Pensioni ultime notizie, Brambilla critico su Quota 100 “Nulla per i giovani”



Ha ormai ricevuto il via libera quota 100, ovvero la misura più attesa del 2019 e sono oltre 10.000 le domande che sono state presentate fino ad ora da interessati e avrebbero così deciso di lasciare il mondo del lavoro a partire da 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Nonostante questa misura sia stata già parecchio apprezzata da migliaia di lavoratori penalizzati dalla precedente riforma Fornero, arrivano delle critiche piuttosto pesanti da parte dell’ economista della Lega Alberto Brambilla. Quest’ultimo si è dimostrato parecchio contrario alla misura che è stata comunque fortemente voluta dalla Lega e che è stata pubblicata alcuni giorni fa in grassetto ufficiale.



“Nel decreto Pensioni e reddito di cittadinanza non c’è nulla per i giovani, cioè quelli che hanno cominciato a lavorare il primo gennaio 1996”, è questo quanto spiegato ancora da Brambilla. Secondo l’economista i pensionamenti con il meccanismo di quota 100 non arriveranno a 400- 400.000, così come è stato preventivato dal governo, saranno sicuramente molto meno. Come è stato riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore,  saranno circa 315 mila le persone che nel corso del 2019 faranno domanda di prepensionamento e se ne aggiungeranno poi altri centomila nel biennio successivo, abbracciando così tutti quei lavoratori che avranno raggiunto 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva.

Secondo Brambilla, dunque, in questo modo si otterrebbe un risultato che ammonta 50 -60.000 lavoratori pensionandi che nel prossimo pieno si aggiungeranno alla platea dei beneficiari, considerando che secondo quanto riferito dal decreto pubblicato lo scorso 28 gennaio 2019, si potrà anticipare l’uscita dal mondo del lavoro anche utilizzando quota 41 per i lavoratori precoci, opzione donna per le lavoratrici e ape sociale per i lavoratori ultra 63 anni con 30 anni di contribuzione e con delle condizioni economiche disagiate.

Alberto Brambilla è sembrato piuttosto critico anche del fatto che la misura è in via sperimentale e che varrà soltanto per il triennio, mentre a partire dal 2021 pare che partirà l’uscita anticipata dopo il raggiungimento dei 41 anni di anzianità contributiva, oltre ai posti che sono considerati eccessivi. Ma non finisce qui, visto che Brambilla avrebbe anche bocciato il cosiddetto divieto di cumulo fra i redditi di pensione e quelli derivanti dall’attività lavorativa, considerato un ostacolo all’invecchiamento attivo. Quindi, nonostante in tanti abbiamo apprezzato Quota 100, considerata la misura più attesa del 2019, sembra proprio che molti altri non siano rimasti soddisfatti. Soltanto il tempo potrà farci capire se effettivamente questa è una misura conveniente o meno. Ricordiamo che per poterne beneficiare, bisognerà aver maturato due requisiti, uno contributo e l’altro anagrafico, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi.



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