Alessandro Borghi con Suburra è protagonista della prima serie Netflix italiana



Ci siamo! Finalmente da qualche giorno la seconda stagione di Suburra, ispirata all’ omonimo romanzo scritto di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, è approdata su Netflix. In queste puntate inedite, la serie ci porterà a tre mesi dopo la line della prima stagione e le avventure dei protagonisti si svolgeranno nei quindici giorni che precedono le elezioni del nuovo sindaco di Roma. La battaglia tra criminalità organizzata, politici corrotti e la Chiesa sarà sempre più serrata e i personaggi saranno sempre più affamati di potere. Nel cast dello show: Giacomo Ferrara, Eduardo Valdamini, Claudia Gerini, Filippo Nigro e Francesco Acquaroli ma, soprattutto, Alessandro Borghi. Il merito di tanto successo è infatti soprattutto della magnifica interpretazione di Borghi, sempre più calato nel suo personaggio: in questa seconda stagione Aureliano è ancora una figura fuori controllo, spaventata, alla disperata ricerca di autoaffermazione e rispetto.



Lanciatissimo come attore, apparso da poco ne II Primo Re, Borghi è ormai il personaggio del momento. E chissà se quando ottenne il primo molo in Distretto di Polizia 6, nel 2006, avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato sulla vetta più alta del panorama artistico italiano. «È stata dura arrivare al successo, ma quando poi arriva non ricordi tutto quello che è successo prima, quindi va bene così» ha detto l’attore, intervistato da Le Iene. Lui si definisce «Una via di mezzo tra un figlio di papà e un ragazzo di borgata» e ammette di avere dei difetti. Quali? «Ho le gambe secche, non molto lato bei fianchi larghi», dice. Sarà, ma a noi il romano 33enne con un fìsico da attore americano, scolpito da anni di arti marziali, sembra perfetto
così! Del resto il suo fìsico forgiato dalla grande passione per lo sport, glielo permetteva: pratica molte discipline, tra cui full contact, equitazione, pugilato e scherma. Borghi, che ha anche interpretato Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle, fa anche una previsione: «Vincerò l’Oscar con il mio primo molo da trans, ricordatevelo!».

Ma c’è un molo che non sa se potrebbe mai portare in scena: «Interpretare un leghista Sarebbe complicato», ammette. Oggi il bell’Alessandro è uno degli attori più amati eppure ha iniziato facendo il modello e lo stuntman. È arrivato alla recitazione per caso: «Mi ero iscritto all’università, avevo altri progetto per la mia vita, poi mi hanno chiamato per fare tre pose in Distretto di Polizia 6 ed esploso qualcosa. Ho lasciato la facoltà di economia, ho iniziato a studiare recitazione e dizione e ho fatto un po’ di televisione, una palestra necessaria per chi vuole fare questo mestiere», dichiara orgoglioso.

Abbandonata l’università, si è rimboccato le maniche per costruirsi una carriera dalla quale oggi raccoglie i frutti. Il successo è arrivato con Non essere cattivo di Claudio Caligari che ne sancisce definitivamente l’ascesa, ma l’attore romano, figlio di madre di Tormarancia e padre della Garbatella, dove tuttora abita, non disdegna le sue origini. Prima di diventare famoso, infatti, Alessandro lavorava come cameriere alla trattoria Da Cesare al Casaletto. Un amore, quello perla buona cucina, che non lo ha mai abbandonato, tanto che, adesso che può permetterselo, ha deciso di passare dall’altra parte della barricata facendo il salto di qualità. Oggi, infatti, assieme ad altri soci giovani, ambiziosi e viaggiatori proprio come lui (Giorgio Fiorilli, Melissa Leone, Francesco Chiappini, Andrea Clapier e Simone Brengola), Alessandro Borghi è il titolare di un ristorante e cocktail bar romano molto glamour che si trova al numero 7 di viale Paridi: si chiama Palmerie e può contare su uno spazio di 400 metri quadri sviluppato su due livelli, comprensivo di un terrazzo, un giardino tropicale coperto e una sala per eventi privati.

E se la vita professionale va a gonfie vele, anche quella privata va a meraviglia. Alessandro Borghi è considerato un vero e proprio sex Symbol, da sempre acclamato da schiere di fan, ma nel suo cuore c’è posto per una sola donna: Roberta Pitone, sua fidanzata da sei anni. I due convivono e sono affiatati al punto da desiderare un figlio: «Quello di un marmocchio nostro è un’immagine ricorrente in cui mi scopro a perdermi», ha confessato il protagonista di Suburra. La loro storia è iniziata “come le cose più importanti: per caso – dice. – «Con Roberta è stato un incrociarsi più volte nel locale dove lavorava. Ci unisce la libertà che ci diamo insieme». Lei, siciliana d’origine e ballerina professionista oltre che creative director, si è trasferita a Roma per amore del suo compagno. E, ogni volta che può, lo segue nei suoi spostamenti ufficiali e sui red carpet dove la coppia calamita i flash. Per coronare questo amore mancherebbero solo un figlio e le nozze e chissà che non arrivino nel futuro. «Ci sono momenti in cui vorrei farlo seduta stante, poi si vedrà».
Roberta è stata avvisata!



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