Diego Armando Maradona, selfie con cadavere: perquisizioni domiciliari per gli impiegati



Neanche l’eterno riposo assicura un po’ di pace se sei famoso. Diego Armando Maradona ha pagato a caro prezzo la notorietà anche da morto, la sua salma è stata violata quando la bara non era ancora stata piombata.



E pensare che le sue due figlie Dalma e Giannina ci avevano provato in tutti i modi a difenderlo dagli sciacalli, cercando di impedire persino l’autopsia per paura che in quel lasso di tempo qualcuno dell’ospedale riuscisse a fotografare la salma del “pibe de oro”, uno scatto che poteva valere migliaia di euro.

Ma alle pompe funebri proprio non avevano pensato. Invece proprio lì, negli attimi che precedevano il trasporto della salma dalla città di Tigre, dove è avvenuto il decesso, fino alla camera ardente del palazzo presidenziale, la Casa Rosada, dove centinaia di persone gli hanno dato l’ultimo saluto, si è consumato il macabro rito dei selfie col morto.

Un paio di orribili scatti accanto alla cassa scoperta, mentre gli autori con il pollice alzato rimarcavano la loro prodezza, neanche fosse una conquista o l’affermazione di un successo personale riuscire a farsi una foto accanto a chi non può più sottrarsi.

Ovviamente l’impresa andava condivisa sui social con migliaia di follower, sperando di vivere pochi attimi di luce riflessa. Ma l’autocompiacimento gli è stato fatale: le foto sono finite nelle mani della polizia e sono anche diventate virali, permettendo che i nomi dei tre autori degli scatti saltassero fuori in fretta. I primi due sono addirittura padre e figlio: Claudio Fernàndez, 48 anni, e Sebastiàn di 18.

Il terzo, Diego Molina, è andato a costituirsi accompagnato dall’avvocato, dopo che i tifosi del Boca Juniors, club di cui è socio, lo ave vano riconosciuto e riempito di insulti e minacce, e il Club Atlètico Boca Juniors, squadra dove Maradona aveva iniziato la carriera, lo ha espulso togliendogli la tessera. «Sono colpevoli di un atto oltraggioso e aberrante, la pagheranno cara», ha detto l’avvocato della famiglia di Maradona, Matias Moria.

Ma non è finita. Ovviamente i tre, che non si sono fatti scrupoli davanti a un cadavere, se ne fanno ancor meno davanti a delle accuse e sono tornati alla carica «Si tratta solo di un grande equivoco. – ha detto Claudio Fernàndez -Quella foto non l’ho scattata io ed è stata fatta a tradimento, nel senso che qualcuno mi ha colto nel momento in cui stavo preparando il feretro. Sono stato licenziato per qualcosa che non ho fatto». Peccato per quel pollice su che mostrano fieri, e chissà quale fantasiosa scfisa riusciranno a trovare anche per quel gesto idiota.



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