Richard Gere sposato con Alejandra Silva che ha la metà dei suoi anni



Alla fine del mese spegnerà settanta candeline. Eppure Richard Gere è ancora oggi un sex symbol del cinema mondiale. Lanciato nel 1980 dal film American gigolò, l’attore hollywoodiano vanta nella sua lunga carriera tante pellicole di culto, da Pretty woman a Ufficiale gentiluomo, da II primo cavaliere a Chicago. Sorriso sornione e chioma bianca ancora fluente, Gere possiede un fascino senza tempo: con due matrimoni alle spalle (con l’ex top model Cindy Crawford e con l’attrice Carey Lowell, madre del suo primogenito Homer James Jigme), la star ha sposato l’anno scorso Alejandra Silva, pubblicitaria spagnola di trentaquattro anni più giovane. E lei che a febbraio lo ha reso papà del suo secondo maschietto, Alexander. «E meraviglioso tornare a prendersi cura di un neonato. Ora è la mia priorità. Quando è nato il mio primo figlio mi ero ripromesso di non girare mai un film a più di un’ora di distanza da lui, proprio per creare un rapporto stretto. Ecco, penso che sia importante far sentire la nostra presenza ai bambini fin da quando sono piccoli», spiega a Nuovo l’attore, super ospite dell’undicesima edizione delle Giornate del cinema lucano – Premio internazionale Basilicata, a Maratea.



Signor Gere, lei è di casa qui in Italia. Che ricordo ha della sua prima volta nel nostro Paese?
«E stato bellissimo. Ero ancora agli inizi della mia carriera e il mio agente era un italo-americano di Westchester, si chiamava Eddy Limato. Mi disse che dovevo assolutamente conoscere il grande Franco Zeffirelli: così siamo andati a trovarlo a Positano, un luogo incredibilmente romantico. Era fine estate e ricordo la baia piena di barche, dove tante donne vestite di bianco sorseggiavano champagne…».
«La meditazione mi aiuta molto»
A proposito di Positano, è il luogo che ha fatto da cornice anche all’incontro con sua moglie Alejandra…
«Sì! Cinque anni fa, nello stesso posto e nella stessa baia, vedo una donna bellissima: colei che sarebbe diventata mia moglie. Lo ha voluto il destino. Anche per questo sono così legato all’Italia».
Parlando invece del suo Paese, come vede il futuro politico negli Stati Uniti e nel mondo?
«Sono fiducioso e attendo: prima o poi arriverà un altro presidente al posto di Donald Trump, un sociopatico che non è sensibile al dolore degli altri. Non provare empatia è il peccato più grave del mondo. Dobbiamo tutti cercare dentro di noi la generosità necessaria ad aiutare i più deboli».
Come affronta questo momento tanto buio?
«Ho avuto l’onore di avere come maestro il grande Dalai Lama, che mi ha insegnato a meditare ogni giorno. Lo faccio dacinquant’anni e mi aiuta moltissimo a controllare l’ansia, la rabbia e la depressione. Alzi la mano chi non ha mai affrontato questo -tipo di problemi! Io li ho sperimentati tutti. Meditare mi dà la forza per superarli».



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