Anticipazioni ospiti Domenica In oggi 13 dicembre 2020, Bocelli presenta il nuovo album Believe



Inizia Andrea Bocelli, il cantante italiano sicuramente più famosa al mondo, a cominciare la puntata di domenica in e, quella che andrà in onda oggi domenica 13 dicembre, Come di consueto alle 14 su Rai2, con la simpaticissima presentatrice Mara Venier.
Andrea Bocelli è un grandissimo tenore, in studio presenterà il suo ultimo lavoro dal titolo Belive. Emozionerà tutto il pubblico cantando al pianoforte due bellissime canzoni dedicato al Natale Amazing Grace e Silent Night..
Poi arriverà in studio, l’attore Paolo Conticini il quale si è secondo all’ultima edizione di Ballando con le stelle, in servizio sarà basata un racconto alcuni aneddoti di vita privata e carriera di Paolo Villa poi successivamente si cimenterà in un ballo con la sua compagna di Ballando Veera Kinnunen.
Ovviamente non poteva mancare lo spazio dedicato al coronavirus, collegato dalla Florida ci sarà Ilaria Capua. Mancheranno altre celebrità come Gabriella Carlucci la stessa percorrerà alcune tappe della tua vita, con aneddoti e storie la sua carriera televisiva.

Andrea Bocelli Intervista

D, E uscito da poco il suo album Believe, legato al tema della fede. Un disco nato durante il lockdown: in un periodo così difficile ha rielaborato il suo rapporto con la spiritualità?
R. «Da cattolico praticante, vivo la fede come un dono che cerco ogni giorno di preservare, coltivare, accrescere. Nel periodo di forzato riposo casalingo ho affrontato letture straordinariamente potenti, come l’opera omnia della mistica Maria Vaitorta: è stata un’avventura dello spirito. Dopo vari dischi in cui al centro c’era la sensualità, ho optato per un progetto il cui filo rosso è l’anima, nella volontà di donare un momento di serenità e di ottimismo al mio pubblico. Believe è basato su tre parole: fede, speranza e carità. Sono le tre virtù teologali ma sono anche, per tutti, i tre valori che danno senso e forza all’esistenza».
D. Alcuni brani del disco sono legati alla sua infanzia…
R. «Ricordo le processioni e gli anziani del paese che cantavano alcune preghiere conte mite in questo disco. Ricordo il volto di mia nonna, il bagliore delle candele della mia amata chiesa di Lajatico, vicino a Pisa, dove sono nato, e quel clima di calore domestico, di dolcezza e religiosità che si respirava nel corso delle feste comandate. Ci sono brani che permettono veri e propri viaggi nel tempo, pagine radicate nelle tradizioni popolari che esprimono una loro potente bellezza, anche squisitamente musicale. Come, per esempio. Mira il tuo popolo, che amo molto c che vorrei far conoscere nel mondo».
D. C’è anche Inno sussurrato, composto da Ennio Morricone e scritto da Pacifico. Come è stato l’ultimo incontro con Morricone?
R. «Negli anni ho avuto il piacere e l’onore di incontrarlo tante volte. Negli ultimi mesi ci siamo sentiti telefonicamente. La canzone è tra le ultime pagine, o forse l’ultima, che ha scritto prima di lasciarci: sono felice che tale suo estremo atto creativo sia stato concepito proprio per una preghiera. È una pagina molto intensa, che nasce quasi sussurrata, appunto, per crescere lino a diventale una invocazione corale universale. È un grande onore poter accogliere nel disco questa perla
D. Qual è la sfida personale più complicata che ha affrontato?
R. «Ricordo con particolare emozione il concerto che ho tenuto il 1° maggio 2000 di fronte a Papa Giovanni Paolo Il e a decine di migliaia di persone, con l’orchestra di Santa Cecilia diretta da Myung-Whun Chung. Il mio amatissimo babbo era spirato il giorno precedente e avevo trascorso tutta la notte al suo fianco. Ricordo che, giunto a Roma, feci a malapena in tempo a indossare lo smoking e correre sul palco. È stata una sfida arrivare in fondo, con la commozione e il turbamento nel cuore».
D. Lei si è anche lanciato con il paracadute. È così che vince la paura?
R. «La paura si cura col pericolo? Forse. Fatto sta che non mi sono fatto mancare emozioni forti, ho sempre amato Febrezza della velocità e, confermo, mi sono lanciato da 5 mila metri.
In anni recenti, con l’aumentare delle responsabilità ho seguito consigli più miti. Soprattutto da giovane avevo un gusto particolare per le sfide e tendenzialmente facevo ciò che mi era fortemente sconsigliato. La paura, comunque, spesso blocca e inibisce… La paura è la sola cosa di cui si debba avere paura».


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