Insufficienza renale, Sintomi e cura della malattia



È una delle complicanze più frequenti e temute nelle persone con diabete di tipo 2, ma una dieta ipoproteica può ritardare la dialisi. E nelle persone obese, si può somministrare un Ace-inibitore.



Se ne è parlato all’ultimo congresso Andid (Associazione Nazionale dei Dietisti), a proposito di “Metabolismo del fosforo nell’insufficienza renale cronica”: scegliendo gli alimenti giusti si può scongiurare la dialisi per un anno ancora.

Sotto accusa sono il fosforo e il latte e i latticini che lo contengono. Se da una parte questa categoria di alimenti è utilissima per denti e ossa e per il buon funzionamento delle nostre cellule, dall’altra può essere invece molto pericolosa per chi soffre di insufficienza renale cronica. Se fino ad ora i medici puntavano il dito contro il sale e il suo consumo eccessivo nella dieta, ora occorre far attenzione a non esagerare con latte e derivati, soprattutto se ci sono altri fattori di rischio oltre al diabete, come l’ipertensione e il fumo di sigaretta.

Perché il fosforo? “Un aiuto importante, oltre al controllo di diabete e pressione arteriosa, proviene anche dalla dieta”, spiega Anna Laura Fantuzzi, dietista presso l’Unità Operativa di Scienza dell’Alimentazione e Dietetica del Nuovo Ospedale Estense di Modena e coordinatrice e referente dell’Ambulatorio di Malattie Renali. “Infatti – continua – nel trattamento, nella cura e nella gestione delle eventuali complicanze dell’insufficienza renale cronica non è sufficiente predisporre una terapia dietetica a basso contenuto di proteine e sale, occorre anche prevedere e prevenire l’eccessivo accumulo di fosforo che costituisce un fattore di rischio importante nella progressione delle malattie renali.

In particolare, una dieta ipoproteica svolge una funzione protettiva contro quella che in letteratura viene definita la ‘morte renale’, prolungando la stabilizzazione della malattia e allontanando il momento della dialisi e dell’eventuale trapianto”. Come ha spiegato Vittorio Andreucci, il vicepresidente della Fondazione Italiana del Rene Onlus, “quando il rene è danneggiato, come avviene nei pazienti con insufficienza renale cronica, non è più in grado di eliminare il fosforo”. Per questo motivo è fondamentale monitorarne il quantitativo assunto con la dieta, specie attraverso latte e latticini, per mantenerne i livelli adeguati nei pazienti in pre-dialisi e in quelli già in dialisi.

Come aggiunge ancora Andreucci, “l’iperfosfatemia nel paziente con insufficienza cronica è molto pericolosa poiché non solo aumenta di molto il rischio cardiovascolare, ma porta anche allo sviluppo di iperparatiroidismo secondario, ad alterazioni del metabolismo osseo e all’aumento del prodotto calcio-fosforo. Sono proprio le concentrazioni eccessive nel sangue di questi due ultimi elementi a preoccupare, perché possono provocare la formazione di piccoli depositi di minerali in vari organi e tessuti e ingenerare calcificazioni a livello cardiovascolare. È dunque indispensabile prevenire questo evento con una dieta adeguata, poiché anche con la dialisi non è possibile eliminare completamente tutto il fosforo in eccesso”.

La dieta Ancora una volta ad essere chiamato in causa è lo stile di vita e la dieta diventa un punto fondamentale per la cura delle malattie renali. Un aiuto può arrivare dal dietista che, prescrivendo una dieta ipoproteica, può far sì che il paziente possa ritardare l’accesso alla dialisi di un periodo di tempo considerevole, a tutto vantaggio della qualità della vita.

Il rischio dell’obesità Fra le cause dell’insufficienza renale c’è anche l’obesità, vero flagello dei nostri tempi. È addirittura considerata la causa più frequente, tanto che il rischio di contrarla risulta più che triplicato nei soggetti con obesità lieve, e addirittura sette volte maggiore in quelli con obesità severa. Ma, come afferma Carmine Zoccali, responsabile della Commessa di Reggio Calabria dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibim-Cnr) e direttore dell’Unità operativa di nefrologia e trapianto renale Ospedali riuniti di Reggio Calabria, “nonostante la frequenza della malattia renale cronica legata all’obesità, la ricerca specifica sui farmaci che possosidenteno ridurre e/o prevenire il danno renale negli obesi è ancora molto limitata”.



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