Omicidio Guerrina Piscaglia, che fine ha fatto Padre Graziano?



Non smette di far discutere uno dei casi giudiziari più sconvolgenti degli ultimi anni. Il riferimento è all”omicidio di Guerrina Piscaglia, 50 anni, perché l”assassino, Gatien Alabi, per tutti padre Graziano, potrebbe cominciare a usufruire dei primi permessi premio già tra un paio d”anni. Il 20 febbraio 2019 è stata confermata anche in Cassazione la condanna a 25 anni di reclusione a carico del religioso per l”omicidio e la distruzione del corpo di Guerrina, scomparsa da Ca Raffaello il primo maggio del 2014. Con la conferma della condanna si sono aperte anche le porte del carcere per Alabi, che fino al 20 febbraio era ai domiciliari presso il convento romano dei Premostratensi. Oggi l”uomo sconta la pena definitiva presso il carcere di Rebibbia.



Sono soddisfatta dell”esito del processo a cui ho preso parte in qualità di consulente tecnico del marito e del figlio di Guerrina. L”aspetto, a mio avviso inconcepibile, di questa vicenda, è che la condanna definitiva per omicidio non ha interferito con la possibilità concessa ad Alabi di continuare a dire messa e di amministrare i sacramenti. Le alte sfere vaticane sul punto non hanno mai preso una posizione netta e questo lo ritengo inaccettabile.

Parliamo di un soggetto condannato in via definitiva per omicidio volontario e distruzione di cadavere, che ben prima della morte di Guerrina, come è ampiamente emerso durante l”inchiesta, aveva uno stile di vita inconciliabile con ciò che ci attenderemmo da un religioso, che presto potrebbe addirittura tornare a celebrare messa. Mi auguro che le autorità ecclesiastiche intervengano per sanare la vicenda perché Alabi non solo non ha mai chiesto perdono ai famigliari di Guerrina, ma non ha mai neppure inteso rivelare dove ha nascosto (o distrutto) il suo corpo.



Lascia un commento