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Non disperdere la continuità, nel gioco e nei risultati. Questa sera, il Napoli rincorrerà la quarta vittoria, contro il Cagliari, per non perdere contatto con il vertice della classifica. Carlo Ancelotti non vuole cali di concentrazione, ha chiesto alla squadra di confermare quanto di buono evidenziato nell’ultima settimana, tra l’impegno di Champions League e la trasferta di Lecce. Il suo Napoli è lanciatissimo, pare che non conosca ostacoli.



Ne ha incontrati un paio tosti e li ha superati in volata, lasciando i tre punti soltanto all’Allianz Stadium per l’incredibile autorete di Koulibaly che ha letteralmente regalato il successo alla Juventus. La timidezza non appartiene ai giocatori napoletani. Sotto porta, si sono dimostrati tutti sfrontati, continuano a segnare senza pause. In quattro partite di campionato hanno realizzato 13 reti, alle quali vanne aggiunte le due rifilate al Liverpool nella prima giornata di Champions.

Una vera e propria potenza esplosiva, che sta rendendo il Napoli una squadra imbattibile o quasi. I meccanismi sono perfetti, a prescindere da chi va in campo. Nuove reti Son quelle che fin qui hanno garantito gli ultimi arrivati, coloro che sono stati ingaggiati nell’estate appena trascorsa. Le prime tre hanno avuto, addirittura, dell’incredibile, sono state realizzate tutte nella stessa partita, nello scontro diretto della seconda giornata, all’Allianz Stadium, contro al Juventus. Manolas e Di Lorenzo hanno capitalizzato due punizioni dalla trequarti, mentre Lozano ha bruciato il giovane talento, De Light, pochi minuti dopo aver dato il cambio a Lorenzo Insigne.

Niente problemi di ambientamento, dunque, chi arriva a Napoli non ha di queste difficoltà, s’inserisce in un gruppo compatto, che rende tutto più semplice, anche per chi non ha mai giocato in Serie A, come Lozano, per esempio. E, poi, ci sono gli insegnamenti di Ancelotti che, pronti via, ha già valorizzato Di Lorenzo e Elmas e sta traendo il massimo da Llorente, già a quota 3 gol in stagione. Quante soluzioni Il suo ingaggio last minute ha reso ancora più solido il reparto avanzato. Con lo spagnolo, Ancelotti avrà a disposizione ulteriori combinazioni offensive. Contro la Sampdoria, per esempio, è toccato ai due meno alti, ovvero, Lozano e Mertens, Il nazionale messicano è stato poi sostituito nella ripresa da Llorente.

L’ex Tottenhamè stato prezioso assistendo Mertens in occasione del 2-0. Per la trasferta di Lecce, invece, l’allenatore ha optato per un attacco più fisico e meno rapido, è partito dal primo minuto con la coppia Llorente-Milik e, lì davanti, Gabriel ha avuto il suo da fare per limitare i danni, riuscendoci soltanto in parte, perché l’attaccante spagnolo ha realizzato la sua prima doppietta napoletana. Lozano dall’inizio Si cambierà ancora una volta, stasera.Ancelotti non ha anticipato nulla, ma contro il Cagliari si dovrebbe rivedere Hirving Lozano dal primo minuto. A Lecce ha giocato l’ultimo quarto d’ora e potrebbe ripartire da lui, l’allenatore, in coppia con Mertens. Il nazionale messicano è atteso con grande interesse, il suo acquisto ha permesso al Napoli di aumentare la qualità offensiva, mentre Ancelotti ha trovato il giocatore in grado di garantirgli la profondità. Stasera, servono punti pesanti per restare attaccati a Juventus e Inter e il tecnico non vuole sorprese. Il fatto che la difesa abbia subito un solo gol nelle ultime tre partite (Sampdoria, Liverpool e Lecce) è indicativo dei progressi compiuti. I 15 gol stagionali, invece, hanno confermato la consistenza dell’attacco, la continuità sotto porta è comunque assicurata, a prescindere dalle scelte dell’allenatore. La forza offensiva del Napoli è un mix di rapidità, velocità e forza fisica, Ancelotti può sistemare le cose a seconda dell’avversario. Stasera, dovrebbe iniziare con Lozano e Mertens, dunque, con tanta velocità ebuona tecnica. Toccherà a loro due rendere vincente la notte dell’infrasettimanale.

Miglior atterraggio impossibile. Centotrentatré minuti di gioco, 3 gol, uno ogni 45’. La sensazione da parte sua di esser cresciuto a Napoli e da parte del Napoli di aver fatto un affare clamoroso. Fernando Llorente è uno abituato a sorridere, anche nei momenti meno positivi, però la sua storia in azzurro non poteva cominciare meglio. Offerta super Che uno si chiede come mai il Tottenham l’abbia lasciato andar via gratis. Qualche ragione c’è.

Fernando era arrivato a White Hart Lane due anni fa in circostanze movimentate. La grande stagione allo Swansea dopo l’addio alla Juventus e il passaggio in chiaroscuro al Siviglia, aveva attirato sullo spagnolo l’attenzione del Chelsea di Antonio Conte, che l’aveva voluto anche a Torino. Quando sembrava tutto fatto coi Blues un’offerta che non si può rifiutare aveva catapultato la famiglia Llorente, Fernando e il fratello-agente Chus, qualche miglio più a nord, al Tottenham. Per convincere Fer e Chus, Pochettino aveva appoggiato sul tavolo un contratto biennale da ben 100.000 sterline a settimana. Niente «supersub» In questi due anni londinesi a Llorente le cose non sono andate troppo bene. In Premier ha fatto due gol, uno per stagione. È vero che ha giocato poco, 36 partite ma appena 7 da titolare, addirittura una sola il primo anno, però non è riuscito a ritagliarsi quel ruolo da «supersub» tanto caro agli inglesi, il panchinaro che si trasforma in cult hero per la tifoseria. Pochettino ha sempre apprezzato Fernando, perché è uno che s’impegna al massimo, che tende ad essere sempre di buonumore e che nello spogliatoio è amato e rispettato. Però in campo le cose erano meno fluide: il Tottenham elettrico abituato all’infaticabile Harry Kane faticava a combinare con la staticità dello spagnolo. E infatti a gennaio il ritorno di Fernando a Bilbao sembrava quasi certo.

L’idea del risparmio La primavera di Champions ha in parte cambiato le cose. Un gol importante al Borussia Dortmund negli ottavi, poi quello decisivo nella rimonta col City nei quarti, e l’ottima prestazione nella nuova rimonta di Amsterdam in semifinale: la spettacolare campagna europea degli Spurs porta anche la firma di Fernando. Però al Tottenham volevano risparmiare, hanno svincolato Llorente e poi gli hanno proposto un nuovo contratto, molto ribassato. C’era pure la mezza idea di lasciare un po’ di spazio al giovane Troy Parrott, che ha 17 anni, e 17 anni in meno di Fer.

La chiamata I fratelli a quel punto avevano ricevuto diverse offerte in giro per il mondo, Italia compresa, e al Tottenham hanno risposto «Thanks, but no thanks». Fine della storia londinese. Mentre sfogliavano la margherita Fer e Chus hanno ricevuto un paio di chiamate, da Carlo Ancelotti e dal ds del Napoli Cristiano Giuntoli. Ed è stato un colpo di fulmine: se Pochettino sui fratelli spagnoli aveva potuto esercitare anche un fascino economico potente, Carletto ha giocato altre carte. Non che l’offerta azzurra sia da poco: 5 milioni di euro netti per arrivare a 36 anni non sono da buttar via. Però c’è stato altro: il potere d’attrazione di Ancelotti in ambito di calcio internazionale è notevolissimo e la sua è una chiamata che non si può rifiutare. Anche perché a livello tattico il gioco del Napoli si adatta molto di più a Fernando di quello del Tottenham, e questo inizio di rapporto scintillante è li a confermarlo. E così Llorente è pronto a un ultimo grande giro di giostra. Entrerà e uscirà dai titolari del Napoli così come il sopracciglio di Carletto si alza e si abbassa: in maniera naturale. E sempre sorridendo.



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