Guendalina Tavassi, ecco come gli hanno rubato le foto intime



Guendalina Tavassi è ancora scioccata. La 34enne infatti è stata vittima di revenge porn e decide di spiegare come sia avvenuto: «Non so com’è andata. Un tecnico con il quale mi sono messa in contatto ha addirittura visto che al mio iCIoud (lo spazio in cui vengono salvati i file multimediali degli smartphone, ndr) era collegato un computer che aveva avuto accesso al mio telefono. Mio marito e io abbiamo usiamo lo stesso iCloud a cui sono collegati il pc, il mio telefono e il suo. Ma tra gli accessi c’era pure quello di questo server». Ancora incredula, aggiunge: «Mi era capitato un fatto del genere in passato con il mio account Instagram – racconta Guenda – Mi avevano mandato una mali in cui mi chiedevano di accedere al  mio account, io pensavo volessero darmi la spunta blu, ho diccato e me l’hanno rubato. Succede in questo modo».



Guendalina Tavassi, ex concorrente del “Grande Fratello”, ha scoperto che il suo cellulare è stato hackerato. Chi ha violato la sua privacy ha anche divulgato alcuni video spinti che l’opinionista di “Pomeriggio Cinque” ha realizzato con il marito Umberto D’Aponte. A svelarlo è stata lei stessa in una serie di Instagram Stories.

Il revenge porn – termine che indica la diffusione di immagini o video intimi senza il consenso dei protagonisti – è una piaga sociale che sta prendendo sempre più piede: secondo uno studio, in Europa circa 9 milioni di ragazze hanno subito una qualche forma di violenza online prima dei 15 anni.

L’ex gieffina, che è mamma di tre figli di cui due avuti dall’attuale consorte, ha sporto immediatamente denuncia. Sui social ha voluto informare tutti i suoi seguaci del fattaccio: “Ragazzi, sto andando alla Polizia perché io e Umberto abbiamo appena scoperto che hanno rubato il mio iCloud e hanno rubato cose mie personali, fatte con mio marito – ha spiegato sconvolta e in lacrime –

Adesso devo dare i nominativi alla Polizia di chiunque sta divulgando questi video e se li sta salvando e verrà denunciato per risalire a chi è stato a rubarmi informazioni e cose mie private. Per favore ragazzi aiutatemi perché comunque sono una mamma, ho dei figli, un marito e queste sono cose private.

Questa cosa, oltre ad essere illegale, va a rovinare la vita delle persone. Quello che mi è successo è uno schifo, può succedere a tutti di fare video personali.

Sono cose normali, uno li tiene per sé. Non solo chi lo divulga anche via Whatsapp, ma anche chi lo guarda e lo tiene nel telefono commette un reato. Io sono una persona forte ma questa è veramente una cosa orribile”.

Ad assistere Guendalina Tavassi, vittima di revenge pom, è l’avvocato Leonardo D’Erasmo che su Instagram ricorda che, secondo quanto stabilito dall’articolo 612 ter del codice penale, tale reato prevede la reclusione da uno a sei anni. A rischiare non è soltanto chi pubblica per primo immagini o video sessualmente espliciti ma anche chi li divulga contribuendo alla loro diffusione.



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