Harry e Meghan diventano produttori su Netflix, accordo milionario



È stato un un colpo di scena, anche se ormai era nell’aria. L’ultimo tassello del puzzle raffigurante la nuova vita di Harry e Meghan è stato finalmente incastrato: i duchi di Sussex hanno siglato un accordo con la multinazionale dello streaming, Netflix.



Faranno i produttori. «Il nostro obiettivo è creare contenuti che informino e diano speranza», ha dichiarato la coppia al New York Times. «Siamo neogenitori, per noi è importante proporre programmi focalizzati sulla famiglia. E le dimensioni del colosso Netflix ci aiuteranno a condividere idee di forte impatto».

Ecco dunque svelata la nuova professione dei transfughi americani: creatori di documentari, film, eventi Tv. «Siamo incredibilmente orgogliosi che i duchi di Sussex abbiano scelto Netflix come loro casa creativa», ha detto, sempre al Times, Ted Sarandos, capo dei contenuti della società americana. Una svolta non inaspettata, dicevamo. A osservare a ritroso i rutilanti eventi che hanno scandito la vita di Harry e Meghan negli ultimi mesi, l’epilogo era tracciato: Hollywood, il cinema, le luci.

Fama e celebrità, non solo opere caritatevoli, come la visita che hanno fatto alla scuola materna per bimbi disagiati a Los Angeles, il 31 agosto, durante la quale hanno piantato nelle aiuole dell’istituto i “non ti scordar di me” tanto amati da lady Diana. Pochi giorni dopo la rottura tra i Sussex e casa Windsor vi raccontammo dei primi contatti tra Meghan e alcune personalità dell’aristocrazia cinematografica americana. George Clooney, in prima battuta. Ma anche Oprah Winfrey, la regina dei talk Tv.

Venne poi alla luce un ritorno di Meghan sulle scene in Elephant, documentario Disney sui pachidermi, che ha avuto la voce narrante della duchessa. Una sorta di diversivo. Perché il vero obiettivo dei Sussex non era la scena, ma il dietro le quinte. Più discreto e a volte molto più remunerativo. I duchi pare abbiano venduto cara la propria creatività: tra 80 e 130 milioni di euro, è la valutazione fatta dagli esperti del settore.

Già, quel vil denaro di cui Harry e Meghan pare abbiano un disperato bisogno, viste le spese sostenute negli ultimi due anni: i 12 milioni investiti per l’acquisto della fastosa residenza di Montecito, a nord di Los Angeles, e pure quei tre milioni scarsi che è costata la ristrutturazione di Frogmore Cottage, la dependance di Windsor rimessa a nuovo come una bomboniera dalle casse reali, che la coppia ha abitato per nemmeno sei mesi. Spesa che Harry e Meghan, è notizia delle ultime ore, hanno completamente restituito al Sovereign Grant, il fondo per le spese del monarca finanziato dallo Stato.

Fatto l’accordo, non potevano mancare le polemiche. Come quella che rischia di assestare un altro duro colpo all’immagine dei duchi, di Harry in particolare. Secondo quanto rivelato dal Sunday Times, poco prima della firma del vincolo con Netflix, il figlio minore di Carlo avrebbe di punto in bianco, tramite un suo legale, cancellato un grande evento legato agli Invictus Games, le paralimpiadi per reduci di guerra che il principe organizza ogni anno, e previsto in California la prossima estate. Doveva essere un modo per raccogliere fondi, destinati soprattutto al sostegno psicologico di chi torna dal fronte con laceranti ferite nell’anima, oltre che sul corpo. L’evento sarebbe stato trasmesso da Amazon Prime, la divisione in campo Tv del colosso di Jeff Bezos, primo concorrente di Netflix.

E Netflix, forte di una esclusiva blindata, avrebbe detto no. Impedendo dunque alla causa di raccogliere donazioni per oltre un milione di euro. Ma i media britannici si sono anche concentrati su un conflitto d’interesse spinoso tra il canale Tv e Harry. Perché Netflix, a gennaio, veicolerà sulla piattaforma il musical Diana, che non è proprio un omaggio alla principessa di Galles, piuttosto un assemblaggio di citazioni infelici e pruriginose.

Dalla battuta attribuita alla regina sulla nuora – «esce sempre vestita come una torta» – allo scontento di Carlo sulla nascita di Harry – «sembra che tu abbia ignorato la mia richiesta di una femmina» – all’attore che interpreta James Hewitt, accreditato come amante di Diana, che arriva in scena circondato da ballerine che gli cantano: «Vieni a fare un giro, ne sarai soddisfatto». Cosa dirà Harry? Ingoierà il rospo di fronte alle decisioni editoriali del suo nuovo datore di lavoro? O spera di ribilanciare i rapporti realizzando lui stesso un nuovo documentario sulla madre, indiscrezione che circola in queste ore?

E poi ci sono i conflitti con la casa reale. Secondo il Mirror e il Sun la regina Elisabetta sarebbe rimasta “attonita” e “incredula” nell’aver appreso del contratto con Netflix non già dal nipote, ma dallo staff di Palazzo. Un mancanza di rispetto protocollare – i duchi di Sussex, pur non essendo in forze alla famiglia reale ne sono tuttora parte, visto che Harry è sesto nella linea di successione – e anche un inadempimento contrattuale, se così vogliamo dire. Nell’altro accordo, quello firmato a Sandringham lo scorso gennaio con cui Harry e Meghan si congedavano dalla “ditta”, era anche specificato che qualunque impegno lavorativo avessero deciso di firmare all’estero sarebbe stato prima discusso con i vertici della dinastia. Dunque con la sovrana. Ennesima mancanza di riguardo che Elisabetta ha aggiunto alla già ragguardevole lista degli sgarbi.



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