Delitto di Avetrana: Sarah Scazzi oggi compirebbe 25 anni



Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa dalla zia e dalla cugina, oggi compirebbe 25 anni. Era nata il 4 aprile del 1995, la piccola Sarah, in primavera, a Busto Arsizio. Il papà era fisso al Nord per lavoro, come il fratello maggiore Claudio, da cui la separavano dieci anni di differenza. Erano cresciuti come due figli unici, Claudio e Sarah, come dirà mamma Concetta in un’intervista a Vanity Fair, entrambi pendolari tra Avetrana e il Nord, fino a quando poi le circostanze avevano costretto mamma Concetta Serrano Spagnolo a stabilirsi definitivamente in Salento, per accudire l’anziano padre rimasto solo. A confortare Concetta in quel cambiamento era stata la fede per Geova, ma Sarah, probabilmente perché questo le aveva precluso tante esperienze importanti per una bambina, come i compleanni e il Natale, della fede di sua madre sembrava non volerne sapere. Le interessavano i social network, anche se a casa del nonno non aveva internet, le piaceva uscire, vedere persone nuove.



Concetta e Cosima sorelle diverse

Trapiantata in una realtà di provincia del Sud, la piccola Sarah si era attaccata alla cugina Sabrina. Urge qui, una precisazione. Concetta e la madre di Sabrina, Cosima Serrano (che poi verrà condannata insieme alla figlia per il delitto di Avetrana), erano, sì, sorelle, ma erano cresciute in due famiglie diverse. Da piccola Concetta, la mamma di Sarah era stata affidata dai genitori naturali alla sorella del padre e a suo marito e con gli zii, gli Spagnolo era cresciuta, prendendone anche il cognome dopo l’adozione. Cosima, invece, era rimasta con la madre naturale ed era cresciuta con le sorelle nei campi, conducendo una vita certamente più faticosa e grama di quella della sorella Concetta, nella benestante famiglia da cui era stata adottata. Anche i rapporti tra le due sorelle erano pacifici, ma non certo intimi. Eppure Concetta, che non aveva in grande simpatia nemmeno la nipote Sabrina, non vedeva nulla di male nel fatto che la figlia trascorresse gran parte delle sue giornate a casa di Cosima e del marito agricoltore, Michele Misseri.

Sarah, tra bullismo e vuoti affettivi

Dopo un’infanzia problematica a scuola (a scuola la bullizzavano per la sua pelle diafana e i capelli biondissimi), Sarah, dunque, si era trasformata da bimba iperattiva in attraente adolescente. Un’adolescente anomala, che passava le giornate a scuola e le sere al pub con la cugina e gli amici di lei. Evidentemente sola, Sarah era affamata di esperienze nuove e di affetto e nel mondo dei grandi in cui Sabrina l’aveva traghettata trovava l’habitat perfetto per avere le une e l’altro; Sabrina, di contro, da ex ragazzina emarginata dagli altri, con Sarah sembrava tornare indietro a quando anche lei aveva avuto 15 anni e non aveva avuto nessuno con cui dividere quelle esperienze. In questo contesto familiare un po’ sgangherato, arriva per Sarah l’estate fatale, quella del 2010. “In questo periodo – scriveva ad agosto nel suo diario – sono molto legata a un ragazzo che ha 27 anni, io ne ho solo 15, ma lui è dolcissimo e mi coccola sempre, si chiama Ivano”. Era arrivato per Sarah, che non aveva mai avuto grandi esperienze e corteggiatori, il momento di confrontarsi con una cotta e lei non sembrava affatto preparata. In più, a pesarle c’era l’interesse della cugina 22enne Ivano, lo stesso che molto c’entrerà nel delitto.

L’estate del 2010

Sempre in quel periodo accade un episodio reso tragicamente famoso dagli atti processuali. Tra Sabrina e Ivano Russo c’è un rendez vouz romantico interrotto, sembra, dallo stesso Ivano, che aveva rifiutato all’ultimo minuto di avere un rapporto con Sabrina. Un episodio che la piccola Sarah, nella sua ingenua inadeguatezza, sembra avesse raccontato in giro, mandando su tutte le furie la cugina. Era arrabbiata, certamente, quando Sarah scriveva di lei nel suo diario: “Ciao, è da tanto che non ti scrivo, ma Sabrina sta facendo proprio la stronza con me, non mi sta facendo uscire più, la odio, e poi dice che sono io: parla proprio lei, che mi pensa solo quando gli servono i favori”. Alla fine di agosto i rapporti sono tesi e il 26 dello stesso mese, Sarah scompare, per riapparire 40 giorni dopo in un pozzo poco lontano dalla villetta dei Serrano-Misseri. Quello che è stato dopo è contenuto nelle 1277 pagine delle motivazioni della sentenza d’appello che ha scritto la condanna all’ergastolo (poi confermata in Cassazione) di Cosima e Sabrina.

Sarah Scazzi oggi avrebbe 25 anni

Sono passati dieci anni dai fatti e, venticinque, da quel 4 aprile in cui veniva al mondo quella buffa bimba dalla pelle lunare. Se oggi fosse qui, forse, farebbe l’estetista come la cugina preferita o forse, sarebbe cuoca a Milano, dove diceva di voler andare dopo l’alberghiero, con il papà e il fratello, ma sono solo congetture. I veri sogni di Sarah si sono infranti tutti nel putrido pozzo in contrada Mosca.



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