Pensioni ultime notizie, 5 mesi del ritiro per poter accedere alla pensione anticipata



L’attuale governo è intenzionato a dare una vera sterzata accelerando i tempi specialmente sulla pensione quota 100, perché il rischio sarebbe per la gestione della riforma che permetterà di andare in pensione con 63 anni di età e 38 anni di contributi, possa finire nel caos con dei ritardi piuttosto gravi nell’applicazione delle novità. Il decreto legge tante volte è stato annunciato ma non ancora approvato dal Consiglio dei Ministri, ma di fatto apre tutta una serie di problemi visto che siamo già giunti a due di gennaio e non sembra esserci ancora una data. Il governo sembra che abbia preso tutta una serie di decisioni, ma soltanto a livello politico e nessuna misura è stata tradotta in termini di legge. Mi fanno tanto ad esempio dell’ aumento di 5 mesi del ritiro per poter accedere alla pensione anticipata, ovvero quella che fino al 31 dicembre si poteva raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne indipendentemente dall’età.



Sulla base di quanto appena detto, a partire dal primo gennaio quindi l’aumento è calcolato sulla base delle leggi vigenti in relazione alla speranza di vita e quindi sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata, per le quali servono rispettivamente 67 anni di età e non più 76 anni 7 mesi e 43 anni e 3 mesi.

Il decreto adesso dovrà ridurre i 5 mesi dal momento che nel frattempo è già scattato da due giorni. La stessa cosa pare valga per i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni e poi servono a partire dal primo gennaio 41 anni e 5 mesi per poter andare in pensione contro i 41 anni del 2018. Non si hanno ancora notizie certe anche su due misure annunciate come due proroghe ovvero Opzione donna e Ape sociale.

Con la prima si intende quel regime di pensionamento anticipato per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età, ma con un assegno che è calcolato interamente con il sistema contributivo. Invece l’Ape sociale è quella misura che permetterebbe a determinate categorie di lavoratori a partire dai 63 anni, di percepire un assegno fino a €1500 che è totalmente a carico dello Stato. I termini di entrambe le misure sono scaduti il 31 dicembre scorso, ma il governo ha deciso già da mesi di prorogarli tutti e due, ma anche in questo caso non sembra avere fatto in tempo. Ciò che Certo è che a partire dal primo Aprile dovrebbero decorrere le pensioni con almeno quota 100, di chi fino adesso è stato bloccato dal fatto di dover raggiungere i 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia. Bisognerà quindi attendere questo il decreto che arriverà al massimo entro il prossimo 12 gennaio.



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