. Nelle ultime 24 ore ha perso il capitano e il più in forma a metà campo: basterebbe per un mese di mal di testa, invece Max in conferenza rischia lo sbadiglio, chiede più vitalità e alla fine spiega. «Cristiano si è allenato bene, è a disposizione e partirà titolare. Spero che Emre ci sia al ritorno, mentre Chiellini è 1X2». Come dire, può recuperare in fretta o metterci molto di più. La Juve quindi dovrebbe giocare con un 433 adattabile in 442: Cancelo a destra, Alex Sandro a sinistra, Bonucci e Rugani centrali, Pjanic e Matuidi in mezzo con Bentancur favorito su Khedira, Bernardeschi Mandzukic Ronaldo in attacco. Allegri nel suo libro appena pubblicato cita una serie di frasi di Johan Cruijff e qui, nell’ArenA intitolata al grande 14, può avere un senso usarne tre per riassumere il suo pensiero.

LA STRATEGIA «Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile». La frase di Cruijff è adatta perché Allegri chiede lucidità: «Servirà una gara lucida, tecnica – dice . Sarà aperta, difficilmente finirà 00 ». E ancora: «Dovremo essere attenti ai dettagli. Giocheremo per avere la palla, poi quando ce l’avranno loro servirà la capacità di fare la fase difensiva. Tre centrali? E’ dura, ne ho due…». Pronostico: Ajax aggressivo, a tratti molto, Juve concentrata sulla circolazione per superare la pressione e trovare spazio.

IL FISICO «Quando l’allenatore dà lo stop senti il cuore che batte vertiginosamente. Devi ricondurlo al ritmo normale in meno di due minuti: se non ci riesci è meglio che apri una tabaccheria». Questa è buona anche per chi non fuma: alle 21, occhio all’impatto fisico. «Servirà una partita fisica sul piano dei contrasti e dei duelli aerei. E bisogna correre, perché nel calcio non è obbligatorio ma aiuta, soprattutto con una squadra come questa». Parlando dei tanti uno contro uno, Allegri si lascia scappare una considerazione su Bentancur, che «farà bene sicuramente ». Indizio di formazione…

I TALENTI «Alla radice di tutto c’è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio». Allegri, antica Acciuga di talento, non ha parlato solo di fisico. Anzi, ha dato l’impressione di voler lanciare messaggi a tre giocatori di classe: «Bernardeschi è migliorato molto ma deve essere più decisivo. Dybala invece ha numeri impressionanti, mentalmente si sta ritrovando e tutto passa da lì. Se sta bene e trova la voglia di dimostrarlo, è uno dei più bravi del mondo». Ultimo, Douglas Costa, che partirà in panchina ma secondo Allegri «potrà essere determinante, anche al ritorno». Siamo all’ultima frontiera della motivazione: recuperare la pecora nera del 201819. Sì, sarebbe un grande colpo.

Questa può essere la notte di un’altra «allegrata». Non c’è Emre Can, il più importante tatticamente. Manca Chiellini, il miglior difensore puro di questa Champions, decisivo per alzare il tono agonistico. E infine rientra Ronaldo ma dopo un lungo stop, quindi un’incognita, sebbene la «bestia» che è nel portoghese si ecciterà all’odore del sangue di coppa. C’è quindi da inventarsi qualcosa contro un’Ajax che, visto così, diventa più temibile. Se Can fosse stato disponibile, sarebbe stata probabile la conferma del sistema visto con l’Atletico: il tedesco arretrava sulla linea di Bonucci e Chiellini, disegnando una fase d’impostazione con tre play (lui, lo stesso Bonucci e Pjanic). Un 3-2-4-1 moderno al quale manca l’interprete chiave. Khedira è un incursore, Bentancur è più mezzala del tedesco, De Sciglio è un esterno difensivo che si adatta. Niente da fare. Se ne può riparlare al ritorno.

MATUIDI LARGO? La Juve giocherà quindi a quattro. Di base, un 4-3-3 con Cancelo e Alex Sandro (o Spinazzola) sugli esterni, e una mediana con Khedira (esperienza) o Bentancur (ritmo) accanto a Pjanic e Matuidi. Tornando alle «allegrate », il pensiero corre a Napoli- Juve 0-1 di dicembre 2017, quando Allegri incartò Sarri con un sorprendente 4- 4-2 puro. Con Matuidi laterale di centrocampo, la Juve neutralizzò le fasce del Napoli, concedendogli il centro nel quale controllare la manovra era più facile. Il contropiede Dybala-Higuain chiuse il conto. Il 4-3-3 declinato in 4-4-2, con Bernardeschi a destra, può essere una soluzione, visto che dalle fasce l’Ajax fa paura

DIVERSI DAL REAL La Juve non è il Real Madrid che al Bernabeu ha giocato con sufficienza tattica, sentendosi superiore e concedendo spazi e situazioni per la gara ideale di Ten Hag. Attenzione: non aveva il suo Chiellini (Ramos). Ma nessuno in Europa ha la cultura e la disciplina tattica dei bianconeri. E non è un caso che nessuno possa interpretare così tanti sistemi, e cambiare ruolo a tanti giocatori, senza accorgersene. Il bello, o il brutto, di quest’Ajax è che gioca sempre allo stesso modo: in vantaggio e in recupero. Anche un’espulsione (vedi Psv) non cambia strategia. Quindi è la Juve che dovrà adeguarsi affinché la sua saggezza prevalga sullo spirito libertino olandese.

AJAXD’ASSALTO La Juve non è il Real ma neanche l’Ajax è l’Atletico. Ha un sistema molto più imprevedibile, aggressivo e spensierato. Naif no, perché Ten Hag non è un semplice teorico dell’attacco a tutti i costi, maun giovane Klopp che predicava velocità, verticalizzazioni e profondità nel Borussia. Senza Lewandowski, c’è una specie di 4-2-4 nel quale gli esterni (Ziyech e Neres) attaccano dalla fascia e incrociano, oppure servono palloni arretrati per chi arriva da dietro. Tadic fa il «9» arretrato con i colpi da «10» e De Beek l’incursore alla Perrotta. Al centro del sistema, De Jong, il prototipo di play più simile al modello Pirlo: da come imposta, si muove, difende palla col corpo, ha visione a lungo raggio e copre tutto il campo, è impressionante, vista anche l’età. Come il giovane Pirlo, ogni tanto tende a non guardarsi le spalle o a strafare.Mandzukic dovrà stare sulle sue tracce per creare una gabbia con il primo centrocampista bianconero che lo affronterà.

AGGRESSIONE ALTA L’Ajax aggredisce alto: sfuggire alla pressione in impostazione sarà la prima preoccupazione. Can avrebbe fatto comodo. La necessità di dialogare basso per Pjanic potrebbe suggerire Bentancur più di Khedira. Quello che l’Ajax aggiunge davanti, però, toglie dietro. De Ligt è più Krol (e Bonucci) di Chiellini: impostazione, eleganza, ma non una roccia. Il Real di occasioni ne ha avute, e tante, ma imprecisione, pali e tensione hanno negato il gol. Vulnerabile è parso l’Ajax nelle diagonali difensive: se attaccato dai lati, soffre i cambi di fascia. Mandzukic in mezzo dovrà attirare i centrali per liberare Ronaldo o Bernardeschi. Ah, poi ci sarebbe la mossa Kean: vedremo se ci sono le condizioni per un’«allegrata » storica.

Banalizzando al massimo: corri, Juve, corri! Come Forrest Gump, non come il Real Madrid. Ché l’Ajax non perdona.
Massimiliano Allegri, alla vigilia della delicata sfida alla Johan Cruijff Arena, ha le idee molto chiare e lo dimostra a parole eppersino con i fatti. Vuole una squadra grintosa, briosa, famelica e predisposta al sacrificio. Bella sveglia, insomma. Tant’è che persino un avvio di conferenza stampa moscetto – con qualche domanda pronunciata a bassa voce e smozzicata un po’ in spagnolo e un po’ in fiammingo, con la traduzione non esattamente fulminea – porta il Max bianconero a sfoderare una reazione tutta da gustare: «Dai sù, diamoci una sveglia qua e cominciamo a fare una conferenza per bene, sennò ce ne andiamo tutti a casa». Una sorta di spaccato dell’Allegri da spogliatoio che tra primo e secondo tempo ribalta chi ha speso meno del dovuto.

Fatto sta che la ricetta è già scritta e il canovaccio è segnato. Un canovaccio per il quale torna comodo persino quanto accaduto al Real Madrid, che in questo caso nell’ottica bianconera non è da ringraziare solo per “l’alzata d’ingegno” avuta nello sbarazzarsi di Cristiano Ronaldo in estate, ma anche per il memento mori fornito con la sconfitta per 4-1 subita contro gli olandesi agli ottavi di finale. «Quel risultato ci ha insegnato che le partite vanno giocate con una grande attenzione, soprattutto con un livello mentale molto alto. E forse soprattutto che bisogna correre, perché nel calcio non è obbligatorio, ma aiuta. A maggior ragione contro una squadra come questa. Dovremo essere aggressivi, perché sarà una partita aperta e nella quale dovremo essere bravi ad attaccare gli spazi. Diffcilmente sarà una sfida da 0-0». Anche perché da parte sua la Juventus avrà a disposizione un bomber assoluto come Cristiano Ronaldo («Se non succedono imprevisti all’ultimo momento, sarà titolare»).

Il recupero di Ronaldo rappresenta ovviamente una eccellente notizia per il tecnico, anche se il clima da emergenza sussiste visto che Emre Can non è a disposizione, così come Giorgio Chiellini (che rischia di saltare anche il ritorno: «La situazione è da 1X2…»). E nonostante Allegri non si scomponga più di tanto confermando piena fiducia a Daniele Rugani, non a caso accomodatosi accanto a lui in conferenza stampa (questione anche di stimoli e messaggi di fiducia da mandare), beh, l’allenatore finisce per stupire andando a citare Juan Cuadrado alla voce rimpianti. Il colombiano era finito fuori dalla lista della Champions League in tempi non sospetti, quando era infortunato. Ora, potendo, Allegri lo richiamerebbe eccome in causa. Addirittura si fa promotore di una “campagna” di revisione norme: «L’ho detto al presidente Andrea Agnelli (presidente dell’Eca e nel direttivo dell’Uefa; ndi): bisognerebbe istituire una wild card da sfruttare ad aprile per reinserire in lista almeno i giocatori reduci da ko. Perché lasciare fuori grandi giocatori in grandi partite per un infortunio pesante, dispiace. Dalle prossime edizioni, un pensierino si potrà farlo».
C’è tempo, comunque: ora la priorità si chiama Ajax. E poi si vedrà chi altro, eventualmente. Non è un caso, probabilmente, che citando l’Ajax il tecnico non si limiti a sottolineare che si tratta di una squadra forte, rimarcando piuttosto che è una società che ha storia contro la quale la Juventus ha disputato delle finali. Eccola, la parolina magica…



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