Antonello Venditti al Festival di Sanremo 2019 – Biografia



Uno degli ospiti più attesi di quest’anno al Festival di Sanremo è  sicuramente Antonello Venditti. Sul palco dell’Ariston quest’anno, dunque, oltre ad Andrea Bocelli, Ligabue, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni e Giorgia arriva quindi anche Antonello Venditti, uno dei cantautori più amati dal pubblico italiano e non solo. Sono tanti i brani noti di Antonello Venditti che hanno fatto sì che negli anni diventasse uno dei cantautori più apprezzati non soltanto in Italia, ma anche all’estero. Tra i suoi più grandi successi, non possiamo non annoverare “Che fantastica storia è la vita”, “Roma capoccia”, “Notte prima degli esami” e “Dalla pelle al cuore”. Una carriera lunga 50 anni, nel corso della quale Antonello Venditti ha venduto circa 30 milioni di copie, pubblicando 19 albumi studio, 9 dal vivo e 17 raccolte.



Antonello Venditti – Biografia

Nasce e cresce a Roma 70 anni fa e la sua passione per il canto e la musica si è palesata fin da piccolo, già durante le scuole elementari, ma poi è sbocciata soltanto quando ha partecipato ad un celebre locale Romano, dove si riunivano tantissimi musicisti per poter dare sfogo alla propria musica, ovvero il Folkstudio. È stato proprio grazie a questo locale che Antonello Venditti ha incontrato Francesco De Gregori e Giorgio Lo Cascio, avviando con loro un percorso artistico che poi lo ha portato al grande successo.

Nel corso di un’intervista rilasciata per la rivista Rolling Stone, Antonello Venditti racconta come in quel locale era soltanto un pianista che doveva trovare una sintonia con un gruppo di chitarristi. “Con la voce robusta perché quel piano era poco amplificato. Inventai un mio modo, adattando la tecnica alla voce, un finger picking da tastiera, un piccolo trucco nei rivolti degli accordi. Tutto cominciò così” , ha aggiunto ancora Venditti.

Non è di certo la prima volta che Antonello Venditti approda al Festival di Sanremo come ospite, avendo già partecipato nel 2006 esibendosi nei brani “che tesoro che sei” e “Su questa nave chiamata musica”.  Quest’anno Antonello Venditti è molto impegnato in diversi tour in giro per le principali città d’Italia, dove rispolvererà i più grandi successi della tua carriera. Quest’anno, dunque, come già anticipato, sarà ospite del Festival di Sanremo 2019, proprio per festeggiare i 40 anni del suo album storico intitolato “Sotto il segno dei pesci”, ritenuto uno dei più fortunati. Sempre quest’anno Antonello Venditti compie 70 anni e solo 50 li ha dedicati alla musica. Nella sua vita è stato sempre piuttosto riservato e poco si è saputo del suo privato. Ciò che è noto è che è stato sposato con Simona Izzo, dalla quale ha auto il suo unico figlio Francesco, nato nel 1976.

Antonello Venditti – La sua storia

La carriera artistica di Antonello Venditti, al secolo Antonio, nasce al Folkstudio di via Garibaldi, fucina di molti cantautori dei primi anni ’70. Nato il giorno 8 marzo 1949 a Merano (anche se alcune fonti lo indicavano nato a Roma in via Zara, quartiere Trieste), Antonello Venditti fu indirizzato giovanissimo dalla mamma, Wanda Sicardi, professoressa di latino e greco, allo studio del pianoforte. Ma lo studio troppo accademico dello strumento nonché una nonna troppo apprensiva, lo spinsero ad abbandonare presto il pianoforte.

Approda al Folkstudio durante gli anni del liceo (il “Giulio Cesare”) inizialmente come spettatore, poi proponendo un proprio repertorio, le cui canzoni di punta erano “Sora Rosa” (dedicata alla nonna) e “Roma Capoccia”, entrambe scritte all’età di 14 anni. E’ durante gli anni del liceo che incontra due futuri artisti: Francesco De Gregori e l’attore e regista cinematografico Carlo Verdone, con cui rimarrà sempre grande amico e collaborerà artisticamente (Venditti ha inciso la colonna sonora di “Troppo forte” e Carlo Verdone ha suonato la batteria in due album di Venditti, “Venditti e segreti” del 1986 e “Prendilo tu questo frutto amaro” del 1996).

Pubblica il suo primo album nel 1972, “Theorius Campus”, in condominio col suo amico di sempre, Francesco De Gregori, spartendosi le due facciate del disco, la prima di De Gregori, la seconda di Venditti, nella quale compaiono le già citate “Sora Rosa” e la più nota “Roma Capoccia”.

Vive artisticamente gli anni ’70 con grande fermento e partecipazione pubblicando quasi un album l’anno, e diventando uno dei maggiori capisaldi della musica d’autore italiana. Bisogna riconoscere ad Antonello Venditti un grande merito: quello di essere stato il primo cantautore italiano, a parlare con la musica di politica (“Compagno di scuola”), di droga e di sesso (“Lilly”), in un periodo particolare com’è stato quello degli anni ’70. Argomenti, questi, che hanno portato anche a scomode conseguenze per lui. Ricordiamo infatti la denuncia per vilipendio alla religione di stato nel gennaio 1974 per la canzone “A Cristo”, eseguita in pubblico al Teatro dei Satiri di Roma, e per la quale Venditti fu processato.

Indubbiamente più romantici e sentimentali gli anni ’80, dove si vede un Venditti che cambia anche per motivi personali (il matrimonio con l’attrice Simona Izzo, è durato solo 3 anni) e volge la sua attenzione nei confronti del sentimento. Questo è il periodo della fama: aiutato sicuramente dalla passione per il calcio e per la sua squadra – la Roma – grazie al concerto al Circo Massimo con il quale Antonello Venditti festeggia il suo secondo scudetto e al quale parteciparono 250.000 persone, aumenta sensibilmente la sua notorietà.

Per l’occasione Venditti scrive “Grazie Roma” ancora oggi canzone di chiusura di ogni partita della squadra allo stadio Olimpico.

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 Venditti incide album bellissimi che lo riportano in vetta alle classifiche, come agli esordi. “In questo mondo di ladri” del 1988 e “Benvenuti in paradiso” del 1991 arrivano a vendere circa un milione di copie, grazie anche a bellissime canzoni d’amore come “Ricordati di me” ed “Amici mai”.

Anche la fine del millennio porta buone novità in ambito lavorativo e non. L’8 marzo 1999, festeggia all’università La Sapienza di Roma i suoi 50 anni, e con l’occasione ritira il diploma di Laurea in Giurisprudenza, conseguita nei primi anni ’70.

Antonello Venditti negli anni 2000

Il nuovo millennio si apre con delle altre belle novità. Nel 2001 la Roma Calcio vince il suo terzo scudetto e Antonello non ci pensa un attimo a presentare una nuova canzone per una festa, come nel 1983 al Circo Massimo. Alla performance parteciparono un milione di fan circa, a dimostrazione della notorietà e della rilevanza che il cantautore ha sulla scena della musica italiana.

Passano solo due anni, e nel 2003 esce un nuovo album. E’ la volta di “Che fantastica storia è la vita” che sintetizza in otto canzoni la genuinità del cantante romano. Un album importante che ha come leit-motiv l’amore per la vita, che ogni uomo non dovrebbe mai abbandonare. Tra le canzoni presenti nell’album, ricordiamo oltre all’omonima, “Con che cuore” e “Lacrime di pioggia”, con risvolto sentimentale, “Ruba scritta” nel 1968 e pubblicata solo da Mia Martini negli anni ’70, “Il sosia” e “Non c’è male” con sfondo la politica del presente e del passato.

Nel 2009 pubblica un libro dal titolo: “L’importante è che tu sia infelice“, un romanzo autobiografico. Il titolo si rifà a una frase che la madre era solita rivolgergli.

Gli anni 2010

Preceduto dal brano “Unica (Mio danno ed amore)”, alla fine del mese di novembre 2011 esce l’album “Unica”. Per il disco successivo serve attendere il 2015 quando pubblica “Tortuga”, anticipato dall’uscita del singolo “Cosa avevi in mente”. L’anno seguente, nel 2016, dà alle stampe il suo secondo libro, intitolato “Nella notte di Roma”.



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