Daniele Bossari torna stasera su DMAX con “Il boss del paranormal”



Daniele Bossari toma a indagare nell’affascinante mondo del soprannaturale e del mistero nella nuova stagione de II Boss del paranormal, in onda su DMAX, canale 52, da martedì 30 novembre alle 21:25. “Il format rimane lo stesso delle precedenti stagioni – ci ha rivelato il conduttore Mostreremo moltissimi video di eventi apparentemente inspiegabili provenienti da tutto il mondo. In questa edizione c’è un’evoluzione del mio personaggio: il boss è sempre più definito, un investigatore che si rifa ai fumetti horror anni ‘50, alle atmosfere dei film horror e a tutto l’immaginario del brivido. La vera novità è la location: le riprese di dividono tra l’ex Carcere Storico di Busto Arsizio e la settecentesca Villa Zari a Bovisio Masciago, alle porte di Milano, che è il mio quartier generale”.



La paura e la voglia discoprire Tra i tanti video, quanti sono bufale? «Sono felice di scoprire le bufale attraverso le analisi, ma tanti filmati mi hanno colpito perché non hanno una spiegazione al di là di quella che è la suggestione visiva che ti fa venire i brividi».

In questa edizione tratterà argomenti quali bambini capaci di comunicare con l’aldilà, nuvole popolate da alieni, ospedali e prigioni infestate, poltergeist, fantasmi. Qual è la È situazione che l’ha colpita di più? «Grazie alle telecamere di videosorveglianza,  il materiale che riceviamo è davvero vasto. In un museo ricordo oggetti che si muovevano, una bambola che si gira di scatto… Vista  l’autorevolezza delle Persone coinvolte, questo video ti lascia a Bocca aperta.

Mi hanno colpito molto anche i video dell’Aeronautica Americana che fornisce una documentazione che parla di oggetti volanti non identificati, oltre a quelli di animali che avvertono presenze che gli umani non vedono. Già questo mi fa venire i brividi!». Ha fatto del paranormale il suo campo d’azione. Che cosa l’affascina di questo mondo? «L’ignoto è una delle mie passioni: ero bambino e leggevo fumetti sul tema, al cinema guardavo Ghostbusters. Da lì arriva il mio imprinting verso qualcosa che non sappiamo spiegare: da un lato c’è la paura e dall’altro la voglia di scoprire. Non c’è fine a una ricerca del genere».

Quale pensa che sia il mistero più inspiegabile? «Bella domanda! Credo che sia il senso della vita, che racchiude molte risposte e in cui ognuno ritrova il significato della propria esperienza. Questo, per me, è il fenomeno più affascinante». Ha mai avuto esperienze  sensoriali paranormali? «Sì, è inevitabile vi-È sto che me ne occupo da  tanti anni. Ricordo che una volta a
Bali mi sono sentito afferrare sotto le ascelle, e sollevare di peso da qualcuno che fisicamente non c’era: ho avuto la certezza di non sapere tutto.

A volte poi subentra la suggestione. Ricordo che una notte mi suonava il citofono ma quando rispondevo non c’era nessuno. Ho pensato a dei buontemponi così mi sono appostato alla finestra: mentre fissavo il portone del palazzo, il citofono è suonato ma non c’era nessuno. Mi sono sentito gelare. Come lo spieghi? Come un fantasma? In realtà si trattava solo di un contatto elettrico, ma ho provato un brivido».

Crede nell’aldilà? «Ci credo. Credo che non finisca qui. Il nostro campo d’azione è limitato e io credo nell’esistenza di piani dimensionali che si intersecano tra di loro». E nei tarocchi?
«Quella è un’altra cosa, è una forma di divinazione.

Mi piace studiare il percorso antropologico e folcloristico che porta l’uomo a credere in quelle cose. Mi piace l’idea di vedere i tarocchi come uno specchio, mi interessa studiare il perché una carta ti provoca una certa reazione. Ma non è previsione del futuro». Molti suoi colleghi, come ad esempio Marco Columbro, sostengono resistenza degli alieni, asserendo di averne avuta visione diretta. Lei cosa ne pensa? «Credo che la vita non sia semplicemente quella che viviamo su questo pianeta.

Magari sotto aspetti differenti e inimmaginabili, con condizioni diverse dal nostro pianeta, mi sembra probabile la presenza di altre vite nell’universo, dal semplice organismo monocellulare fino a forme più articolate».

La sua vita professionale è di nuovo in fermento dopo il trionfo a GF Vip. Oggi si sente appagato? «Sto vivendo bene: riesco a realizzare i progetti che mi appassionano, su più settori: dalla tv alla radio, ascolto la musica che mi piace e parlo degli argomenti che mi interessano.

Questo mi impegna e mi permette di restare aggiornato. Penso a crescere e a sviluppare percorsi». Vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa rispetto al passato e al periodo in cui il telefono non squillava? «No, non sono rancoroso, tendo a dimenticare, fortunatamente. I momenti di sofferenza, poi, segnano e io sono troppo insicuro per mettermi a sindacare sul passato. Sono proiettato al futuro, ho già analizzato il passato».



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