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Questo articolo in breve

Si ferma Cristiano Ronaldo: il fuoriclasse portoghese salta la trasferta a Brescia. La sua mancata convocazione non è una scelta tecnica dettata dal turnover, ma una decisione medica perché l’attaccante è alle prese con «un leggero affaticamento muscolare all’adduttore » (problema analogo a quello del precampionato) come ha annunciato in conferenza stampa Maurizio Sarri, facendo emergere la possibilità di lasciarlo a casa nel turno infrasettimanale. Ipotesi che si è poi trasformata in realtà nel tardo pomeriggio di ieri, quando la squadra è partita in treno per Brescia ed è uscita la lista dei convocati. L’infortunio non desta comunque preoccupazione. «E’ normale che si senti affaticato visto che ne ha giocate tante», sottolinea il tecnico bianconero. A 34 anni CR7 non ha ancora saltato una gara ufficiale da quando è iniziata la stagione: un anno fa aveva almeno evitato la Nazionale per accelerare il processo di inseirmento nella Juventus, adesso invece ha già giocato 7 partite in 28 giorni, tutte per 90’ minuti a parte la sfida contro la Lituania quando il ct Santos l’ha tolto a dieci minuti dalla fine dopo che Cristiano Ronaldo ha dato il meglio di sé griffando quattro reti. Un po’ di riposo è quindi utile per farlo rifiatare e recuperare dall’affaticamento muscolare: sa pomeriggio contro la Spal dovrebbe tornare regolamente al suo posto con la facoltà di muoversi liberamente in attacco.



VARIAZIONE TATTICA L’assenza di CR7 lascia aperta la guerra di successione: chi prenderà il suo posto stasera? E visto che, a differenza di tutti gli altri ruoli, non c’è un’alternativa al penta Pallone d’Oro, Sarri sta valutando la possibilità di cambiare anche sistema di gioco. Ieri pomeriggio alla Continassa ha provato Aaron Ramsey, il gallese che sabato ha debuttato da titolare ed è andato subito in gol, nel ruolo di trequartista, alle spalle di Paulo Dybala, che potrebbe così giocarne due di fila dal primo minuto, e di Gonzalo Higuain. Una novità interessante per vedere la crescita di Ramsey e il suo utilizzo in una posizione più avanzata. In alternativa all’opzione trequartista, c’è sempre Cuadrado pronto a volare sulla fascia d’attacco. A proposito del Pipita, invece, anche lui era a rischio forfait perché sabato contro il Verona ha rimediato una botta sul naso. «E’ stata scongiurata la frattura del setto nasale, ma ha avuto grande difficoltà in partita perché non riusciva a respirare» le parole di Sarri. Gonzalo ha recuperato e vuole esserci: per la prima volta Dybala non sarà il suo alter ego ma dovrebbe giocare al suo fianco. A centrocampo e in difesa sono attesi gli stessi uomini che hanno giocato a Madrid, vale a dire Szczesny in porta, Bonucci e De Ligt centrali con Danilo e Alex Sandro terzini; mentre nel mezzo ritornano dal primo minuto Khedira, Pjanic e Matuidi, il più in forma con capitan Bonucci e, proprio per questo, chiamato agli straordinari.

Questa Juventus non sarà mai quel Napoli. A scolpirlo nella pietra, chiaro e tondo, è stato per primo proprio l’artefice presente e passato delle due realtà a confronto. Questione di caratteristiche individuali, l’argomentazione appunto di Maurizio Sarri. Così la sua creatura bianconera non toccherà forse mai quegli apici di esuberante fraseggio, ma al contempo conserverà evidente traccia di una solidità da sempre presente nel dna di famiglia. Una doppia anima la cui amalgama, fin dalle prime uscite della stagione, sta portando – uno su tutti – Alex Sandro a riscrivere i confini delle proprie prestazioni. Dall’alto di quella affidabilità difensiva, affinata negli anni agli ordini di Massimiliano Allegri, che ai tempi del trasferimento dal Porto ancora non gli competeva. Ma, al contempo, in virtù di quella ritrovata propositività sulla corsia di sinistra che l’ex manager del Chelsea ha ridestato da un lungo letargo.

CHE NUMERI Se l’assist per il gol-partita di Giorgio Chiellini all’esordio di Parma aveva portato con sé un pizzico di sana e rocambolesca fortuna, infatti, il passaggio vincente per il raddoppio firmato da Blaise Matuidi al Wanda Metropolitano la scorsa settimana è stato tutto farina del sacco in cui è custodito il talento del 28enne di Catanduva. Nonché la più evidente prova della ritrovata verve offensiva del terzino brasiliano. Che nelle prime quattro giornate di campionato – nelle corso delle quali Sarri non ha rinunciato al suo apporto nemmeno per un minuto – ha fatto registrare numeri del tutto sconosciuti ai “colleghi” delle altre squadre. Ispirando con le sue giocate ben 7 occasioni da rete dei bianconeri, quindi 1.75 a partita contro quello 0.53 che rappresenta la media fatta registrare nel suo ruolo in Serie A. Più del triplo, per dirlo in maniera spicciola. O, ancora, arrivando a crossare dal fondo già addirittura 10 volte, quindi 2.5 a partita contro una media generale di 1.2. Più del doppio, per risultare allo stesso modo evidenti. Come evidente è l’influenza sulle statistiche – dell’intera squadra, non soltanto di Alex Sandro – portata dal credo del neo tecnico bianconero. Sempre propenso a macinare gioco, anche quando il risultato sul tabellone elettronico già sorride. Una mentalità che induce a giocare di più il pallone e a risultare più aggressivi anche nella posizione tenuta in campo. Tanto che quella media dello stesso esterno carioca arriva praticamente, in questo avvio di stagione, a calpestare la linea di metacampo. Una conseguenza dei dettami assorbiti settimana dopo settimana alla Continassa che, inevitabilmente, va a braccetto con un sempre maggiore coinvolgimento dell’ex Porto nella manovra bianconera. Non tanto per un passivo giro palla sulla linea della difesa a quattro, quanto per puntare sempre verso la porta avversaria. E così i destinatari più gettonati dei 203 passaggi completati finora in campionato da Alex Sandro sono proprio i compagni che – insieme a lui – costituiscono una catena di sinistra che finora non ha visto variazioni sullo spartito: 41 palloni hanno raggiunto Matuidi, ma ben 39 direttamente Cristiano Ronaldo. La cui fame accentratrice è stata placata dagli abbondanti rifornimenti garantiti proprio dal brasiliano, al contempo preziosa pedina con cui conversare o cui scaricare la sfera in virtù della ritrovata propositività offensiva. Se CR7 rappresenta il secondo destinatario prediletto di Alex Sandro, infatti, è altrettanto vero che il fuoriclasse di Funchal risulta il secondo mittente – ancora alle spalle di Matuidi – dei palloni ricevuti dall’ex Porto. Prezioso, per questa Juventus, in fase difensiva come in proiezione offensiva. Ma prezioso anche nel generare occasioni come nello spalleggiare Ronaldo. Prezioso sempre, insomma. Forse per questo Sarri non ha ancora saputo rinunciare a lui.



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