Harry e Meghan, lei potrebbe tornare sui set di Hollywood Per lui sarà ii debutto nei mondo dei lavoro



Lo hanno fatto davvero: Harry e Meghan hanno detto «bye bye» alla Casa reale d’Inghilterra! L’annuncio ufficiale che ha stravolto la storia degli Windsor è arrivato tramite uno stringato comunicato di Bucking- ham Palace: «I Sussex non useranno i loro titoli di altezze reali, in quanto non sono più membri attivi della famiglia».



Ed ora il secondogenito di Carlo e Diana insieme alla mogliettina venuta dall’America e al piccolo Archie è pronto a volare in Canada, dove si costruirà un’esistenza tutta nuova, lontano da quella prigione dorata che è il sistema monarchico britannico. Se è probabile che Meghan tornerà a recitare sui set di Hollywood, per Harry invece sarà il primo impatto con il mondo del lavoro. Già: il principe dovrà portare a casa la pagnotta.

Va’ a laurà, barbùn! Nel disorientamento generale, i fan più ortodossi della telenovela coronata sono caduti nello sconforto, mentre i royal watchers più laici si sono lasciati andare a sfrenate ironie, divertendosi ad ipotizzare per i duchi di Sussex un futuro da poracci. Nei meme che stanno spopolando in Rete, c’è chi ha ritratto Harry come un rider di Deliveroo e chi ha immaginato per Meghan una carriera da McDonald’s. Le soluzioni più romantiche, invece, li vedono fianco a fianco anche sul lavoro, magari unti e bisunti dietro al banco di un truck food. Scherzi a parte: i Sussex possono contare su un patrimonio complessivo di circa 35 milioni di sterline, a cui ogni anno si aggiungono i 2 milioni e mezzo che il principe Carlo destina al figlio grazie alle tasse del ducato di Cornovaglia. Un tesoro da dilapidare nelle lussuosissime abitudini del jet set d’Oltreoceano? I due ragazzi, d’altra parte, hanno dato ripetutamente prova di non saper rinunciare a sfarzi ed eccessi… Dal canale della Manica, comunque, c’è nonna Bettie a vigilare sulla cassaforte di famiglia. Perché

Harry avrà anche scelto di non farsi più chiamare “sua altezza”, ma nelle sue vene scorre pur sempre il sangue blu degli Windsor. Ma che cosa ha spinto effettivamente i Sussex ad abbandonare la Corte? Le intemperanze di Harry e l’insofferenza all’etichetta di Meghan sono cosa nota. La contrapposizione con i cognati William e Kate pure. Le angherie dei tabloid, poi, sono sotto gli occhi di tutti. Abbastanza per giustificare l’addio? forse sì. Ma ce un altro dettaglio – non da poco che si al KV faccia sul complesso quadro di quella che è stata chiamata Megxit: la consorte di Harry soffrirebbe di crisi d’ansia. Attacchi tanto forti da costringerla ad abbandonare la vita di Corte.

Il trono a volte scotta, soprattutto quando ci sono di mezzo affari di cuore: ecco i casi più clamorosi Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Che non tutti sono in grado di sostenere, soprattutto quando c’è di mezzo il cuore.

È il caso di Edoardo Vili, che nel 1936 innescò una grave crisi costituzionale a causa del matrimonio con l’americana due volte divorziata Wallis Simpson. Il sovrano abdicò in favore del fratello minore, che sah al trono con il nome di Giorgio VI. Ma i troni che scottano, anche nella storia recente, sono tanti. La principessa Made- leine di Svezia nel 2010, dopo aver sposato l’americano Christopher O’Neill, si è trasferita in Florida rinunciando ai propri doveri reali.

Restando in terra scandinava, c’è il caso del principe Marius, nato al di fuori del matrimonio reale ma cresciuto a palazzo, prima di lasciare la Norvegia Indimenticabile la vicenda della principessa Nori, figlia dell’imperatore nipponico Akihito: nei 2005 rifiutò i privilegi economici del suo status per sposarsi con il commoner Yoshiki Kuroda. Risale a pochi mesi fa la fine della favola tra Muhammad V del Kelantan e Rihana Oksana Voevodina: il sultano aveva rinunciato al titolo di re della Malesia pur di sposare Miss Russia. Male è andata a Ubolratana Rajakanya, figlia del sovrano thailandese Rama X. Nel 1972 rinunciò ai titoli reali nel per sposarsi con l’americano Peter Ladd Jenses. Dopo il di vorzio, nel 1998, provò a candidarsi a premier nei suo Paese di nascita: la famiglia, però, emanò un decreto per bloccarla.



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