Luca Argentero, il film su Leonardo al cinema e il matrimonio



In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, l’arte entra nel cinema. Dopo Caravaggio, Michelangelo e Raffaello, Sky porta sul grande schermo un altro genio della cultura mondiale: Da Vinci con Io, Leonardo (dal 2 ottobre e dal 2020 in onda su Sky Arte), un film tra documentario e sperimentazione visiva visto come un viaggio nella mente del grande artista e scienziato, diretto dal messicano Jesus Garces Lambert.



A vestire i panni di uno dei geni creativi della storia è un inedito Luca Argenterò, impegnato per la prima volta in un film d’arte biografico, mentre la voce narrante è quella di Francesco Pannofino. Argenterò, che ha accettato questo ruolo per “incoscienza”, rivela di aver imparato tanto da Leonardo.

Luca, quando ti hanno proposto di interpretare Leonardo da Vinci cosa hai pensato? «Ho accettato per incoscienza (ride, ndr). Ho pensato che sarebbe stata una sfida molto complessa anche perché, come succede spesso a chi fa il  mio lavoro, non avrei A avuto il tempo necessario per prepararmi. Spero venga apprezzato il livello molto alto di questo progetto come  quello delle professionalità coinvolte: nel film ha lavorato un team composto dai migliori tecnici che esistano».

Come ti sei preparato? «Ho avuto una guida eccezionale, Jesus aveva già raccolto tutto quello che serviva. Durante la preparazione al ruolo, c’è stata una lavorazione dettagliata e impegnativa. Sono stato affiancato da eccellenze che hanno dedicato molto tempo alla decostruzione del personaggio continua a e al processo di rielaborazione della sua anima più che del suo lato artistico e creativo. E il frutto di un lavoro accuratissimo, un legame forte fra addetti che è culminato con la creazione dello Spazio Mente. Un’ambientazione esemplare. La preparazione è avvenuta I in un tempo estremamente limitato. Jesus Lambert è  estremamente pretenzioso, 1 quindi sono state settimane  parecchio intense».

Come racchiudere in novanta minuti la vita di Leonardo? «Ci vorrebbero anni per studiare un personaggio come il suo, mi I serviva la ricerca accurata e il dettaglio dei suoi scritti. Grazie agli sceneggiatori Sara Mosetti e Marcello Olivieri ho ottenuto tutte le informazioni necessarie per poter entrare pienamente nei suoi panni».

Cosa ti ha colpito di questo set? «Durante il primo giorno di riprese ho perso almeno metà giornata a guardare e ammirare ogni singolo dettaglio di scena. Libri, fogli sparsi e un arredamento singolare, con oggetti che rispecchiano fedelmente la mente brillante dell’artista».

Qual è stato l’aspetto più complicato da mettere in scena? «La cosa più difficile è stata verbalizzare il suo pensiero: nella vita di tutti i giorni quello che pensi non  dici, lo pensi e basta».
Quali emozioni ti ha dato calarti nei panni di Leonardo? «Le emozioni più grandi sono state quelle che ho vissuto godendomi il film in sala insieme al pubblico. In questo progetto c’è tanto lavoro di post-produzione e sto scoprendo solo ora l’emozione di ogni singola scena».

Cosa hai imparato? «L’osservazione. Tendo a distogliere molto di più lo sguardo dal telefonino per fare attenzione a quello che mi circonda».
Una frase di Leonardo che ti ha colpito? Sicuramente “Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire”. Il mio obiettivo è quello di vivere una vita piena».



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