Reddito di cittadinanza addio? 7 maggio 2019: importi bassi e controlli molto rigidi, gli italiani non ci stanno



Sembra proprio che il reddito di cittadinanza abbia deluso un po’ tutti gli aventi diritto, tanto che in molti hanno deciso di trovare una soluzione e di rinunciarvi. Negli ultimi giorni, l’Inps pare che abbia ricevuto parecchie disdette relative al reddito di cittadinanza da parte di quelli che sono risultati essere aventi diritto per la quota. Che cos’è accaduto? Perché tante persone hanno deciso di rinunciare al reddito di cittadinanza? Come si evince dalle notizie diffuse nelle ultime ore, ci sarebbero tantissime disdette che in questi giorni stanno arrivando all’Inps e che hanno portato l’ente a dover fare un lavoro doppio e sicuramente inaspettato. A cosa sono dovute tutte queste rinunce? Sembrerebbe che gli importi più bassi di quanto effettivamente ci si aspettasse e controlli a tappeto, che rendono ogni tipo di acquisto e/o di richiesta quasi impossibile da poter gestire, abbiano portato gli utenti a decidere di rinunciare al reddito di cittadinanza.



Parlando di numeri, la rinuncia è stata effettuata da 60 fino a 130 mila aventi diritto e di questi, soltanto un 16% pare abbiano ricevuto un importo superiore ai 750 euro, accreditato all’interno della card. Sembrerebbe che anche altre motivazioni abbiano portato gli utenti a disdire il reddito di cittadinanza, ovvero alcuni difetti riguardo la card inerenti gli acquisti non permessi e l’erogazione in contanti piuttosto minima, anche se effettivamente questo non è una novità e si conosceva da parecchio tempo.

Reddito di cittadinanza, come disdire?

In realtà la legge in vigore non aveva previsto la possibilità di poter disdire e quindi dire addio al reddito di cittadinanza. Sono stati però sono davvero migliaia i cittadini che hanno deciso di rinunciare al reddito di cittadinanza, creando parecchio caos e disagi all’INPS che si è trovata a dover far fronte a questa emergenza. La soluzione a questo grave disagio, pare che sarà pronta verso metà maggio così che, tutti coloro che vorranno disdire potranno fare domanda e rinunciare così alla somma che va dai 40 ai €150.

Ad ogni modo, sembrerebbe che ci siano anche diverse persone che hanno ottenuto un importo anche molto più alto di €150, ma che hanno comunque manifestato il desiderio di rinunciare a tale opportunità  proprio per le modalità di lavoro e per il controllo piuttosto eccessivo da parte del fisco. I moduli per poter rinunciare al bonus del reddito di cittadinanza, tanto voluto dal Movimento 5 Stelle saranno pronti ormai nei prossimi giorni. Come abbiamo visto, questa misura rischia tra le 60  mila e le 130 mila defezioni. Intanto sono state consegnate già 300 mila card, stando a quanto riferito dal Presidente dell’INPS Pasquale tridico nei giorni scorsi ed entro la fine della prossima ne verranno rilasciate altre 200.000.

Il reddito di cittadinanza è disponibile da poco più di un mese e oltre 800mila persone hanno già fatto domanda per ottenerlo. Stando alle stime del governo, hanno diritto al reddito circa 1 milione e 300mila cittadini. Per ora, tuttavia, solo il 60% della categoria ne ha fatto richiesta. In una prima fase il reddito di cittadinanza non prevederà anche le offerte di lavoro per i disoccupati: ci vorranno ancora un po’ di giorni, settimane forse, affinché sia pubblicato il bando per la selezione dei navigator, le persone che dovranno guidare ibeneficiari del reddito di cittadinanza nell’inserimento nel mondo del lavoro. Secondo i dati diffusi dal ministero del Lavoro, una richiesta su tre è arrivata da Campania e Sicilia, e a farsi avanti sono state soprattutto persone di mezza età. Napoli guida la classifica delle province con 78mila domande, più di quelle presentate in tutto il Lazio (73861) e in Lombardia (71310),

che pure è la Regione più popolosa d’Italia. Al secondo posto troviamo Roma e aH’ultimo Bolzano dove, nonostante l’alto costo della vita, solo 356 persone hanno avviato la procedura per ottenere il sussidio. Record negativo anche per la Valle d’Aosta, dove si sono rivolti ai Caf e agli uffici postali solo 1.031 persone su un totale di 125.814 abitanti. La misura ha fatto breccia soprattutto tra gli individui con una fascia d’età tra i 45 e i 67 anni (61%), seguite da quelle che hanno tra i 25 e i 40 anni

Meno interessati gli over 67 e i giovani. Solo il 3% delle richieste è, infatti, riguarda gli under 25. Questo dato potrebbe dipendere non solo dall’interesse dei giovani, ma anche dai vincoli del beneficio che considera i figli fino a 26 anni a carico dei genitori. I dati diffusi dal ministero del Lavoro non indicano chi, tra queste persone, ha effettivamente diritto al sussidio, ma solo chi ad oggi ha fatto domanda. Coloro che hanno terminato la procedura entro il 6 aprile, hanno un Isee inferiore a 9.360 euro, un patrimonio immobiliare di 30mila euro esclusa la prima casa e un patrimonio mobiliare di 6mila euro, riceveranno la somma a partire da metà maggio. Gli altri dovranno, invece, aspettare il prossimo giugno.

VERRÀ CARICATO SU UNA CARTA DI POSTE ITALIANE

Il sussidio verrò accreditato sulla Rdc card, che consiste sostanzialmente in una carta simile a una ricaricabile, con i numeri in rilievo e il logo di Poste italiane. Per privacy non avrà il nome del suo titolare scritto sopra. Inoltre sarà disponibile anche un’App (IO.ltalia.it) per effettuare pagamenti online tramite smartphone o tablet. Per tale ragione, ai fini dell’ottenimento del Rdc, i richiedenti dovranno essere in possesso di un conto corrente bancario o postale o di una carta munita di codice Iban per l’effettiva erogazione dell’importo previsto. Con il bancomat sarà possibile procedere solo ad alcuni acquisti specificamente previsti per legge (è ad esempio escluso il gioco d’azzardo o comunque quei giochi in cui sono previste vincite in denaro); il prelievo può essere di massimo 100 euro mensili o comunque legato alla scala di equivalenza, quindi al numero dei componenti il nucleo familiare. Tali spese, comunque, potranno essere monitorate telematicamente via computer o App. Ad erogare la Rdc card penserà Poste italiane e tale corta sarà dotata di un dispositivo che verrà letto tutte le volte che il suo titolare procederà nei suoi acquisti, associando a lui la spesa effettuata. Il meccanismo ha l’obiettivo di consentire allo Stato di operare un monitoraggio costante sulle modalità in cui viene speso il sussidio. In quanto al commerciante, a lui arriverà il rimborso della spesa il giorno stesso dell’acquisto.



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