Leishmaniosi, la diagnosi non è sempre facile. Se è sufficientemente precoce



Si chiama “Leishmaniosi canina” ed è una malattia sempre più diffusa in Italia, specie nel centro-sud e nelle isole. Il responsabile è un protozoo che viene introdotto nell’organismo del cane dalla puntura di un insetto chiamato flebotomo (e non zanzara, come comunemente si dice). Questo piccolo e pericoloso moscerino vive negli ambienti umidi, acquitrinosi, vicino al mare e alle grotte.



Punge soprattutto la notte e nelle prime ore del mattino, e non ha grandi capacità di spostamento. Per sicurezza, prevenire innanzitutto, è importante far dormire in casa il cane. Sempre in tema di prevenzione, nelle zone a rischio sarà bene impiegare sul nostro cane antiparassitari non solo “insetticidi”, ma anche e soprattutto “insettorepellenti”, ovvero capaci di tenere alla larga i vettori. Da qualche anno c’è pure la possibilità di vaccinare i soggetti fortemente esposti all’infezione. Si possono anche utilizzare prodotti naturali a base di oli essenziali, che agiscono un po’ come la citronella.

Una volta contratta l’infezione, il parassita infesta gli organi interni, in particolare le cellule del sistema difensivo. L’infezione può essere asintomatica per molti mesi fino a quando l’interazione del protozoo con il sistema immunitario non scatena reazioni infiammatorie autoimmuni. Gli organi più frequentemente colpiti sono cute, occhi, reni e fegato, i sintomi iniziali più frequenti sono letargia, anoressia, perdita di peso, linfoadenopatia, dermatiti. La diagnosi, per la distanza di tempo che c’è tra l’infezione e l’insorgenza dei sintomi e per la scarsa specificità dei segni clinici, non è sempre facile, e prevede esami di laboratorio come analisi del sangue, test sierologici, indagini su midollo osseo e linfonodi.

La terapia prevede l’uso di farmaci (principalmente antimoniali e miltefosine), che possono causare diversi effetti collaterali per i quali sarà necessario monitorare attentamente il funzionamento di reni e fegato, preposti al loro smaltimento. Le patologie più frequentemente associate alla leishmaniosi sono nefriti, epatiti, artriti, dermatosi, infiammazioni esterne o interne degli occhi, gravi anemie. Se la diagnosi è sufficientemente precoce, la terapia può controllare bene la malattia che, però, tende comunque a cronicizzare, e per questo obbliga proprietario e veterinario a controllare costantemente la salute del cane. Ma se la malattia viene trascurata o se la risposta del sistema immunitario è particolarmente violenta, le lesioni organiche possono essere così gravi da portare persino alla morte.



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