Al Bano e Jasmine, i consigli di Carrisi alla figlia per brillare di luce propria



La prima volta che la lucina rossa della telecamera si è accesa per inquadrarlo, Al Bano era un ragazzotto di campagna arrivato a Milano con una valigia carica di desideri, grinta, umiltà. E una voce immensa che era un peccato vibrasse solo nell’aria, mentre lavorava tra gli ulivi in Puglia. «Conoscevo poco la Tv e i suoi meccanismi. Quella luce rossa che spunta all’improvviso e ti punta per far partire la scena mi intimidiva.



Le prime volte la vivevo quasi come un fucile spianato, mi incuteva soggezione», ricorda il Leone di Cellino. «Via via ho preso confidenza, ma c’è voluto un po’ prima che quel puntino luminoso bucasse la mia scorza dura, fino a diventare un abituale compagno di avventura che mi segue ancora oggi. Temevo che la stessa sensazione e la tremarella le vivesse anche Jasmine, che a soli 19 anni ho accompagnato nel debutto in Tv, in prima serata, con The Voice Senior. La guardavo, pronto a sostenerla. Macché. La sua spontaneità e la sicurezza mi hanno sorpreso: i giovani di oggi sono avanti. Tecnologicamente e nei modi di fare».

C’è orgoglio nelle parole di Al Bano mentre parla della più piccola donna di casa Carrisi, che lo affianca nel ruolo di coach nel talent condotto da Antonella Clerici su Raiuno. «Sui social qualcuno ha parlato di nepotismo: sono fuori strada. Io non l’ho mai fatto con nessuno dei miei figli. Per loro desidero innanzitutto la cultura, che continuino con gli studi. Poi ciascuno, a modo suo, si è espresso anche artisticamente e io ne sono stato felice, ma non ho mai caldeggiato. Jasmine quest’estate ha lanciato un singolo e un video, Ego. È stato un primo passo, The Voice Senior è un battesimo importante. Ma da qui a dire che la Tv sarà il suo futuro ce ne passa. Meglio andare cauti. Intanto si è iscritta all’università e proseguirà i suoi studi di Comunicazione. Vero, bamboli?».

Jasmine ascolta papà. È bellissima. Sistema l’abito da sera che fa tanto “ballo delle debuttanti” e lo rassicura. «Lo farò. Ma intanto mi godo questa bella esperienza che mi diverte un sacco. Mi piace che mi si conosca un po’ di più, che si percepisca l’intesa con papà. Ed è bello che in uno show musicale si voglia dare spazio ai gusti e alle opinioni dei giovani», racconta Jasmine, che su Instagram agli oltre 77 mila follower racconta la sua musica preferita, fatta di trap e rap americano. «Nello show mi pongo con umiltà: non sono lì per esprimere giudizi o per dare voti. Io do un contributo per costruire la squadra del team Carrisi, offrendo il mio punto di vista di diciannovenne e il mio sentire, che è diverso da quello di papà».

Al Bano sorride: «Negli anni lei mi ha aperto le porte su un nuovo modo di intendere la musica. Tempo fa mi chiese di accompagnarla a Monza a vedere il concerto di Justin Bieber. Non sapevo nemmeno chi fosse, ma per amor di figlia  la portai. A un certo punto questo artista passa a due metri da noi. Lei ha cacciato un urlo di gioia quasi avesse avuto un’apparizione celestiale: lì per lì mi ero anche spaventato», scherza il cantante. «Jasmine è figlia del suo tempo e segue gli eroi di quest’epoca. Fanno generi opposti a quelli cui sono abituato io, ma non sono affatto male, anzi! L’unica cosa che mi permetto di contestare è l’abuso di violenza verbale, le parolacce, un gergo spiacevole che non riesco ad accettare».

Jasmine sorride e ricorda i consigli che a casa le hanno dato prima di iniziare il programma. «Papà mi ha detto: sii te stessa e stai tranquilla». Al Bano aggiunge: «Le ho suggerito anche di lasciarsi guidare da quei piccoli talenti naturali che ha: la spontaneità, lo sguardo sincero, la sicurezza in se stessa nonostante l’approccio introverso e a tratti timido, la bellezza, la freschezza dei suoi anni e, lasciatemelo dire, quella bravura che mi fa tanta tenerezza». Poi confida: «Per i miei 70 anni si è presentata a sorpresa con un cd fatto per me: cinque canzoni in inglese e anche la mia Nel sole cantate da lei. Era un piccolo capolavoro e aveva solo 12 anni». Buon sangue non mente… A proposito: mamma Loredana che consigli ha dato alla sua ragazza? «Jasmine ascolta tutti, ma preferisce fare di testa propria. A me è piaciuta perché è rimasta fedele a stessa: vederla in Tv era come averla in casa», racconta fiera la Lecciso. «Mi ha commosso vederla accanto al padre, impegnata ad ascoltare e desiderosa di imparare da ciò che per la prima volta la circondava».

Al Bano annuisce. «La condivisione con i miei figli è nutrimento dell’anima per me. E mi riporta indietro con la memoria, quando, studente alle magistrali, dopo la scuola papà mi portava a lavorare nei campi. Si faticava, si parlava, ci si divertiva e lo si faceva stando insieme. La stessa gioia la riprovo oggi, seppur in posizione ribaltata». C’è chi azzarda che ti vedremo a Sanremo. Magari voi due insieme… Al Bano sorride. «E vero che ho la “sanremite acuta”, che subisco il fascino di quel palco e dell’atmosfera elettrizzante che si respira, ma questo è un momento difficile. Il maledetto Covid sta inginocchiando l’umanità. Sanremo è una festa e come tale va vissuta: io in questo momento delicato non so se ho proprio lo spirito giusto. Ma mi ritengo un uomo fortunato, in salute, e sono grato di lavorare, di essere qui, con mia figlia, con un cast di grande livello, in uno show bellissimo di musica: una terapia che, oggi più che mai, fa bene al cuore».



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