Coronavirus, sbagli nei test: c’è chi torna positivo dopo 2 tamponi negativi



”Sembra esserci una discesa”, ha detto ieri nella conferenza stampa odierna.Giovanni Rezza, il direttore delle malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità.



Questa notte l’attuale ministro della salute, Roberto Speranza, ha mostrato che l’indice di contagio R con zero ”è leggermente sotto l’1, un risultato straordinario se pensiamo che fino a qualche settimana fa eravamo a 3 o 4, ovvero un soggetto positivo ne infettava fino a 3-4”.

Ha detto sempre Rezza, ”per ogni caso che viene riportato dal sistema di sorveglianza ci sono magari 10 persone infette». Soprattutto i decessi di anziani nelle Rsa sarebbero stati «sottostimati”.

Diverse Regioni si stanno attrezzando con i test sierologici, più rapidi del tampone tradizionale (danno risultati in un’ora, anziché 24) e in grado di capire se l’organismo ha sviluppato anticorpi contro il virus. Lo screening riguarderà 200mila persone. Ma siamo ancora in una fase sperimentale. E non c’è la certezza che i test funzionino, avverte l’Istituto di Sanità. «L’affidabilità è ben lungi dal 100%, serve cautela», ha spiegato il direttore delle malattie infettive dell’Iss.

Anche sui tamponi, che scontano peraltro la mancanza di reagenti, sembrerebbe esserci un margine di errore. La prima donna contagiata a Roma sembrava guarita, dopo due risultati negativi consecutivi. Invece, dopo un nuovo test, è tornata positiva. Secondo Rezza dell’Iss, «c’è incertezza ed è bene ammetterlo, i casi di ritorno dell’infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto».

«Sarebbe utile effettuare un tampone di richiamo», dice Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma. «Questo virus ha una lunga presenza all’interno dell’orofaringe. E nel nostro ospedale abbiamo notato che il tampone è molto operatore-dipendente. Ci sono operatori che hanno in gran parte risposte positive dai pazienti, altri che ne hanno in batteria di negative. L’esecuzione richiede un certo expertise. Se fatto male, il tampone può dare esito negativo. Sappiamo poi che a volte quando sembra che il virus non è più replicante, invece riprende a moltiplicarsi». Non è una discussione tra scienziati. «Si rischia di dichiarare guarito chi non lo è».



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