George Clooney, è giallo sulle sue condizioni di salute



Lui i capelli sale e pepe ce li ha da un pezzo, e gli stanno pure bene. George Clooney è uno di quegli uomini ai quali il tempo che passa non dà fastidio, anzi. Uno di quelli che con gli anni diventa ancora più splendido e affascinante, che sorride sornione e chissenefrega se ha le rughe, perché a lui le rughe donano come un abito elegante a una bella donna. Avercelo un marito che ingrigisce così, con stile e disinvoltura, diteci dove mettere la firma che ce la mettiamo subito. Poi però un giorno lo vediamo traballare a una serata mondana, incerto sulle gambe, i pantaloni dello smoking lenti e spiegazzati come se fossero della taglia sbagliata, troppo lunghi per la sua altezza, e allora sì che ci preoccupiamo, che i campanelli d’allarme cominciano a suonarci nella testa.



Succede al gala dei giornalisti corrispondenti delle Nazioni Unite, dove sua moglie Amal è ospite d’onore, chiamata a ritirare il premio di “cittadina globale dell’anno” per il suo instancabile attivismo. In arrivo al ristorante Cipriani, dove si tiene la cerimonia, George sorride come e più del solito, ma non ha una bella cera. È sgualcito, barcolla. La sua signora, splendida in un abito dello stilista J. Mendel personalizzato per lei sola, svolazzante e impalpabile nonostante faccia un freddo da calze di lana e maglione tricottato, gli sta accanto e gli cerca la mano – la destra, quella che Clooney nasconde sempre, dietro la schiena o in tasca – ma lui la tiene rigida, sembra quasi che faccia fatica a muoverla. Un tentativo, due.

Al terzo l’operazione va a buon fine, Amal intreccia le dita con le sue, finalmente si rilassa. Tutto a posto? Certo, tutto a posto. La serata decolla, alla fine è un trionfo. L’avvocatessa ritira il suo riconoscimento e ne approfitta per tenere un discorso contro Donald Trump, in difesa della libertà di stampa. Applausi. Restano, però, i dubbi sulla salute di George. Che siano questi gli strascichi dell’incidente di luglio in Sardegna quando il suo scooter venne travolto da un’auto? Niente di rotto, rassicurò allora l’addetto stampa dell’attore, solo qualche contusione e un po’ di paura, più la richiesta – o forse l’ingiunzione – da parte di Amal di vendere la moto per non correre altri inutili rischi, tanto più che adesso ci sono i gemelli e bisogna comportarsi da genitori responsabili.

Ma se così non fosse? Se l’urto avesse avuto conseguenze più serie di quelle pubblicamente confessate, e l’assenza di George dalla scena pubblica, negli ultimi mesi, fosse legata al bisogno di nasconderle? Né questa è l’ipotesi peggiore. Quella più nera vede il ritorno di un malessere antico, che per anni ha tormentato Clooney dopo un brutto incidente sul set. Era il 2005, il divo stava girando il fim Syriana di Stephen Gaghan quando, legato alla sedia per una scena di tortura, cadde all’indietro battendo la testa, provocandosi una frattura del cranio. Perse liquido cerebrospinale dal naso, fu portato in ospedale e operato d’urgenza: «Praticamente mi si ammaccò il cervello», raccontò il divo in seguito. Gli andò bene – avrebbe potuto rimanere paralizzato – ma non benissimo: restò ricoverato per settimane, dovette imbottirsi di medicinali per alleviare le terribili emicranie che non gli davano tregua, passando dagli antidolorifici, che gli spaccavano lo stomaco, alla morfina.

Stava così male che, avrebbe confessato tempo dopo, a un certo punto pensò persino di suicidarsi. Migliorò lentamente, un passo alla volta, ma per anni i dolori non gli diedero tregua. Soffriva di mal di testa, mal di schiena, mal di collo. Nel decennio successivo all’infortunio si sottopose a una serie di interventi di microchirurgia alla spina dorsale e a interminabili sessioni di fisioterapia, lottò contro l’insonnia cronica, cercò conforto nell’alcol e, a tratti, anche nella cocaina. Nel 2014, ai tempi delle nozze con Amal, stava ancora cercando uno specialista che gli sistemasse la schiena. A sorpresa, quel che sembrò curarlo fu proprio il matrimonio. «Mia moglie mi accudisce », spiegò. Gli corresse lo stile di vita, gli fece abbandonare i vizi, lo convinse a rinunciare alle troppe partitelle di basket e ai lunghi viaggi in moto. Come per magia, la testa, che non gli aveva dato tregua per anni, smise di tormentarlo. Ma gli acciacchi non si risolsero mai del tutto e ora, a quanto pare, sono tornati a colpire duro. La momentanea perdita di equilibrio al gala dell’Onu, la mano destra visibilmente rigida, tenuta in posizione innaturale, non sono sfuggite allo sguardo attento dei neurologi, che ipotizzano un peggioramento delle condizioni di salute dell’attore. La speranza è che si tratti di un abbaglio. E che l’effetto benefico di Amal non sia ancora svanito.



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