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Il Lecce è pronto per la prima sfida di campionato contro l’Inter di Antonio Conte. Sarà una gara difficile e complicata, Fabio Liverani è consapevole della caratura dei nerazzurri ma spiega: «Sarà un test importante per capire se possiamo essere ai livelli della Serie A, visto che alcuni dei miei hanno conosciuto gli avversari solo in televisione o attraverso le figurine. Con l’Inter potrà esserci emozione ma dobbiamo superarla se no si rischia di non giocare e poi di pentirsene. È una partita di calcio, difficile e importante, ma dobbiamo giocare con spensieratezza e coraggio.



Al novantesimo tireremo le somme e vedremo cosa abbiamo fatto. La forma fisica sarà simile per entrambi, molto dipenderà dagli episodi della partita che faranno la differenza. La squadra sta bene e credo che possa fare la sua partita. Le differenza ci sono e non si può negare, noi dobbiamo fare la nostra partita al massimo delle possibilità». Per quanto riguarda il capitolo formazione, il tecnico dei giallorossi analizza così la situazione del gruppo: «Shakhov sta bene, come Mancosu e Benzar ma sono delle opzioni per la prossima partita.

Noi oggi abbiamo una squadra abbastanza completa, con caratteristiche diverse e complementari. Ci vorrà tempo poi per capire quale sarà la formula giusta. Alla squadra prima di scendere in campo dirò di divertirsi e di godersi la serata giocando con grande attenzione. L’identità del Lecce è chiara, proveremo a giocare a calcio, per capire chi siamo ce lo dirà solo il tempo, non credo che potremo avere un’idea definitiva prima di dieci partite di campionato».

Tre più tre più tre più tre. Si vince così, mettendo insieme il pranzo con la cena, il Lecce di oggi con il derby che verrà, la Juventus, il Napoli. Antonio Conte canta quando dice «la rincorsa è iniziata». È lo slogan perfetto per un’Inter diversa, la prima con l’ambizione di sedersi al tavolo principale del campionato dall’era Moratti in poi. «Poi bisogna vedere se la rincorsa sarà lanciata o se passerà attraverso step più lenti verso la vetta». Ecco, Conte ama la velocità.

Va in dribbling sulla lentezza, in fondo lo racconta la sua storia. Juventus,Nazionale eChelsea: è sempre stata una vittoria ad aprire la via verso il successo, al debutto. Perché successo è stata anche l’avventura in Nazionale, impossibile non definirla tale. Parma, Olanda e West Ham le vittime di ieri, il Lecce di oggi che vale un richiamo al passato – lui, salentino – e l’inizio di una nuova era, per dirla con le parole e la musica di Jovanotti. Niente convocati Conte cerca la quarta partenza lanciata consecutiva.

Studia i particolari, perché dice che la sua Inter «il grosso l’ha già assorbito ». E magari tra i particolari c’è anche il fatto di non ufficializzare la lista dei convocati il giorno prima della partita: sarà così spesso, durante la stagione. Si vede lontano un miglio che il tecnico ha la serenità e la convinzione di allenare un gruppo che gli sta piacendo. Però un passaggio chiave lo regala della sua conferenza lo regala quando puntualizza: «C’è un gap molto importante con Juventus e Napoli». Il bicchiere mezzo pieno è nel resto del concetto: «Ho sempre detto che avrei voluto sentire almeno l’1% di possibilità di poter competere per la vittoria. Ecco, stiamo lavorando nella maniera giusta, stiamo costruendo qualcosa di importante. Non voglio mettere limiti alla mia squadra, non è giusto farlo, non concedo alibi a nessuno.

Solo il tempo dirà per cosa lotteremo e se quel gap con Juve e Napoli si è ridotto rispetto allo scorso campionato. Loro sul mercato hanno fatto cose importanti, come le abbiamo fatte pure noi. Il punto è che non dovremo lavorare bene, dovremo lavorare meglio degli altri se puntiamo a fare qualcosa di straordinario. Tutti devono puntare a migliorarsi con me, io penso di poterci riuscire». Pressione Conte non nomina mai la parola scudetto. Parla di «vetta», di «qualcosa di straordinario», «di grande». Gira intorno, ma non si nasconde mica. E in fondo è curioso di scoprire l’accoglienza di San Siro, stadio che ha sempre vissuto da avversario: «Non cerco empatia, io sono questo nel bene e nel male, quando sposo una causa lo faccio in maniera totale. Sono felice che lo stadio sarà pieno, avvertiamo entusiasmo intorno a noi, dovremo essere bravi a meritarcelo. Pretendo una squadra nella quale il tifoso possa riconoscersi. Se raggiungeremo questo obiettivo, avremo già fatto abbastanza». E non c’è tempo da perdere, torna il discorso del pranzo con la cena. Cena – quella del ritiro in hotel ieri sera – a cui non ha partecipato come previsto Mauro Icardi, non convocato. «Le linea del club è molto chiara. Io ho molto rispetto per tutti, da parte mia non c’è alcuna turbativa». Come a dire: non guardo indietro. Il presente, è Lukaku, al quale Conte riserva l’ennesima carezza: «È arrivato carico di entusiasmo, è un ragazzo solare. Ha grossi margini di miglioramento sotto tutti i punti di vista, ha un grande potenziale». Romelu è il simbolo dell’Inter che attacca il potere juventino. Conte è la fionda scelta per schizzare in alto. «Ho trovato calciatori che mi hanno dato totale disponibilità, non era scontato. Ho gioia ed entusiasmo, quando arrivo al campo sono felice». E un tecnico felice è certamente una buona base di lavoro.

La maglia nerazzurra numero 7 è rimasta nel cassetto. Mauro Icardi, come previsto, stasera farà da spettatore alla prima di Conte a San Siro. Niente convocazione: ieri sera la squadra è andata in ritiro in un albergo vicino al Meazza, mentre l’argentino è tornato a casa, nell’attico con vista stadio che presto sarà sostituito dal maxi appartamento a due passi dalla sede dell’Inter. Niente di nuovo, insomma. Nuove sono invece le parole di Wanda Nara, che dopo le uscite social un po’ misteriose stavolta è stata molto più diretta: «Per me Icardi rimarrà all’Inter – ha spiegato la moglie-agente in diretta tv a Tiki Taka –, lo ha detto chiaramente a inizio mercato. Lui vuole giocare qui, pensa che non sia ancora finita. Io posso portare anche mille offerte ma è lui che decide:Mauro è fuori dal mercato. Ci sono state offerte che nessuno mai avrebbe rifiutato. E Mauro ha detto no». La scelta di Mauro La società ha comunicato a inizio luglio che Icardi non avrebbe fatto parte del progetto contiano e le settimane passate dall’inizio della preparazione non hanno cambiato di un millimetro lo scenario. Mauro si è sempre allenato con la squadra, è rimasto fuori dalla tournée in Asia, non ha giocato nessuna amichevole e non ha alcuna chance di indossare nuovamente con l’Inter.

Però insiste nel voler restare, a costo di rimanere fermo a lungo: «La sua decisione è sempre stata chiara – ha aggiunto Wanda –, magari ha parlato con qualcuno che gli ha chiesto di restare.Magari quello che comanda… Si sono dette tante cose su di noi, molte sono false. Si è detto che Mauro avesse già un accordo con la Juve. O che io sia andata a Napoli. Falsissimo. Io non posso mettergli un’arma in testa: lui vuole restare. La società paga lo stipendio ed è libera di decidere se utilizzarlo, lui è libero di decidere dove giocare, ognuno fa quello che si sente. Conte? Non mi aspetto nulla, è una scelta della società». Stasera quasi certamente Mauro e Wanda saranno nel parterre di San Siro a fare il  tifo, come se non fosse successo niente, poi domani l’attaccante tornerà ad allenarsi ad Appiano in attesa di sviluppi. Anche se le parole di Wanda rendono complicata qualsiasi trattativa. Dopo il no alla Roma e al Monaco e il silenzio davanti ai milioni del Napoli, all’ex numero 9 resterebbe solo la Juventus, che però non ha ancora recapitato un’offerta ufficiale all’Inter. Marotta, insomma, aspetta la mossa dell’ex collega Paratici per sbloccare la situazione. Ma Maurito alla fine che cosa farà davvero?

«La rincorsa è iniziata». Non lo dice per slogan, ma perché ci crede davvero. Tutti gli occhi stasera saranno per Antonio Conte, il «top player dell’Inter» (Marotta dixit) che dovrà riportare la squadra ad alzare un trofeo nel decennale del Triplete morattiano. E il fatto che l’ex ct sia riuscito a conquistare lo scudetto al primo colpo alla Juve e si sia ripetuto in Premier con il Chelsea, aiuta a sognare in grande. Come, peraltro, fa l’interessato: «Ho sempre detto che, quando alleno una squadra, devo avere almeno una possibilità su cento di poter competere per la vittoria e qui all’Inter stiamo costruendo qualcosa di importante. Altrettanto importante è il gap con Juve e Napoli ma io, ugualmente, non voglio pormi limiti. Solo il tempo dirà per cosa lotteremo: noi, se vogliamo fare qualcosa di straordinario, non dobbiamo solo lavorare bene, ma meglio degli altri. Bisogna poi vedere se la nostra sarà una rincorsa lanciata o se dovremo arrivare in alto per step».

TOTALMENTE INTERISTA Un Conte che – pur senza mai dimenticare la sua storia in bianconero – ha voluto ribadire di sentirsi profondamente immerso nella nuova sfida che lo attende: «Io non ho mai cercato l’empatia con i tifosi, non c’è niente di studiato in me: io sono questo e quando sposo una causa, sono totalmente dedito a quella causa. Con il Lecce ci saranno tanti tifosi allo stadio e dovremo meritarci tutta questa passione». La strada per farlo è presto detta: «Sarà importante partire con una vittoria, ma sarà altettanto importante per me vedere il giusto atteggiamento da parte dei ragazzi perché vogliamo portare un’idea in cui il tifoso possa riconoscersi ». Missione che Conte è convinto di portare a termine («perché qui ho trovato uomini oltre che calciatori e questo è molto importante ») soprattutto se la squadra deciderà di seguirlo con fideistica convinzione: «Se vogliamo ambire a risultati importanti, tutti devono migliorare e aumentare il loro livello.

Il lavoro che penso di saper fare meglio è migliorare i calciatori: qui tutti hanno margine per farlo e questo mi lascia molto sereno». Serenità che in Conte è aumentata quando ad Appiano si è presentato Romelu Lukaku, l’altra stella polare del popolo tifoso nella notte di San Siro, accolto con l’abbraccio di chi l’aveva vanamente inseguito ai tempi della Juve e del Chelsea: «Romelu è arrivato carico di entusiasmo, è un ragazzo solare che si è messo totalmente a disposizione e sta lavorando duramente. Allo United era da un po’ ai margini e, quando è così, vuoi o non vuoi, l’allenamento non è al 100%, quindi ha grossi margini di miglioramento ». Conte, non è un segreto, vorrebbe pure un altro centravanti dalle caratteristiche del belga e pure un centrocampista in più, ma ieri non era certo il momento di mettere pressioni alla società, così l’allenatore è stato decisamente più ecumenico rispetto alla preoccupazione mostrata in Cina sull’argomento: «Fin dal primo giorno c’è stata chiarezza tra noi, stiamo proseguendo su questa strada e sono molto contento per quello che stiamo creando. Se poi parliamo di aspettative, le mie sono altissime per la stagione».

C’è chi continua a trattare e chi invece un elemento in più l’ha acquistato. E’ il Bologna che inserisce a centrocampo un giocatore di esperienza e di carattere come Gary Medel: per il 32enne cileno, che arriverà a titolo definitivo e firmerà un biennale, il club emiliano ha versato poco più di due milioni al Besiktas. Il Brescia punta sugli svincolati: dopo i sondaggi per il francese Rami, ora si torna su Abate mentre sullo sfondo resta anche Bertolacci che interessa pure al Lecce. Il Verona ha girato Tupta al Cosenza e per l’attacco pensa anche a favilli, ma restano sempre vive le piste che portano a Musa Barrow dell’Atalanta e a Paloschi el Chievo.

Il Genoa è vicino a Donis il cui arrivo non prelude a una partenza di Kouame. La Spal cerca sempre un esterno che possa sostituire l’infortunato Fares. L’obiettivo ambizioso è Arana dal Siviglia («Stiamo parlando col Siviglia per Guilherme Arana» ha confermato nelle scorse ore il ds Davide Vagnati a “Estadio Deportivo”), ma si resta in attesa di risposta dall’Atalanta per Reca. In attacco l’idea di arrivare a Babacar del Sassuolo non è tramontata. Udinese e Fiorentina hanno accelerato una importante operazione di mercato: quella che dovrebbe portare Rodrigo De Paul in maglia viola. i friulani sanno da tempo che l’attaccante argentino è un obiettivo della Fiorentina ma non intendono scendere dalla valutazione di 40 milioni di euro. Adesso il club viola vuole cercare di trovare l’accordo con i friulani inserendo nella trattativa il centrocampista Marco Benassi come contropartita tecnica al posto di Giovanni Simeone su cui potrebbe reinserirsi il Cagliari. La Fiorentina ha fretta perché l’attaccante argentino piace, ma anche perché sa bene di non essere l’unica a volersi assicurare le sue prestazioni.

L’Atletico Madrid è una sorta di “new entry” mentre quello del Napoli è un ritorno di fiamma perché già da mesi è sulle tracce di De Paul al punto che a gennaio sembrava già fatto l’accordo con i friulani. E’ possibile che, accertata l’impossibilità di arrivare a James Rodriguez, gli azzurri tornino sul vecchio obiettivo. La Fiorentina, del resto, non segue solo quella pista. Si è informata su Verdi del Napoli (obiettivo arcinoto di Torino e in minore della Sampdoria) ma soprattutto non perde la speranza di arrivare a Berardi. Il Sassuolo sa bene di questo interesse e infatti cerca un attaccante in più per cautelarsi da eventuali partenze. Nei giorni scorsi è circolata la suggestione Sbastian Giovinco, ora all’Al-Hilal. Ieri, invece, il club emiliano è tornato prepotentemente a inserirsi tra la Sampdoria e Defrel con un rilancio per il cartellino con la Roma. Il club blucerchiato resta comunque tranquillo perché sa di avere il gradimento dell’attaccante francese.



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