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MotoGp Qatar streaming gratis live. Come fare vedere gara oggi

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MotoGp Qatar streaming gratis

Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

Pronti via ed è subito guerra di nervi. Nella notte in cui Maverick Viñales vede puntati su di sé i riflettori per la prima pole position dell’anno, amplificata dalla serata nera del compagno Valentino Rossi, che oggi dovrà fare gli straordinari per risalire dalla 14esima posizione («Vado abbastanza piano, sarà difficile»), tra Honda e Ducati la tensione è subito alta. Oggetto della contesa la marcatura a uomo di Marc Marquez su Danilo Petrucci, che neanche il miglior Claudio Gentile su Diego Armando Maradona ai Mondiali di Spagna 1982, con il campione del mondo in carica che in entrambi i run della qualifica si è messo alla ruota della Ducati del ternano, che era stato il più veloce nel quarto turno di libere. «Ci rende orgogliosi che un campione del mondo ci usi come riferimento» la butta sull’ironia Davide Tardozzi, team manager della rossa. Meno ironico, sicuramente scocciato, Gigi Dall’Igna, il Direttore generale Corse di Borgo Panigale. «Era evidente che Marquez volesse aspettarlo, lo ha seguito tutto il turno. Vediamo se la direzione gara farà qualcosa» dice rivelando il chiarimento informale, ma senza conseguenze, chiesto dalla Ducati all’organo presieduto da Mike Webb.

BOTTA E RISPOSTA Decisamente più arrabbiato, invece, soprattutto a caldo, Petrucci, che nel trascinare lo spagnolo in prima fila, ha dovuto accontentarsi del 7° tempo, una posizione che nei primi giri lo costringerà a spingere forte per non perdere il treno per il podio. «Questa volta l’ha vinta lui, io ho abboccato come un pesce. Mi ha seguito ogni curva, evidentemente ha visto che ero veloce. Non ha fatto scorrettezze, sia chiaro, io sono incavolato soprattutto perché glielo ho permesso». Un comportamento che Marquez ammette, ma senza sentirsi colpevole. «Benvenuto in un team ufficiale. Quante volte è successo anche a me? Ci sono gare in cui sono a posto, vado avanti e spingo. E altre in cui non lo sono e devo fare strategia. In 19 gare può succedere».

EQUILIBRIO Insomma, se tutti attendevano la notte del Qatar, l’avvio è stato dei più scoppiettanti, nonostante il vento gelido che ha spazzato il circuito e che ha provocato una falcidia di cadute, la gran parte delle quali alla curva 2. Soprattutto, con tre moto diverse in prima fila, una Yamaha, una Ducati e una Honda—la Suzuki è invece naufragata in quarta, con due cadute che hanno lasciato il segno nella mente di Alex Rins, 10° —, e una seconda dove brilla la stellina di Fabio Quartararo, 5° al debutto tra Jack Miller e Cal Crutchlow, le prospettive di assistere a un avvio incandescente ci sono davvero tutte.

LETALE Perché di questi tempi Viñales sembra essere tornato quello di due anni fa, quando all’arrivo in Yamaha strapazzò tutti in inverno e poi conquistò 3 delle prime 5 gare. Sarà il cambio di capotecnico e l’arrivo di Julian Simon come allenatore, o ancor più una Yamaha che sembra avere risolto i problemi di gestione gomme e migliorato in accelerazione — la velocità di punta invece no, Maverick è ultimo a 329 km/h tra i 12 della Q2, contro i 346 km/h di Crutchlow, e appena meno peggio di lui le altreM1di Franco Morbidelli e Quartataro—fatto sta che lo sguardo di Viñales racconta di una nuova serenità capace di farne uno dei grandi pretendenti al titolo. E al suo fianco, liberatosi dei dubbi emersi nei test di due settimane fa, ecco un Dovizioso conscio di guidare una Ducati con la quale replicare le ultime edizioni, tre volte di fila secondo e vincitore un anno fa, in una gara dove nei primi giri sarà fondamentale gestire le gomme. «Me la giocherò con Viñales, Marquez e Petrucci» prevede Dovi. «Con questa posizione sarà più difficile, ma in FP4 sono stato veloce— dice Danilo —. Me la gioco ».

DOLORE Sarà difficile vedere davanti Rossi in crisi con l’anteriore e con l’assetto tanto che dopo pochi giri le sue gomme si deteriorano. Lo stesso vale per Jorge Lorenzo, incappato come Marquez in due cadute, la prima delle quali, in FP3, gli ha provocato una brutta botta alla schiena. «Ho male, vediamo come si sveglierò, potrei fare altri controlli. La caduta è stata causata dalla poca conoscenza che ho di questa moto. Sarà una gara di sopravvivenza».

Èil Giano Bifronte della griglia. La Yamaha continua a dividere. Per classifiche, pareri e rendimento. Top con Maverick Viñales, in pole sotto le luci del Qatar, flop con Valentino Rossi, 14° e ultimo delle M1 in griglia, preceduto anche dalle due Petronas di Quartararo e Morbidelli, rispettivamente 5° e 8°.

LAMPO Ha cambiato staff tecnico, numero e colori del casco e per ora i risultati stanno dando ragione a Viñales: «Abbiamo lavorato molto bene e sono felice della mia prestazione — dice Maverick — perché nonostante le condizioni difficili e il vento sono riuscito a estrarre tutto il potenziale dalla moto». Parafrasando Mina e Riccardo Cocciante è questione di feeling, quello che quest’anno lo spagnolo sente molto diverso rispetto alla stagione scorsa: «Non mi aspettavo di essere così veloce e nemmeno di finire in testa nella FP4 con la carenza di velocità che abbiamo (ultimo dei 12 della Q2 con 329,3 km/h contro i 346,4 di Crutchlow; n.d.r.), mala Yamaha ha capito molto bene le mie esigenze, mi ha dato quello che cercavo, la moto è cresciuta, più nella parte meccanica che in quella elettronica, e ho potuto dare il meglio. Non mi sentivo così a mio agio da tre anni, ma mi aspetto un GP duro e di gruppo, in cui serviranno intelligenza e attenzione alla velocità delle Ducati e anche di Marquez. Siamo però pronti a lottare con gli altri perché la moto funziona molto bene. Il 14° tempo di Rossi? Non so, mi sono concentrato solo sul mio lavoro per portare la moto al massimo».

BUIO Opposto di un pipistrello, Rossi quando cala la luce prosegue a brancolare nel buio: «Faccio molta fatica a spingere, continuo a non avere feeling con l’anteriore, rovino molto la gomma e dobbiamo capire il perché — spiega Valentino —. Credo sia questione di assetto perché anche se Viñales ha un telaio diverso, il mio è come quello di Quartararo e Morbidelli, ma si tratta di piccole differenze ». Sperare in una rimonta diventa quasi utopistico anche per un animale da gara come lui: «Se parti oltre le prime tre file è proibitivo, ma il punto è che non sono 14° perché ho sbagliato un solo giro, è il mio passo a non essere veloce, quindi prevedo un GP difficile». Però Vinales è in pole… «Maverick è stato bravissimo—ammette Vale —, gli faccio i complimenti, sta guidando forte, ma anche le altre Yamaha vanno… ». All’appello manca solo lui e nella clessidra la sabbia scorre ormai inesorabile.

CLIENTI In casa Yamaha Petronas ci sono tanti sorrisi. Non solo legati alla visita di Lewis Hamilton, che ha stregato Morbidelli, 8° in griglia. «Sono contento della posizione e ho un buon feeling, ma per la gara la chiave è tutta nel consumo della gomma in relazione alla temperatura che troveremo—dice —. Hamilton? Incontro emozionante, è stato fantastico capire che straordinaria persona sia, appassionata e umile. Mi ha chiesto un sacco di cose sulla guida della moto, ma non abbiamo parlato di scambiarci i mezzi, anche se mi piacerebbe guidare una F.1». Sorpreso e sorprendente è il compagno Fabio Quartararo, che debutta in MotoGP con un 5° posto in griglia grazie a una moto che inizia a interpretare bene, soprattutto in frenata. «Ho fatto un gran giro ed Hamilton non mi ha dato alcun consiglio al riguardo— scherza il francese, il più giovane in griglia a non ancora 20 anni —. Volevo essere in Q2 e mi ritrovo 5°: è la giornata più bella della mia carriera, sono molto contento, il passo c’è, ma la gara sarà serrata e complicata. La posizione di Rossi? Non so, forse una cattiva giornata: lui la domenica esce sempre, credo che lo vedremo lì davanti a lottare». Pecco Bagnaia è dello stesso parere: «Lo vedremo nei 5, so come lavora e sarà lì». Chissà se hanno avranno ragione.

Dopo i tre giorni di prove in Qatar di una decina di giorni fa, Andrea Dovizioso era preoccupato. «Ho perso fiducia, non è il modo migliore di finire i test» aveva commentato sconsolato. E anche venerdì, nelle FP1, sembrava poco sereno. «Fortunatamente non abbiamo perso la calma» può sorridere dopo aver conquistato un’ottima seconda posizione in qualifica.

SENSAZIONE «Sono contentissimo— sono le sue parole—E poi non mi era mai successo in passato, quando andavo piano, che gli avversari pensassero che mi stessi nascondendo: è una sensazione nuova, è una figata! So che molti non ci crederanno, ma in questi due giorni abbiamo fatto un gran lavoro, a conferma del buon rapporto che c’è con la squadra. E la tranquillità, quando le cose non vanno bene, fa la differenza ». Vincitore nel 2018, Dovizioso punta a ripetersi,ma è il primo a sapere che, questa volta, non parte da favorito. O, perlomeno, non ha un vantaggio da gestire. «Anche per noi non è facile capire quali siano i reali valori per la gara e siamo tutti indecisi sulla gomma da usare». Poi aggiunge: «Non siamo i più veloci, ma siamo in linea con i migliori, che sono Viñales, Marquez e Petrucci. Rins, caduto due volte, rimane un punto interrogativo. Bisognerà stare attenti a salvare le gomme». Su quanto accaduto al compagno di squadra, disturbato, in qualche maniera da Marquez, Andrea ha le idee chiare: «Se un pilota ti segue come ha fatto Marquez con Petrucci— dice—è normale che ti arrabbi, ma non è una scorrettezza. Non è simpatico per due volte in 15 minuti, ma non è così grave».

DIABOLICO Marc Marquez può essere criticato, ma non punito: può non piacere, ma quello che ha fatto non è illegale. Piuttosto, conferma la diabolica lucidità di un campione che studia ogni minimo dettaglio per arrivare al risultato prestabilito. Dopo le prove, in molti ritenevano Petrucci uno dei favoriti per la pole; lo ha pensato anche Marquez, che ha deciso di curarlo a uomo. Sia con la prima gomma soffice sia con la seconda, si è messo in scia al pilota Ducati, aspettandolo fuori dalla corsia box. «In MotoGP funziona così per conquistare la prima fila avevo bisogno di seguire qualcuno. In 19 gare, a volte tiri, a volte sei tirato. A Danilo dico: benvenuto in una squadra ufficiale».



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