Simona Ventura a “The Voice”



Per chi si occupa di televisione, Carlo Freccero è una garanzia. Da poco è tornato sul ponte di comando di Rai Due (l’aveva già diretta dal 1996 al 2002, ma nel suo curriculum ci sono anche Mediaset, Rai 4, il consiglio d ’amministrazione Rai, docenze universitarie, libri), nel corso di un fluviale incontro con la stampa ha tracciato la rotta, affondato, polemizzato, promosso, fatto balenare progetti, regalato titoli, spunti, etichette. Freccero lavorerà gratis, in quanto pensionato, e al massimo per un anno. Quindi avrà mani libere più che mai.
La novità è il ritorno in casa Rai di Simona Ventura, che dal 9 aprile cercherà di rianimare il talent musicale The Voice, una produzione che negli anni ha cercato invano di essere più originale e impattante della concorrenza.



Nel libro dei sogni del vulcanico Freccero ci sono invece Daniele Luttazzi («È essenziale che tomi in Rai, la sua è una satira feroce. Ma non posso lasciare la sua satira nella nebbia della censura. Anche se venisse il Cardinal Bertone di persona a dirmi di no, io lo farei comunque»), un omaggio a Gianni Boncompagni firmato da Renzo Arbore e «una rubrica anche sulla religione musulmana come ci sono anche per quella ebraica e protestante». Vero o falso? Con Freccero non si può mai dire, si può solo riportare quanto dice. Tanto per cambiare i piani c’è sempre tempo. Tempo, che dice lui, è il suo «grande nemico, assieme ai soldi a disposizione per la rete».

Tempo che si mangerà Quelli che… dopo il tg: «Ci sarà un programma di approfondimento dopo il Tg2 della sera. Luca e Paolo e Mia Ceran fuori? Purtroppo oggi l’esigenza della Rai è avere un programma di approfondimento». Fuori uno, anzi tre, perché a rischiare grosso sarebbero sia Giancarlo Magalli con / fatti vostri sia Detto Fatto: «Bisogna fare dei calcoli. Detto Fatto poteva andare su Rai Uno, Ifatti vostri anche. Sono programmi da Rai Uno. Sono fatti bene, ma sono da Rai Uno».

Magalli, interpellato dal sito Fanpage.it, ha risposto con grande flemma: «Nessun commento. La Rai è padrona dei suoi palinsesti, non noi conduttori. Sono troppo amico e troppo ammiratore di Freccero per criticare i suoi eventuali orientamenti».

Del tutto indigesto, al direttore, è poi il boccone NCIS, con tutte le sue costole (NCIS: Los Angeles e NCIS: New Orleans): una serie di successo, ma che a lui non piace, anzi proprio «la detesto. Il problema è che c’è un contratto. Quindi bisogna ammorbidirlo, con altri prodotti. NCIS rappresenta un’America che non mi piace. La domenica vorrei la replica di prodotti di fiction italiana. Meglio una replica che fa pochi ascolti, che un prodotto americano. E un mio capriccio».
Tempo e soldi, dicevamo. «Non posso fare contratti di esclusiva. Non ho rinnovato l’esclusiva con Costantino della Gherardesca perché non posso. Devo fare contratti ad hoc per un programma. Simona Ventura è number one, la numero uno, del talent. Punto e basta. Lei è diventata un po’ zia, è sempre generosa con tutti».



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