Marco Giallini è tornato in Tv con la fiction “Rocco Schiavone” su Rai Due



Questo articolo in breve

Se dovessimo scegliere un colore per definire la personalità di Marco Giallini, quale sceglieremmo? A noi sembra giallo dentro (e non solo per il cognome) e nero fuori. Tutti i colori agiscono su svariati aspetti della nostra personalità e sulle nostre attitudini. Le sfumature cromatiche che assumono una tonalità gialla ci sembrano descrivere il cuore di Giallini- Schiavone. Il colore giallo facilita sia l’estroversione che la capacità di concentrazione e chi ne è attratto manifesta una vitalità in maniera alternata, con picchi più o meno alti.



La natura “gialla” dell’attore romano è rafforzata anche dalla ormai totale identificazione con il vice Questore, Rocco Schiavone, personaggio di rottura, uscito dalla penna di Antonio Manzini. Favoriti dalla spiccata immaginazione, i “profili gialli” sono alquanto prolifici in fatto di idee, che mettono in pratica sul piano reale e di conseguenza non esitano a cambiare idea e prospettive in modo improvviso. Pertanto, il loro futuro è carico di aspettative e amano rinnovarsi, cercando spesso di fare nuove esperienze.

Hanno la tendenza a ricercare l’approvazione delle persone che li circondano e fanno il possibile per essere apprezzati e stimati. Inoltre, soffrono la solitudine. Un profilo psicologico, in buona parte confermato da chi – come noi – ha conosciuto Marco Giallini: un attore-autore, che personalizza ogni singola scena interpretata, anche la più insignificante. Ecco perché registi, produttori, colleghi attori e, soprattutto, il pubblico lo sceglie: lui incarna tutto quello che amiamo e odiamo di noi stessi, italiani (ex) brava gente. È anticonformista e, apparentemente, incapace di tornare ad amare, dopo la morte della moglie. In realtà, è solo molto ferito e dunque fragile. Si apre lentamente, sempre timoroso di scottarsi ancora, esponendosi al sole dell’amore. Tante le donne che gli ronzano intorno e ne sono attratte: in lui vedono l’uomo forte e rassicurante. Ma spesso trovano soltanto un burbero un poco impacciato.

E il fatto singolare è che mai come in questo caso il personaggio Rocco Schiavone ha una personalità molto simile a quella dell’attore: una coincidenza che rende ancor più fortunata la serie televisiva, giunta ora alla terza edizione su Rai Due. La seconda rete ha una media di ascolto in sofferenza, ma fiction come questa fanno prendere fiato e riaffermano la vocazione di rete generalista e popolare, qual è Rai 2 fin dalla nascita. I quattro nuovi episodi sono girati come i precedenti ad Aosta (l’unica città italiana in cui sembra di stare a Oslo, durante i sei mesi di semibuio invernale). Le storie raccontano di omicidi, furti d’opere d’arte, riciclaggio e ludopatia: temi di estrema attualità, resi più avvincenti dall’interpretazione di attori molto bravi, che con il fuoriclasse Giallini creano un meraviglioso impasto. Isabella Ragonese, nei panni di Marina (la moglie di Rocco), è sempre più convincente: eterea e carnale al tempo stesso. Brava anche Valeria Solarino e ancor di più Renato Scarpa, attore di lungo corso che meriterebbe (prima o poi) un ruolo da protagonista in una prossima fiction.



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